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In Trentino aumentano l’oidio e la cimice asiatica: nuovi rischi per il melo
A confronto un centinaio di tecnici alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige

TRENTO. Aumenta l'oidio principalmente nelle zone collinari ed è stata registrata la presenza ormai diffusa della cimice asiatica che, preferisce decisamente colture come pero, pesco, soia, ma anche su melo sta creando o potenzialmente creerà problemi negli anni a venire.
Queste le principali evidenze registrate negli anni 2016 e 2017 al centro del dibattito che nei giorni scorsi ha visto un centinaio di tecnici confrontati alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige. Un appuntamento che ha visto sulle strategie di difesa per il melo, in particolare per le malattie fungine e gli insetti. L'evento è stato organizzato dall’Associazione Italiana protezione delle piante (AIPP), in collaborazione con le Giornate Fitopatologiche e il Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach ed ha riunito i responsabili dei Servizi fitosanitari e tecnici della consulenza del Nord Italia.
Al termine delle presentazioni Agostino Brunelli dell'Università di Bologna per i funghi e Claudio Ioriatti, coordinatore dei Dipartimenti Filiere Agroalimentari, Sperimentazione e Servizi Tecnologici del Centro Trasferimento Tecnologico, per gli insetti, hanno sintetizzato i punti salienti emersi nella giornata e questa sintesi verrà presentata alle prossime Giornate Fitopatologiche nel marzo 2018 a Chianciano Terme.
Brunelli ha richiamato situazioni di resistenza alle strategie chimiche per alcuni funghi e le modifiche climatiche che influiscono inevitabilmente anche sulla precoce comparsa di alcune malattie o sulla maggiore virulenza. Ioriatti ha posto l’accento sulle metodologie di monitoraggio che dovrebbero essere maggiormente standardizzate per ottenere dati confrontabili e le criticità ambientali che emergono inevitabilmente con l’uso di certi prodotti fitosanitari.