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Nove profughi a Tres. La Lega: "Pare il sindaco non sappia generalità e periodo d'arrivo". Il primo cittadino: "Sono due famiglie. Cinformi mi ha informato su tutto"
La Lega ha prodotto un lungo comunicato (che pubblichiamo integralmente) dove accusa Forno di sapere poco o nulla sull'arrivo dei profughi. Il sindaco smentisce: "Se i leghisti mi avessero fatto una telefonata gli avrei spiegato tutto"

PREDAIA. Nove profughi a Tres. Tutto come da accordi. Tutto previsto. "In questo modo arriveremo ad avere 22 profughi sul territorio - commenta il sindaco di Predaia Paolo Forno - raggiungendo, praticamente, la quota che ci spetta che dovrebbe essere di 23 unità. Poi si sa, le leggi nazionali non le fanno i sindaci dei Comuni. Ma siamo qui per rispettarle e quindi noi siamo pronti". Siamo pronti: eppure la Lega Nord ieri con un comunicato stampa spiega il contrario: "Secondo segnalazioni - si legge nel documento - ricevute, a Tres (Comune di Predaia) sarebbero in arrivo 9 profughi che verranno ospitati in due appartamenti messi a disposizione da un privato. Pare che il Sindaco Paolo Forno non sia al corrente né delle generalità degli stessi (provenienza, sesso, età) né del periodo in cui ciò avverrà. E ciò risulterebbe alquanto peculiare considerato che il Sindaco, tra le sue competenze, presenta anche quella relativa alla sicurezza pubblica".
"Peccato che la Lega non si sia scomodata di fare almeno una telefonata - commenta il sindaco Forno - io sono stato informato da Cinformi dell'arrivo di queste nove persone e posso anche dire che sono due famiglie. Sulle tempistiche sappiamo che c'è a disposizione un lasso di tempo utile per organizzarci e per preparare la popolazione. Abbiamo già previsto di fare delle serate nei vari sobborghi con la popolazione per comunicare la cosa e parlare di questi temi. In altre zone le abbiamo già fatte. Le due famiglie andranno a stare in edifici privati quindi non c'è nessun mistero o sentito dire".
Le segnalazioni della Lega sulla presunta estraneità ai fatti del primo cittadino, non troverebbero conferma. "Inoltre - prosegue la Lega nel suo comunicato - considerato che nella frazione di Tres risulterebbero presenti diversi edifici attualmente non abitati, il timore è quello che potrebbero arrivare altri presunti richiedenti asilo (in teoria anche in questo senso la risposta del sindaco Forno sul raggiungimento della quota prevista dovrebbe già spegnere ogni ulteriore discussione ndr) aprendo così ad una sorta di mercato immobiliare a favore dell’accoglienza di queste persone. Si tenga presente comunque che il privato non metterebbe a disposizione un appartamento per puro spirito di solidarietà e accoglienza visto che percepisce tra i 100 e i 150 euro per persona ospitata a seconda della situazione del mercato immobiliare della località in cui è sito l’immobile. Un vero e proprio business quindi alle spalle dei cittadini".
Non c'è molto altro da aggiungere. Per completezza d'informazione pubblichiamo anche il resto del comunicato stampa della Lega Nord sezione Val di Non. A ognuno di voi la possibilità di valutare quanto riportato.
"In più, come pare essere già accaduto in diverse altre occasioni, non vorremo che a Tres fossero inviati profughi espulsi da altri centri presenti in Trentino per comportamenti violenti o altre problematiche similari. Sarebbe anche opportuno sapere se gli appartamenti messi a disposizione dal privato a Tres siano conformi alle caratteristiche individuate da Cinformi considerato che, dalle segnalazioni ricevute, così non parrebbe essere. E se questo risultasse quindi vero, i profughi non potrebbero essere inviati nella frazione del Comune di Predaia!
Comunque, indipendentemente dalle caratteristiche dell’immobile, questo diktat che ora non arriva più solo dal Governo romano ma anche dalla Provincia di Trento (viste le dichiarazioni degli scorsi giorni del Presidente Ugo Rossi che avrebbe accusato i Sindaci di raccontare menzogne in merito alla non disponibilità di strutture atte all’accoglienza) non è tollerabile! Non si può obbligare una Comunità ad ospitare e nemmeno invogliare, attraverso un’offerta economica, il privato a mettere a disposizione degli immobili sfitti perché questa non si chiama di certo accoglienza!
La Provincia di Trento non può aprire al mondo intero! Non ci sono più strutture adeguate e quelle ad oggi presenti sono ormai al limite. I cittadini sono stanchi di questa situazione e non si sentono sicuri.
Il fatto poi che la maggior parte di presunti richiedenti asilo siano giovani maschi di età compresa tra i 18 e i 30 anni e che del 23% delle domande di protezione internazionale visionate dalla Commissione il 67% risulta denegato, dovrebbe far riflettere su chi davvero oggi noi stiamo ospitando! Ben venga l’accoglienza di coloro che realmente scappano da una guerra ma si provveda all’espulsione immediata di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale e che non scappano da nessuna guerra!".