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Dallapiccola e Demagri replicano agli attacchi (e ai colpi bassi) del segretario: ''Leali al Patt e al nostro mandato elettorale, alternativi all'attuale governo provinciale''

I due consiglieri provinciali ribadiscono la loro posizione e la volontà di esprimerla come due persone adulte e senzienti che sono state elette in consiglio provinciale con un mandato chiaro: essere alternativi all'attuale maggioranza di governo. I problemi sono sorti nel momento in cui il segretario e parte del partito hanno cominciato a dialogare, cenare ed allearsi proprio con dei movimenti dell'attuale maggioranza di governo

Di Luca Pianesi - 14 ottobre 2022 - 16:47

TRENTO. ''Desideriamo bloccare l'immagine che la dirigenza di partito dipinge oggi di noi. Siamo due consiglieri da sempre leali al Patt. Fin dal primo giorno dell'insediamento. Leali anche in momenti difficili come le elezioni nazionali appena trascorse dove il partito ha preso una strada che non condividevamo ma che abbiamo comunque sostenuto''. I consiglieri autonomisti provinciali Demagri e Dallapiccola intendono replicare così al comunicato stampa prodotto dal segretario Marchiori ieri dopo la loro conferenza dove hanno ribadito di essere due persone adulte, con delle idee e degli ideali che coincidevano perfettamente con quelle del Patt prima della ''svolta'' a destra fatta negli ultimi mesi. Quelli delle cene con i partiti della maggioranza leghista (da Gottardi a Kaswalder) e quelli dell'alleanza con uno dei movimenti della maggioranza leghista, Progetto Trentino. Una svolta che preoccupa una bella fetta del partito tanto da spingere il presidente onorario, Luigi Panizza, a dichiarare espressamente che se il Patt finirà per allearsi con la Lega lui rimetterà il suo mandato.

 

La vicenda è nota: alla richiesta di confronto interno, alla richiesta di dibattito, di discussione il segretario ha fatto muro ed ha presentato un suo documento che ha ''tagliato'' fuori quello firmato da una cinquantina di iscritti (tra loro, oltre ai tre già citati sopra, anche il vicesindaco di Trento Roberto Stanchina e il consigliere comunale Alberto Pedrotti, tutta gente, insomma, eletta, che si è conquistata il consenso elettorale) che chiedeva di dare una direzione a questo Patt. Ha fatto votare il suo documento e fatto questo, fatto tutto, non ha permesso di discutere quello di chi portava una visione alternativa alla sua. E in quel documento ha infilato una serie di ''divieti'' ed ''anatemi'' da maestro con i propri scolaretti

 

Un intero paragrafo recitava così: ''Si ribadisce, per l’ennesima, volta che gli unici titolati ad uscire sulla stampa o sui social sono gli esponenti della segreteria politica, salvo diversa delega. Ogni altra uscita, anche a titolo personale, soprattutto se operata con il chiaro intento di dividere o spaccare il Partito, sarà censurata e l’autore sarà immediatamente segnalato agli organi di garanzia. Anche in vista delle trattative che dovranno necessariamente essere avviate in vista degli appuntamenti elettorali, gli unici titolati a intavolare incontri, confronti e discussioni sono gli organi di Partito, eletti dal Congresso all’unanimità pochi mesi fa''.

 

E poi il più strano: ''Va ribadito, inoltre, che chi nel Patt è transitato e di sua spontanea volontà se ne è andato non potrà trovare spazio in movimenti o partiti che vorranno stringere alleanze con il Patt''. Un ''anatema'' prettamente autolesionista, dalla durata indefinita, che, a guardarlo bene, al momento dovrebbe portare il Patt a escludere futuri incontri, per esempio con Kaswalder (che fu addirittura espulso dal partito dunque in una condizione molto peggiore ''di chi se ne è andato'') e con i suoi Autonomisti popolari

 

In questo quadro, poi, sono arrivati anche i colpi sotto la cintura, quelli squallidi, che qualificano più chi li dà che chi li prende. Ieri nella replica ai due consiglieri Marchiori ha prodotto un comunicato che (tolte frasi tipo che il Patt ''anche alle ultime elezioni nazionali si è dimostrato parte determinante dello scacchiere politico Trentino, rafforzando l’alleanza regionale con la Svp'' che si commentano da sole visto che il Patt di fatto è come non avesse partecipato a queste nazionali non avendo eletto nessuno e non risultando determinante in nessun senso) ha puntato molto sulla questione ''economica'', sul mancato versamento dei pagamenti volontari al partito. Ebbene i due consiglieri oggi replicano a ''queste bassezze'' che ''abbiamo già saldato tutto per chiudere la questione e non dare adito a polemiche di questo tipo''.

 

I due consiglieri hanno proseguito ricordando la loro lealtà al Patt e agli elettori che li hanno mandati in consiglio provinciale con un chiaro intento di fare opposizione a questa maggioranza leghista. ''Siamo stati leali al mandato di opposizione - spiegano - con più di 800 atti politici depositati, leali al mandato elettorale del 2018 che ci vedeva alternativi all'attuale governo provinciale, leali ai fondamenti del partito che si richiama ai valori della solidarietà sociale, lontano dallo statalismo, dal nazionalismo ma soprattutto dall'opportunismo di alcuni. Ci sentiamo piuttosto promotori di dialogo, di un dibattito politico costruttivo con proposte serie documentate e certificate a partire da dentro agli organi di partito. Con forza e per la carica che ricopriamo - concludono - rivendichiamo dunque questo ruolo di stimolo politico. Lo sentiamo nostro e lo vogliamo portare avanti dentro al partito e ai suoi organi fin quando avremo fiato ma soprattutto fin quando rispetto al nostro quadro valoriale avrà senso farlo''.

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