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Tensione nel Patt, Aprone a Dallapiccola-Demagri: ''La segreteria detta la linea. La lettera? Vogliono la restaurazione di un progetto già bocciato dalla comunità?''
L'assessora autonomista del Comune di Ala, Francesca Aprone: "Le Stelle Alpine sono dalla parte dei progetti a prescindere dal colore delle forze politiche. Auspico comunque che ci sia modo di ricucire, questa situazione viene vissuta male dai militanti e preoccupa chi amministra con le insegne del Patt"

TRENTO. "Questa situazione viene vissuta male da tanti militanti e mi preoccupa come amministratrice di un Comune". Queste le parole di Francesca Aprone, assessora del Patt in quel di Ala sulla spaccatura che in queste settimane interessa le Stelle Alpine. "Ci sono troppi personalismi che non incoraggiano la pluralità di pensiero e che scuotono i rappresentanti di governo a livello locale. Non penso che la volontà del partito sia quella di epurare qualcuno e auspico che ci sia modo di ricucire, anche se ci sono state diverse possibilità che non sono state sfruttare dai consiglieri provinciali Dallapiccola e Demagri".
La tensione è alta in casa Stelle Alpine con reciproche accuse e prese di posizione tra il segretario politico, Simone Marchiori, da una parte e Dallapiccola-Demagri dall'altra parte. Il nodo del contendere è in particolare il posizionamento del Patt con orizzonte le elezioni provinciali del prossimo anno.
I consiglieri autonomisti provinciali nel corso di una conferenza pubblica hanno ribadito di essere due persone adulte, con delle idee e degli ideali che coincidevano perfettamente con quelle del Patt prima della ''svolta'' a destra fatta negli ultimi mesi. Una svolta che preoccupa una bella fetta del partito tanto da spingere il presidente onorario, Luigi Panizza, a dichiarare espressamente che se il Patt finirà per allearsi con la Lega lui rimetterà il suo mandato.
"Il ruolo di opposizione in piazza Dante è importante, un patrimonio e stimolo per portare avanti l'interesse della comunità - dice Aprone - ma la linea è dettata dalla segreteria politica e non si deve mescolare il piano istituzionale con quello del partito. La gerarchia deve essere chiara, così come l'organizzazione interna. Poi il dibattito è doveroso ma quella lettera appare un ricatto. Non entro nel merito della direzione perché non è di mia competenza ma credo che sia corretto che il Patt apra un dialogo con tutti".
E Marchiori ha puntato molto sulla questione "economica", il mancato versamento dei pagamenti volontari al partito. Una questione archiviata dai consiglieri provinciali, che hanno già saldato tutto per non dare adito a polemiche di questo tipo. Ma la questione finisce anche nel mirino dell'assessora autonomista del Comune di Ala.
"Un fatto grave - evidenzia l'assessora del Comune di Ala - perché è suonato come un ricatto. Nel 2018 sono stati eletti con alle spalle la forza del partito. Ci aiutiamo a vicenda nella pluralità del pensiero: se manca la contribuzione, si toglie l'aria a un movimento territoriale come il nostro. E non può passare questo messaggio e un precedente che non si versano i soldi se non si condivide la linea del Patt".
C'è poi la partita del posizionamento. L'indicazione al Congresso era sembrata chiara, uscire dall'era del blockfrei per un Patt che a Trento governa con il Partito democratico e si trova nella maggioranza di centrosinistra a Rovereto, mentre a Riva del Garda governa con il centrodestra a trazione Lega. Questi alcuni esempi a livello locale. Poi Lorenzo Ossanna è assessore in Regione nella maggioranza Svp-Lega. E alle nazionali c'è stata un'alleanza con uno dei movimenti della maggioranza leghista in Provincia, Progetto Trentino.
"Capisco che questo possa confondere l'elettorato - spiega Aprone - ma le Stelle Alpine devono declinare il miglior assetto possibile in un determinato territorio, deve stare dalla parte dei progetti e deve svolgere un ruolo di regia per esaltare le priorità dell'azione locale. Nel capoluogo c'è stata la condivisione di una visione e di un programma, mentre a Riva del Garda il Patt sarebbe stato una stampella del Pd mentre con la Lega ha ottenuto diversi assessorati. Non si tratta però di poltrone quanto di avere una garanzia di salvaguardia delle caratteristiche e delle peculiarità della linea politica verso il buongoverno. Anche ad Ala il Partito democratico è stato tagliato fuori dal perimetro della coalizione: una scelta difficile e molto sofferta ma avevamo maturato l'esigenza di un'attività politica più vicina al territorio rispetto a quanto si potesse fare con un partito nazionale".
Insomma, il Patt è chiamato a una decisione ma il dibattito interno non sembra vicinissimo a una risoluzione. "Il Patt è un partito di raccolta e, giocoforza, ci sono ci sono sensibilità diverse rispetto alle forze politiche nazionali. I punti principali sono capacità di autogoverno, sburocratizzazione e sociale. E' corretto parlare con tutti per trovare la giusta direzione, Dallapiccola e Demagri cercano la restaurazione di un progetto che la comunità ha già bocciato, un progetto che non è più replicabile. Si cerca con coraggio una terza via, si deve stilare un manifesto autonomista, civico e territoriale, poi gli altri si autoescluderanno per l'impossibilità di seguire certe percorsi, come Fratelli d'Italia".
Mesi nei quali ci sono state le cene con i partiti della maggioranza leghista, da Gottardi a Kaswalder. "Sono altre forze politiche che non si sono sedute al tavolo: la responsabilità è di altri che hanno anteposto logiche vecchie alla volontà di creare un percorso, come Campobase per esempio. E' corretto aprire un dialogo con tutti per un programma condiviso e un impegno da prendere con gli altri movimenti a prescindere dal colore. A ogni modo dispiace e preoccupa vedere un partito che sembra spaccato, un danno per tutti e che una situazione che ferisce perché l'opposizione è interna", conclude Aprone.