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"Durante i miei anni in carcere e in comunità ho continuato a scrivere", storia di Stefania Boccagni: "Ho commesso tanti errori ma ho imparato che si può ricominciare"

"Andavamo in macchina a Milano o Bergamo a prendere chili di marijuana, hashish o metanfetamine che rivendevamo nella zona dell'Alto Garda e Ledro. Questo, fino al giorno del mio 'blackout', quando sono entrata in una casa imbrattando i muri e dando fuoco al garage non consapevole di quanto stessi facendo". Toccato il fondo, Stefania Boccagni non ha potuto che cominciare, a poco a poco, a 'risalire': "Sono stata in carcere 9 mesi e poi diversi anni in comunità. La mia salvezza è stata la scrittura: così ho capito che nella vita si può ricominciare"

Di Sara De Pascale - 30 settembre 2023 - 06:01

LEDRO. "Non mi è mai mancato nulla dalla famiglia o dagli amici, insomma, dalla vita". Sono le parole di Stefania Boccagni, classe 1995, che a Il Dolomiti racconta la sua storia, fatta di alti e bassi ma soprattutto di rinascita: "Ho deciso di espormi, mettendoci la faccia, per dimostrare alle persone che dai problemi, se lo si vuole, si può davvero uscirne". 

 

"Vengo da una famiglia agiata: non mi è mai mancato nulla - ribadisce la 28enne guardando al suo passato -. Questo però non toglie che, nonostante si abbia tutto, si possa finire per cadere, magari anche molto in basso". Boccagni parte a raccontarsi dall'adolescenza, "quel periodo in cui tutti siamo un po' ribelli e finiamo per commettere qualche errore - premette -. Frequentavo persone a Ledro, luogo da cui provengo, che si erano trasferite in zona da Brescia o Milano e insieme a loro ho cominciato non soltanto a fare uso di droghe e partecipare a rave ma anche a vendere sostanze stupefacenti".

 

"Allora avevo solo 17 anni: nella compagnia di amici l'età variava dai 15 ai 30 anni. Insieme avevamo dato vita a una sorta di 'società a delinquere' - spiega -. Andavamo in macchina a Milano o Bergamo a prendere chili di droga come marijuana, hashish o metanfetamine che rivendevamo nella zona dell'Alto Garda e Ledro ma anche nelle Giudicarie". Uno stile di vita che ha condotto nel tempo Stefania anche a lasciare la scuola per "dedicarmi in toto a fare la delinquente": "Allora 'avevamo in mano' un po' di tutto, come in Blow: in quel film rivedo molto di quanto abbiamo fatto e vissuto". 

 

Questo, fino al giorno in cui la giovane non è stata fermata dalle forze dell'ordine: "Non so cosa mi fosse successo quel giorno - confessa -. Avevo deciso di smettere di fare uso di sostanze e, complice forse l'astinenza, ho vissuto una sorta di 'blackout'. Mi sono introdotta in una casa (che si è rivelata poi essere quella di un pubblico ufficiale ndr) dove ho imbrattato i muri con dello spray e dato fuoco al garage: senza che nemmeno me ne fossi resa conto, quando mi sono ripresa ero già in caserma davanti ai carabinieri". 

 

Così, l'allora 19enne è stata condotta a Spini di Gardolo dove ha scontato 9 mesi di carcere, per poi essere spostata nella comunità Voce Amica per 1 anno e 9 mesi e poi ancora a Maso San Pietro, "dove sono rimasta 2 anni. Insomma, 5 anni lontana da casa, tempo che mi ha permesso di comprendere gli errori fatti e di imparare moltissimo - fa sapere -. Un lungo periodo durante il quale non ho mai smesso di studiare (ha così ottenuto il diploma di maturità ndr) ma soprattutto di scrivere". 

 

Grazie all'instancabile voglia di racontare e raccontarsi sono così nati, uno dopo l'altro, due libri e un contributo in un terzo volume. Il primo dei quali scritto a quattro mani con Beppino Taufer, fondatore di Maso San Pietro: "È iniziato grazie a lui il mio percorso di scrittrice, passione che vorrei un giorno potesse diventare un lavoro a tempo pieno", ammette. Dopo "Un viaggio interiore per una vita migliore" è uscito "Il tempo di un amore" e non manca un contributo di Stefania anche nel volume "Gardesana", nel quale appare una poesia "dedicata a un amico che mi ha sostenuta nei momenti difficoltà in comunità: un vero pilastro per me". 

Nel 2021 Boccagni è finalmente tornata nella sua Ledro, dove ha riallacciato i rapporti con la famiglia e dove ha deciso di darsi la possibilità di ricominciare a partire da un bagaglio ricco di errori e lezioni imparate, così com'è la vita: "Attualmente convivo con mia nonna: non è stato facile, ma nel corso dei mesi abbiamo imparato ad andare d'accordo - conclude -. Sto attualmente lavorando in un supermercato ma mi piacerebbe molto diventare una scrittrice. Non mi pento di quello che ho fatto: credo di aver 'pagato' per i miei errori. Ho avuto la sfortuna di cadere ma anche la fortuna di rialzarmi. Oggi, non a caso, sono qui a raccontare ai giovani ma anche ai genitori che, se lo si vuole con tutto il cuore, si può uscirne". 

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