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L’Ice Rink di Pinè bocciato da un documento “confidenziale” del Cio, Malagò: “Hanno detto che non era un buon investimento per la comunità”
Fischi, applausi, un documento “estremamente confidenziale”, l’Ice Rink bocciato dal Cio e pure lo sport “dimostrativo” dei “birilli su ghiaccio”: la conferenza stampa che conferma la rinuncia di Baselga di Pinè alle gare olimpiche diventa un evento mediatico da quasi 2 ore. Fra risarcimenti milionari e promesse ecco cosa resta all’altopiano
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BASELGA DI PINÈ. Il comune trentino di Baselga di Pinè ha detto addio alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Una struttura coperta come l’Ice Rink infatti sarebbe troppo costosa da realizzare alla luce dell’aumento dei costi di energia e materie prime. Torino ora è alla finestra, non c’è ancora l’ufficialità ma la città della Mole è sicuramente in prima fila per accaparrarsi le gare di pattinaggio velocità. Rinunciare però non è stato facile. Soprattutto non è stato semplice per le autorità dare una spiegazione su quanto accaduto: Provincia, Comune e Comitato olimpico nazionale italiano in primis.
All’incontro di Piné, durato quasi 2 ore, c’era una folla ad attendere la conferma della rinuncia alle gare olimpiche. Una rinuncia che ormai era nell’aria da giorni se non da settimane. Per capire il clima che si respirava basti pensare che il presidente del Coni Giovanni Malagò, al momento di prendere parola, è stato accolto da una bordata di fischi anche se alla fine dell’intervento non sono mancati gli applausi. Ma procediamo con ordine.
“Con l’aumento dei costi – ha dichiarato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti – l’opera è stata valutata fra i 70 e 75 milioni di euro quindi abbiamo dovuto prendere una decisione difficile ma saremmo stati ancora in tempo per completare l’opera entro i termini stabiliti”. Secondo Fugatti il Trentino avrebbe potuto proseguire con la realizzazione del progetto, pure alla luce dell’aumento dei costi. Ma quindi cosa è successo? Il presidente della Provincia sostiene di aver pensato da “buon padre di famiglia” optando per una marcia indietro. Eppure per molti l’opera era insostenibile già prima e sembra strano che a fronte di un aumento compreso fra i 10 e 15 milioni la Provincia abbia gettato la spugna.
Non solo, perché il 7 novembre 2022 il Consiglio comunale di Pinè aveva approvato a larghissima maggioranza il progetto, mentre a dicembre una delibera della Giunta metteva a disposizione per l’Ice Rink 60 milioni di euro (50,5 per la copertura e 9,5 per opere accessorie). Quella delle tempistiche è proprio una delle principali contestazioni che vengono sollevate delle opposizioni in merito alla gestione della vicenda.
Dal canto suo Malagò ha difeso l’operato di Fugatti. “Baselga non è una vittima – ha detto il presidente del Coni – è uno dei tanti casi che avvengono sistematicamente durante l’organizzazione di un grande evento come le Olimpiadi”. Carte alla mano sono stati elencati i casi in cui degli eventi olimpici, da Tokyo 2020 a Parigi 2024, sono stati cambiati di sede all’ultimo momento.
Il vero colpo di scena però, arriva quando Malagò sfodera un documento “estremamente confidenziale” (datato 6 ottobre 2022) che tira le somme di un incontro avvenuto alla presenza dei rappresentanti di: Comitato Olimpico Internazionale (Cio), Comitato organizzatore, Provincia di Trento, Comune di Pinè, Studio Zoppini (che ha firmato il progetto dell’Ice Rink) e Federazione Ghiaccio. In questo documento, letto da Malagò, il Cio stronca l’Ice Rink di Pinè affermando che non sono stati tenuti in debita considerazione gli aspetti legati all’inflazione e che la struttura non sarà economicamente sostenibile una volta finite le Olimpiadi. “Malgrado il confermato impegno da parte della Provincia – si leggerebbe in uno dei passaggi del documento – riteniamo (noi tecnici del Cio ndr) che per la comunità di Pinè non sia un buon investimento”.
