Ex Cattoi, Zanoni la proprietà chiede 25mila euro al consigliere. Il flashmob: “Tentativo di intimidazione”
La società che detiene la proprietà dell’area ex-Cattoi ha chiesto un risarcimento da 25mila euro al consigliere Dem Alessio Zanoni. La replica: “In questi casi non c’è in discussione la ‘persona’, il singolo individuo; qui in gioco c’è il ruolo stesso del pubblico amministratore”

RIVA DEL GARDA. La ‘VR101214’, società che fa riferimento a Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, e che detiene la proprietà dell’area ex-Cattoi, ha citato Alessio Zanoni, consigliere comunale del Partito Democratico, chiedendo un risarcimento da 25mila euro. Nel mirino dei legali della ‘VR101214’ le dichiarazioni di Zanoni rilasciate durante una seduta del Consiglio comunale.
“In realtà – spiega Zanoni – il mio è stato un ragionamento tutto incentrato sul tema della legalità. Sono stato ‘oggetto’ di una richiesta di risarcimento danni a seguito di un mio intervento, durante l’esercizio delle mie funzioni di pubblico amministratore. Mi è parso quindi logico, doveroso e indispensabile rendere pubblica la mia risposta. Renderla ‘collettiva’. Qui non c’è in discussione la ‘persona’, il singolo individuo; qui in gioco c’è il ruolo stesso del pubblico amministratore. Perché se tali azioni dovessero risultare sufficienti a mettere in crisi la rappresentanza democratica della città, allora è il caso che la città sappia”.
Giusti ieri, domenica 18 aprile, una sessantina di cittadini si sono riuniti per manifestare la propria vicinanza al consigliere, organizzando un flashmob per “evidenziare la preoccupante situazione di intimidazione che sta avvenendo nella città”. Il riferimento ovviamente è alle richieste di danni. “È stato così per l’ex sindaco Mosaner ed è così per il consigliere Alessio Zanoni”, ricordano.
Durante l’iniziativa, che ha rispettato le regole di distanziamento, sono stati letti gli articoli della Costituzione Italiana in materia di libertà di pensiero e di libero esercizio della attività economica e della proprietà privata. “Si usano armi che non hanno nulla a che vedere con il diritto di esprimere opinioni o, addirittura, di partecipare alla deliberazione di atti che rappresentano l’attività stessa dell’amministrare. Agendo in questo modo si eliminano dal dibattito democratico persone a esso deputate in quanto le stesse vengono a trovarsi in conflitto e quindi, impossibilitate a partecipare alla formazione di decisioni fondamentali per tutta la comunità”.
A conclusione dell’iniziativa i cittadini presenti hanno rivolto un appello alla sindaca Cristina Santi affinché, come rappresentante dell’intera città, si faccia garante del confronto democratico.