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Crisi di Governo, Renzi si è fatto fregare anche stavolta: Game over
Con Renzi non viene solo espulsa la componente più avanzata del riformismo di sinistra ma si sancisce l’asse strutturale tra Pd e 5stelle il cui unico vero avversario era appunto Matteo Renzi

TRENTO. Ci vorrebbe un Giuseppe Turani per descrivere compiutamente il circo Barnum che mette in scena in questi giorni la solita 'politichetta' italiana. Pastone per il popolo esaurito e brividini per le maestrine dalla penna rossa. Ma anche lui se ne è andato pochi giorni fa.
Un polverone dovuto solo in parte alla pandemia in corso, al pessimo uso dei soldi del recovery fund che si intravede già all’orizzonte.
La domanda è: chi vincerà il braccio di ferro che in queste ore si svolge tra l’ex premier Matteo Renzi e “Giuseppi” Conte? L’asse Di Battista - D’Alema (meglio Mastella di Renzi)? O il programma riformista di Renzi con il depotenziamento dell’attuale Premier?
La risposta, appare abbastanza scontata a leggere le cronache delle ultime ore e la posizione del Pd contro l’avventurismo dei “presuntuosi”. Un linguaggio che rispolvera il peggior paternalistico della famosa ditta bersaniana del giaguaro da smacchiare che non si smacchiò. Lì stiamo tornando rapidi rapidi.
Siamo insomma alla resa dei conti con il turbo-riformismo di Renzi che viene espulso non solo dal partito ma anche dalla sinistra appenninica. La ricomposizione della crisi non passerà da lui ma dall’appoggio dei vari Mastella presenti in parlamento. L’ultima sconfitta dopo la battaglia per il referendum del 2016.
La guerra appare persa. Diciamolo. Renzi si è fatto fregare anche stavolta. Ci ha messo la faccia e poi ha subito il volta faccia di chi, tanti, nel Pd spingeva o faceva finta di spingere per il cambio di passo del governo.
Fine della Storia. Non proprio. Con Renzi non viene solo espulsa la componente più avanzata del riformismo di sinistra ma si sancisce l’asse strutturale tra Pd e 5stelle il cui unico vero avversario era appunto Matteo Renzi.
Il governo raccatterà un po’ di voti e marcerà spedito verso l’elezione del prossimo presidente della Repubblica che proverà ad essere un D, ma non Draghi. Ci scommettiamo.
Come diceva Moretti qualche anno fa, “con questi dirigenti non vinceremo mai (aggiungo Noi, loro, invece si assicurano un altro giro di giostra di una decina di anni).
A Matteo Renzi che anche questa volta ci ha messo la faccia faccio tanti auguri. Almeno c’ha provato. Alla luce del sole. Il tempo forse gliene renderà merito. Intanto non resta che aspettare che la piena passi. Ci vorrà un decennio. Siamo pessimisti? Sbagliamo? Magari!