“Le valutazioni – ha precisato il sindaco di Baselga di Pinè Alessandro Santuari – sono state fatte su un ulteriore aumento dei prezzi arrivato alla fine del 2022 che ha coinvolto anche le opere di adeguamento come la viabilità o la sistemazione del parcheggio. A dicembre il presidente Malagò, in via riservata, ci ha detto che non era più in grado di difendere l’Ice Rink”. È comunque lo stesso primo cittadino ad ammettere che già a settembre 2020, durante i primi incontri, erano trapelate una serie di criticità rispetto alla sostenibilità dell’opera. Il punto però è proprio questo: possibile che un’opera già finanziata con 60 milioni di euro sul piatto sia saltata per un incremento dei costi del 25%? E soprattutto davvero la situazione è cambiata in maniera così drastica nel giro di un paio di settimane?
“Il tema dell’aumento dei costi è un tema quotidiano nel senso che è attuale – ha replicato Fugatti – nell’ultima finanziaria sull’aumento dei costi delle opere avevamo messo circa 150 milioni, inoltre se ci sono contrattempi i costi aumentano sempre e questa è la situazione che abbiamo davanti. La verità è che se non avessimo tenuto duro fino a questo momento e ci fossimo ritirati prima, Baselga non avrebbe ottenuto la contropartita sportiva”.
Ma quindi a Pinè cosa resta? Il “risarcimento” per certi versi è milionario. Soldi che la Provincia mette a disposizione di tasca propria (poi si vedrà se arriverà qualcosa dalle Olimpiadi) per risanare il maltolto. Al comune dell’Altopiano andranno quindi 50,5 milioni di euro: 29,5 milioni per la parte sportiva, per riqualificare le strutture del ghiaccio di Baselga, mentre gli altri 21 milioni saranno utilizzati in accordo con il Comune per interventi sull’altopiano e nei territori limitrofi. In particolare si parla di investimenti per i laghi della zona e di un collegamento ciclabile sulla direttrice Pergine Valsugana, Piné, valli di Cembra, Fiemme e Fassa. All’incirca le stesse proposte che erano già arrivate dall’opposizione, inoltre per la ciclabile andranno trovati i fondi perché per completare l’intero collegamento serviranno circa 30 milioni.
Questa per così dire è la parte più o meno certa, il resto delle “contropartite” rientra nel campo del “possibile”. La proposta più curiosa riguarda la possibilità di portare a Pinè uno sport dimostrativo in vista delle Olimpiadi. Si tratta dell’ice stock, altrimenti noto come “birilli su ghiaccio”, che secondo Wikipedia è uno sport nato in Baviera e in Italia sarebbe praticato quasi esclusivamente in Trentino-Alto Adige. Ben più intrigante è la proposta che riguarda possibile candidatura di Piné, in una collaborazione tra Trentino e Lombardia, come sede per le Olimpiadi giovanili invernali 2028. Altre opportunità rientrano nel campo della preparazione degli atleti e per i grandi eventi sportivi internazionali, la possibile conferma come centro federale della Federazione Italiana Sport Ghiaccio e l’investimento nelle strutture per il tiro con l’arco.
Infine Andrea Gios, il presidente della Federazione Ghiaccio, è intervenuto sui possibili lavori di sistemazione dell’impianto esistente “che potrebbero rappresentare una soluzione sostenibile e utilizzabile anche ai massimi livelli”. Il numero uno della Federazione Italiana di tiro con l’arco, Mario Scarzella, si è invece espresso favorevolmente rispetto alla possibilità di costruire un impianto polivalente utile pure per le attività del tiro con l’arco. Peccato che entrambi stanno per terminare il loro mandato, proprio come la Giunta Fugatti che eventualmente dovrà essere riconfermata alle elezioni del 2023.