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Da ciclista a designer, il noneso Valentino Borghesi primeggia fra 2.500 progetti al "Designflows": "Una passione che mi è stata trasmessa da mio padre"
Valentino Borghesi, 34 anni e originario di Revò, ha vinto la terza edizione del contest internazionale "Designflows" per progettare il design di un'app. Al concorso si sono presentate 2.500 proposte da tutta Europa sulla base di un preciso tema e da svolgere in 60 ore. L'intervista de Il Dolomiti: "Dopo aver ottenuto il secondo posto l’anno scorso, speravo di ottenere un buon risultato anche questa volta"

TRENTO. È stato il noneso Valentino Borghesi a vincere la terza edizione del contest "Designflows", la sfida internazionale per progettare il design di un'app. "È stata una grande soddisfazione - ha dichiarato - Dopo aver ottenuto il secondo posto l’anno scorso speravo di ottenere un buon risultato anche questa volta".
Borghesi, 34 anni e originario di Revò, ora è direttore creativo in Publicis, agenzia internazionale di comunicazione con sede a Milano. Alle spalle ha anche un passato da ciclista fino ai suoi 23 anni, quando ha deciso di dedicarsi interamente alla sua carriera da designer. Laureato al corso di "Design della comunicazione" al Politecnico di Milano, ha trascorso moltissimo tempo all'estero per collaborare con diverse startup, in Australia, Olanda e Germania, occupandosi oltre che di design anche di comunicazione.
Al concorso, che ha sfruttato la meccanica dell’hackathon, sono arrivate 2.500 proposte da tutta Europa, per lo sviluppo dell'estetica di un’app sulla base di un preciso tema e in un tempo limitato di 60 ore. Il tutto da remoto per poi inviare il proprio progetto tramite il sito del contest in forma anonima.
Un passione di famiglia quella del design, trasmessa dal padre Renato, fondatore insieme ai suoi 2 fratelli della "Borghesi grafica", inizialmente nata come tipografia e diventata poi uno studio di grafica e comunicazione.
Borghesi ha raccontato a Il Dolomiti non solo la sua vittoria e il contest, ma anche la passione per la sua attività.
Primo posto al "Designflows". Te lo aspettavi e cos’ha significato per te questa vittoria?
Dopo aver ottenuto il secondo posto l’anno scorso speravo di ottenere un buon risultato anche quest’anno. Poi tra dire e fare c’è molta differenza. Inoltre, quest’anno il concorso era aperto per la prima volta a partecipanti di tutta l’Europa il che ovviamente ha reso tutto più difficile, ma ha anche moltiplicato la soddisfazione nel vincere.
Qual è stato il progetto che hai presentato?
Ogni anno il tema è diverso. Quest’anno il brief era quello di progettare un’app per il noleggio di attrezzi per il fai da te.
Mediamente quanto ci si impiega per progettare il design di un’app?
È un processo che varia molto in base alla complessità. Normalmente richiede diverse settimane fino ad arrivare a mesi. In questo caso si trattava di progettare le schermate principali visto il tempo a disposizione.
Da dove arriva l'idea di partecipare a questo contest?
Il contest è promosso dall’agenzia milanese Bending Spoons, leader internazionale nel mondo delle App per iPhone e Android con più di 450 milioni di download. Io li seguo da diversi anni e partecipare è stato abbastanza naturale.
Hai un passato da atleta nel mondo del ciclismo. Hai abbandonato lo sport per dedicarti al mondo del design?
Ho corso in bici da quando avevo 7 anni fino all’età di 23. Per me era diventato un lavoro, ma poi per problemi fisici non riuscivo più a rendere al 100%. Nell’ambiente agonistico se non puoi dare il massimo sei tagliato fuori, quindi ho deciso di rimettermi a studiare Design, una passione che avevo fin da piccolo soprattutto per merito di mio padre.
Borghesi grafica è un’azienda a conduzione famigliare. Hai un ruolo al suo interno?
Io e mio fratello abbiamo collaborato con mio padre, che gestisce lo studio, nel corso degli anni ma abbiamo deciso di intraprendere la stessa strada in maniera autonoma. Non è detto che in futuro non ci sia di nuovo un progetto o uno studio che ci unisca. La Borghesi ci ha insegnato molto ed è grazie alla passione che nostro padre ci ha trasmesso per il design e la grafica che oggi ci ritroviamo entrambi a lavorare in questo campo.
Progetti futuri?
Per ora rimarrò a Milano insieme alla mia compagna e continuerò ancora per qualche anno a lavorare tra l’Italia e l’Olanda. Poi in futuro chi lo sa, magari torneremo insieme in Val di Non aprendo uno studio tutto nostro.