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Sanitari no vax, Zaia oggi plaude al reintegro ma prima diceva: ''Non fai la guardia giurata se sei obiettore e non vuoi toccare le armi''

Il governatore del Veneto nel commentare una sentenza del tribunale di Belluno che aveva respinto il ricorso di due infermieri e otto operatori sociosanitari sospesi dal lavoro da due Rsa perché si rifiutavano di farsi vaccinare al Covid era stato piuttosto chiaro. Oggi si trova, invece, pienamente d'accordo con il ministro Schillaci che ha annunciato un reintegro prima della scadenza del provvedimento (fissata al 31 dicembre)

Pubblicato il - 28 ottobre 2022 - 15:42

VENEZIA. 'Tu puoi essere obiettore di coscienza e non voler toccare le armi ma non puoi andare a fare la guardia giurata''. Questo era Luca Zaia il 25 marzo 2021. Un messaggio chiarissimo rivolto ai medici e infermieri no vax, della serie non puoi occuparti di medicina se non ti fidi dei vaccini. Oggi il vento è cambiato e il governatore del Veneto cambia idea di conseguenza. ''Accolgo favorevolmente la notizia che il nuovo Ministro Schillaci sta per licenziare un provvedimento per consentire il reintegro in servizio del personale sanitario sospeso, soluzione che ho pubblicamente più volte auspicato''.

 

Queste le parole di Zaia rispetto alla decisione del ministro Schillaci di far rientrare al lavoro il personale no vax prima del termine di scadenza della sospensione che era previsto il prossimo 31 dicembre. Una decisione politica che sarebbe dettata dalla “preoccupante carenza di personale medico e sanitario” (scrive in una nota il ministero QUI ARTICOLO) segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali, è “in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione”.

 

Zaia, va detto, ha cambiato idea più volte sul tema Covid passando per periodi dove appariva più ''aperturista'' a periodi dove era particolarmente ''intransigente''. A marzo del 2021 aveva usato la metafora della guardia giurata, nel commentare la sentenza del tribunale di Belluno che aveva respinto il ricorso di due infermieri e otto operatori sociosanitari sospesi dal lavoro da due Rsa perché si rifiutavano di farsi vaccinare al Covid. L'analogia, effettivamente, calzava e chiariva anche ai più indissolubili sostenitori della ''libertà vaccinale'' come possa essere corretto non imporre a livello statale ai cittadini di vaccinarsi ma a quel punto non si può anche pretendere di poter fare quei lavori che senza il vaccino mettono a rischio l'incolumità altrui e sono il risultato di studi e ricerche legate proprio a quella professione (QUI ARTICOLO).

 

Oggi, però, è cambiato il governo e servivano dei segnali di discontinuità e Zaia li ha, evidentemente, colti. ''Chiarita la situazione dal punto di vista normativo - spiega Zaia - sono stato il primo a dire che era necessario reintegrare il personale della sanità soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all'obbligo vaccinale. Quindi, accolgo favorevolmente la notizia che il nuovo Ministro Schillaci sta per licenziare un provvedimento per consentire il reintegro in servizio del personale sanitario sospeso, soluzione che ho pubblicamente più volte auspicato. La pandemia ha messo a dura prova l’intero sistema sanitario: ora serve che tutte le risorse umane e professionali siano di nuovo in campo per continuare a dare risposte efficaci alle richieste dei cittadini, mantenendo alto il livello dei servizi sanitari e, dove possibile, migliorandolo, sfruttando ogni supporto possibile''.

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