Bilanci in rosso per l'Arcidiocesi di Trento, patrimonio in calo di 2,3 milioni. Alotti (Uil): ''Vendano a Itea gli immobili che non interessano. Ci sono 4mila famiglie in attesa di risposte''
La Uil invita quindi il vescovo Lauro Tisi a valutare la possibile di cedere quel patrimonio che la curia non intende più utilizzare. Alotti: "Sarebbe un'ottima scelta dal punto di vista ambientale e sociale. Una soluzione per interrompere il consumo di suolo, incentivare i lavori di edilizia pubblica, le ristrutturazioni, e aumentare in modo rilevante l’offerta di alloggi"

TRENTO. "Invitiamo la curia a considerare la cessione e vendita del patrimonio immobiliare non più di interesse economico". Così Walter Alotti, segretario della Uil, che aggiunge: "Soprattutto gli edifici a Trento e Rovereto, che potrebbero passare a Itea, che ha o potrebbe trovare le risorse finanziarie necessarie per procedere alle acquisizioni".
La Uil invita quindi il vescovo Lauro Tisi a valutare la possibile di cedere quel patrimonio che la curia non intende più utilizzare. "Sarebbe un'ottima scelta dal punto di vista ambientale e sociale. Una soluzione - aggiunge il sindacalista - per interrompere il consumo di suolo, ma anche per incentivare i lavori di edilizia pubblica, le ristrutturazioni in primis e aumentare in modo rilevante l’offerta di alloggi per le oltre 4 mila famiglie in attesa da anni di risposte".
Un piano che chiama direttamente in causa la politica. "Il presidente Fugatti e l'assessora Segnana - evidenzia Alotti - dovrebbero attivarsi velocemente per avviare un'importante manovra finanziaria e immobiliare per avviare una trattativa con la curia trentina".
Una proposta di Alotti che segue la presentazione del bilancio dell'Arcidiocesi di Trento dopo la presentazione del Rapporto 2018 "La chiesa per il territorio" ai rappresentanti delle 452 comunità parrocchiali del Trentino. "La chiesa - dice Tisi - non può dimenticare che i suoi beni hanno una sola finalità: contribuire a comunicare la speranza evangelica e mostrarla nella concretezza di una mano tesa a chi fa più fatica. Rendere conto è da adulti, è un atto responsabile in quanto la trasparenza è bellezza".
Nel corso dell'appuntamenti la curia ha tracciato anche l'impegno della chiesa trentina sul fronte della povertà con il resoconto della distribuzione dei fondi dell'otto x mille e dei servizi offerti nel corso dell'anno da Caritas e Fondazione comunità solidale a quasi tremila persone in situazione di bisogno incontrate nei Centri di ascolto sul territorio.
Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l’86% del totale attivo di 113,4 milioni euro e sono dovute per 38,6 milioni euro a terreni e fabbricati strumentali (utilizzati per la propria attività) e per 26 milioni euro a terreni e fabbricati non strumentali.
Le immobilizzazioni di natura finanziaria sono pari a 31,1 milioni euro (in lieve diminuzione rispetto al 2017). All’interno di questa quota, poco più di 27 milioni di euro sono relativi al 21,7% del capitale dell’Istituto di sviluppo atesino (Isa), istituito nel 1929. Il patrimonio netto di Arcidiocesi si attesta a 74,6 milioni euro, in flessione del 3% rispetto al 2017, a seguito della perdita dell’esercizio 2018 di 2,3 milioni euro.
La perdita è generata dalla differenza tra ricavi per 8,2 milioni euro (l’aumento di 422 mila euro rispetto al 2017 è dovuto ad eventi straordinari e non ad una crescita delle entrate ordinarie) e costi (comprensivi delle imposte) per 10,5 milioni euro, caratterizzati, come segnalato nell’esercizio precedente, da notevoli elementi di rigidità.
Come l'anno scorso, Claudio Puerari (economo diocesano) ha messo in evidenza la delicata gestione economica dell’arcidiocesi, chiamata a fronteggiare, strutturalmente, impegni di spesa particolarmente articolati, anche a beneficio delle diverse Entità diocesane, con entrate caratterizzate da permanenti elementi di incertezza.
Alla luce di questa situazione, l'economo ha evidenziato l’importanza di ricercare margini di efficienza nel campo gestionale-economico, come avvenuto nel 2018 in ambito organizzativo, al fine di perseguire prospettive di sostenibilità durevole delle esigenze pastorali della diocesi. In questa ottica, è stato segnalato l’importanza di serie riflessioni sulle modalità di ottimizzare la gestione del patrimonio disponibile, sulla razionalizzazione delle attività di gestione e sul contenimento dei costi di funzionamento.
Tra gli impegni sul versante della povertà sono state portate all'attenzione della platea anche tre storie dell'attività ecclesiale sul territorio: l’ospitalità in appartamento della diocesi per le famiglie dei malati in cura a Protonterapia, la disponibilità delle canoniche in val di Non per persone con disagio psichico (in convenzione con l’Azienda sanitaria) e la preziosa collaborazione tra parrocchie avviata in Vanoi, come raccontato anche stamani dal vivo in sala.
Un focus nel Rapporto è quindi dedicato all’attività formativa e culturale con Seminario, Vigilianum e museo diocesano, mentre la parte finale della sezione descrittiva si è concentrata sul restauro della cattedrale e sui lavori di consolidamento delle facciate di palazzo Ceschi, sede di curia, riportato nel dicembre 2018 al colore originario.