Corsi di italiano per stranieri: "Le richieste sono in aumento ma mancano gli spazi". L'allarme delle associazioni: "Chiediamo il supporto delle istituzioni"
La Rete italiano a Trento offre servizi di fatto assenti sul territorio, come nel caso dei corsi per donne con servizio di baby-sitting o rivolti a persone che non possono accedere ai servizi istituzionali. Richieste, quelle da parte delle persone straniere che vorrebbero poter imparare l'italiano, in continuo aumento: "Vorremmo continuare ad offrire il nostro supporto ma gli spazi a disposizione non bastano"

TRENTO. Alla vigilia dell'anno in cui Trento diventerà ufficialmente Capitale europea del Volontariato sono differenti le richieste che la Rete italiano a Trento si augura non rimangano inascoltate. Appelli lanciati anche attraverso una conferenza stampa ospitata in casa Sat, per raccontare l'urgenza di rispondere al crescente numero di persone straniere che richiede di partecipare ai corsi di italiano e alla necessità di trovare nuovi spazi da mettere a disposizione.
La Rete Italiano a Trento è una rete di coordinamento tra le realtà attive nel supporto all'apprendimento della lingua italiana per persone straniere. È composta da diversi enti, gruppi e associazioni che si sono riuniti nel 2018 a seguito della cancellazione di servizi primari per i richiedenti asilo. Nonostante il Decreto Legge 130/2020 Lamorgese, che ha ripristinato il servizio alfabetizzazione a cura degli enti gestori dell'accoglienza, l'afflusso di persone che si rivolgono alla rete è rimasto alto, come ribadito durante la conferenza stampa.
Una rete che offre servizi di fatto assenti sul territorio, come nel caso dei corsi per donne con servizio di baby-sitting o rivolti a persone che non possono accedere ai servizi istituzionali. Richieste, quelle da parte delle persone straniere che vorrebbero poter imparare l'italiano, in continuo aumento: "Ad un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina e con il costante incremento dei flussi migratori verso il nostro Paese, offrire un supporto alle persone migranti continua ad essere per noi un impegno civile imprescindibile, oltre che un'esperienza umana preziosa, per attenuare paure, diffidenze e per dar vita ad un clima di serena convivenza", dichiara Valerio Rigo, vicepresidente dell'associazione Il Gioco degli Specchi, parte della Rete.
Domande che non potranno che aumentare, considerato il vuoto istituzionale che si 'ingrandirà' ancora a causa dell'entrata in vigore della conversione in legge del cosiddetto decreto Cutro, che nuovamente cancella, oltre ad altri servizi, anche quello dedicato all'apprendimento della lingua italiana.
"Al momento contiamo una sessantina di corsisti per i corsi serali de Il Gioco degli Specchi, una trentina per i corsi dedicati alle donne, una cinquantina per Liberalaparola e nella scuola Penny Wirton, 25 ai corsi di Oratorio di Sant’Antonio, associazione Ama-Auto Mutuo Aiuto e Casa Padre Angelo - viene raccontato -. Negli ultimi anni, come Rete, abbiamo ripetutamente evidenziato i bisogni del territorio e formalizzato alcune richieste per noi fondamentali, come un minimo di supporto economico e, soprattutto, la richiesta di spazi adeguati alle attività".
Proprio in relazione alla carenza di luoghi in cui potere ospitare i corsisti, tra i quali non mancano anche mamme con i loro bimbi, è stata convocata la conferenza stampa, "chiedendo alle istituzioni azioni concrete". Il dialogo con l'amministrazione comunale di Trento ha già portato ad alcuni passaggi cruciali: è stato concesso ad esempio l’utilizzo della circoscrizione di San Giuseppe/Santa Chiara. Ciononostante, gli spazi sono sempre insufficienti e, a fronte di un elevato numero di volontarie che consentirebbe di accogliere molte più corsiste, siamo costretti a ricorrere alle liste d'attesa".
Problematica che nelle ultime settimane non ha fatto che aggravarsi, in particolare in seguito allo spostamento del gruppo Aci nel palazzo di via Lunelli che ospita anche il Cinformi, togliendo all'associazione Il Gioco degli Specchi la possibilità di utilizzare le aule del primo piano "lasciando così una sessantina di persone prive di un riferimento essenziale per il proprio percorso di integrazione. Negli ultimi mesi Il Gioco degli Specchi ha provato più volte a contattare Comune e Provincia per cercare di trovare una soluzione alternativa, ma purtroppo senza risultati", fa sapere ancora Rigo.
"Per questi motivi chiediamo alle istituzioni trentine e a tutti gli enti privati che vogliano supportare la Rete di aiutarci a trovare una sede idonea al prosieguo delle nostre attività, in modo da non abbandonare le persone che frequentano i nostri corsi". Difficoltà che si sommano a quelle di chi negli ultimi anni è approdato in Trentino con grandi speranze, trovandosi invece dinanzi a una carenza di alloggi che si fa sempre più sentire: "Sono sempre più le persone costrette a vivere sotto ai ponti - rivelano i volontari -. Frequentano i nostri corsi non soltanto per imparare la lingua ma anche perché la scuola ormai è diventata un luogo dove stare bene e un punto d'incontro: c'è molta sofferenza".