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Coronavirus, il grido d'allarme dei maestri di sci: ''Non lavoriamo da quasi un anno e non abbiamo potuto accedere a nessun ristoro: perso già il 50% di fatturato''
Un comparto molto importante: sono 2.800 nel solo Trentino gli iscritti all'albo del Collegio provinciale, riuniti in 54 scuole di sci. Un settore che coinvolge circa 15 mila professionisti in tutta Italia. Panizza (presidente del Collegio trentino dei maestri di sci): "La Pat ci ha promesso sostegni, ma piazza Dante aspetta il governo prima di decidere eventuali misure"

TRENTO. "La situazione è critica: non lavoriamo da marzo e la nostra attività è fortemente stagionale". Così Mario Panizza, presidente del Collegio maestri di sci del Trentino. "E' già sfumato il 50% del nostro fatturato a causa dell'epidemia Covid-19 tra novembre, dicembre e gennaio e, purtroppo, in questo momento non possiamo accedere a nessun ristoro".
Sono ore decisive per quanto riguarda il prossimo Dpcm, però l'ipotesi di aprire gli impianti da lunedì 18 gennaio sembra complicata, tanto che la Conferenza delle Regioni, in vista di un nuovo rinvio, ha chiesto al Governo di assumere un impegno nei confronti del settore turismo, garantire ristori
certi, immediati e proporzionati alle perdite subite. Il Comitato tecnico scientifico intanto avrebbe già parzialmente esaminato le linee guida inviate dai territori dell'arco alpino, sono emerse alcune preoccupazione ma la decisione finale è fissata per venerdì prossimo.
Un tema centrale in questo momento è quello dell'apertura degli impianti. La Provincia di Bolzano intanto ha già deciso: semaforo verde (Qui articolo). Il Trentino tergiversa, si dice pronto a partire ma attende le indicazioni da Roma, anche perché piazza Dante non si sarebbe dotata nei mesi scorsi di una legge provinciale da agganciare alle ordinanze e reggere (più nel tempo che nella sostanza) a eventuali impugnative del governo (quello che potrebbe fare anche la val d'Aosta). Si rischia il ripetersi di quanto avvenuto con bar e ristoranti.
A guardare ci sono i maestri di sci, forse tra le categorie più colpite in questa fase dell'emergenza coronavirus e fermi ai box praticamente da marzo scorso. Ora sono in attesa di capire il futuro di quello che resta di una stagione mai iniziata. "Escluso qualche manifestazione di protesta - dice Panizza - abbiamo sempre cercato di mantenere un profilo basso per trovare una concertazione, però diventa sempre più difficile. Non lavoriamo da quasi un anno e il nostro protocollo è stato approvato dall'Apss già a ottobre dell'anno scorso. Certamente siamo preoccupati come tutti della situazione degli ospedali sotto pressione ma i dati dimostrano che gli incidenti durante le lezioni sono molto bassi, quasi nulli, quindi possiamo garantire la massima sicurezza".
Un comparto molto importante: sono 2.800 nel solo Trentino gli iscritti all'albo del Collegio provinciale, riuniti in 54 scuole di sci. Un settore che coinvolge circa 15 mila professionisti in tutta Italia.
"In provincia circa 2.300 maestri - continua il presidente dei maestri di sci - sono residenti sul territorio e per oltre 1.500 persone questo è il lavoro principale. La situazione è veramente difficile: solo il 2% è composto da liberi professionisti, gli altri rientrano in una tipologia associativa particolare per la quale non ci sono coperture. Lavoriamo in sinergia con impiantisti, albergatori e altri settori per un fronte unito. Abbiamo sollecitato la Provincia e soprattutto il governo a trovare risposte e soluzioni, continuiamo a chiedere attenzione".
Ben pochi, quindi, i professionisti che sono riusciti a poter accedere a ristori, bonus e interventi statali. "La normativa ci taglia fuori. Ci rendiamo conto - evidenzia Panizza - che il momento è difficile per tutti ma rispetto a bar e ristoranti non abbiamo più riaperto le nostre attività da marzo e non possiamo nemmeno beneficiare di eventuali misure del governo perché le normative ci tagliano fuori per la struttura un po' atipica e peculiare di questo mestiere".
I maestri restano in attesa anche di indicazioni da parte di piazza Dante. "Ci confrontiamo spesso con la Provincia, ci è stato promesso e prospettato un sostegno, ma l'esecutivo aspetta il governo per eventualmente completare l'intervento", conclude Panizza. Insomma, sono ore importanti per avere qualche certezza in più, anche sul fronte dei ristori a questo mondo professionale, un pilastro del movimento turistico invernale.