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Il Centro Sportivo di Terlago, una cattedrale nel deserto. Il Comune di Trento lo vorrebbe acquisire e sistemare, ma l'Asuc non molla e detta le condizioni. Situazione di stallo

Ormai inutilizzato da due anni, il cento versa in stato totale di abbandono. Lo scambio perequativo è attualmente infattibile (Asuc, in cambio, vorrebbe terreni in zona Viote) e non prende in considerazione l'ipotesi affitto conto vendita o cessione, per la quale era pronto 1 milione di euro da parte del Comune

Di Daniele Loss - 18 settembre 2023 - 13:32

TERLAGO. Una cattedrale nel deserto. La locuzione è forse un tantino “forte” (Don Luigi Sturzo l’aveva coniata nel 1958 per indicare grandi e costose imprese industriali realizzate a carico dello stadio in zona considerate inadatte), ma è perfetta per inquadrare una situazione che definire kafkiana è puro eufemismo.

Nel caso specifico l’oggetto è il Centro Sportivo di Terlago quello che, sino a non troppi anni or sono, era considerato una delle “cittadelle dello sport” più belle e soprattutto polivalenti dell’intera Provincia.


Adesso la struttura, situata nella piana antistante il centro abitato di Terlago, versa in stato di totale abbandono e immobilità: i tre campi da calcio (due regolamentari e uno da calcio a 7) sono invasi dalle erbacce, così come la pista d’atletica. Gli spogliatoi e il palazzetto sono vuoti da almeno tre anni, così come il bar/ristorante, con tutte le problematiche legate ad impianti inutilizzati e, quasi certamente, ormai fuori norma. Stesso discorso vale per la sala congressi situata al primo piano della palazzina, da sempre punto di raccolta in particolari occasioni per le massime istituzioni sportive (Figc e Coni) per corsi allenatori, aggiornamenti e conferenze.

Insomma, quello che dovrebbe essere un “gioiellino” a disposizione della Comunità della Valle dei Laghi, ma anche della città (il centro sportivo dista a soli 8 minuti di macchina dal capoluogo) appare come un rudere la cui situazione è destinata esclusivamente a peggiorare.

 

Il motivo? Una clamorosa controversia, un “non mettersi mai d’accordo” (certamente non per colpa di entrambe le parti) che sta avendo conseguenze pesantissime per la struttura ma, soprattutto, per i potenziali utenti (e le relative famiglie), costretti a rivolgersi altrove per la pratica dell’attività sportiva o, nei casi più estremi, anche ad interromperla per mancanza di… strutture.

 

I soggetti interessati sono l’Asuc (Amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico) di Vigolo Baselga, proprietaria dei terreni sui quali sorge il Centro Sportivo di Terlago e il Comune di Trento, che ha giurisdizione su quell’area, pur la struttura costruita nei pressi del Comune di Vallelaghi, spettatore più che interessato della vicenda.

 

L’Asuc di Vigolo Baselga, presieduta da Flavio Franceschini, è entrata in possesso delle chiavi della struttura il 20 luglio 2021 dopo una lunghissima controversia legale (iniziata addirittura nel settembre 2006 con l’invio della prima lettera), con il Gruppo Sportivo Trilacum, che gestiva la struttura. La vicenda si è conclusa in Cassazione, con il ribaltamento dei precedenti due gradi di giudizio.

 

A quel punto tutto sembrava scritto e la situazione risolvibile in pochi passi con Comune di Trento e Asuc che avrebbero trovato l’accordo secondo uno scambio perequativo: l’Asuc avrebbe ottenuto alcuni terreni sul Monte Bondone e l’area del Centro Sportivo Sportivo sarebbe passata a Palazzo Thun che - successivamente - avrebbe stipulato una convenzione con la Trilacum per la gestione quotidiana del Centro Sportivo.

 

Non a caso abbiamo utilizzato il condizionale, perché il “lieto fine”, ad oggi, non c’è mai stato con il risultato che il Centro Sportivo è abbandonato e fermo. Le cause? Non si è trovato l’accordo.

 

“Abbiamo avanzato diverse proposte ad Asuc, con cui ci siamo incontrati anche pochi giorni or sono - spiega Mariachiara Franzoia, Assessora Comunale al bilancio, tributi, patrimonio, coesione e servizi territoriali e progetti europei - ma abbiamo sempre ricevuto risposte negative. Abbiamo proposto di acquistare i terreni (per una cifra vicina al milione di euro, ndr), di stipulare un contratto d’affitto di lunga durata in conto vendita e in ballo c’è ovviamente anche lo scambio perequativo ma, da parte dell’interlocutore, pare esserci interesse esclusivamente per i terreni delle Viote (che il Comune di Trento non intende cedere, ndr) e non per altre aree che erano state individuate. Bisogna tenere presente che le strutture costruite sull’area sono state realizzate con soldi del Comune e contributi provinciali e, dunque, stiamo parlando della proprietà dei soli terreni. La struttura, al momento, è fatiscente e, da stime dei tecnici, servirebbero oltre 2 milioni di euro per rimetterla in sesto e a norma, un investimento importantissimo. Da parte nostra c’è sempre stata la massima disponibilità per trovare una soluzione, che sta fortemente penalizzando la comunità della Valle dei Laghi e, soprattutto, priva anche la città di Trento di un potenziale centro sportivo a due passi dal capoluogo”.

 

E la posizione di Asuc quale è? Franceschini ha sempre ribadito che “dietro la questione ci sono dinamiche complesse, ed io da presidente ho il dovere di tutelare un bene della comunità, come ci è stato riconosciuto in più sentenze giudiziarie. Le nostre motivazioni sono valide, solide e documentabili: lì nei decenni che furono c’è stata una occupazione abusiva di terreni, e questo comporta tutta una serie di responsabilità che all’apparenza la gente, ovviamente, non conosce”.

 

L’ente di Vigolo Baselga, che ha il compito amministrare, tutelare e valorizzare i beni di uso civico e le proprietà collettive di appartenenza delle frazioni comunali su quella proprietà deve pagare l’Imis (circa 20mila euro l’anno) e non sembra intenzionata a prendere in considerazione la “semplice” vendita dei terreni. Dunque o si attua il “famoso” scambio perequativo (ma non c’è accordo sulle aree: Asuc vorrebbe le Viote, Palazzo Thun ha un grande progetto di rilancio del Bondone e, dunque, non può privarsi della Piana), oppure si discute sull’affitto, ma in questo caso non c’è assolutamente accordo (e nemmeno vicinanza) riguardo le cifre.

 

Il Comune vorrebbe abbattere i costi (considerati anche i 2 milioni e più da spendere per riqualificare la struttura), ma Asuc - almeno per il momento - rimane ferma sulle proprie posizioni.

 

“Di cederlo non se ne parla, al massimo si parla dello scambio” ha ribadito Franceschini, che auspica anche di “trovare una soluzione nel minor tempo possibile per il bene della comunità”. Senza però recedere un minimo dalle proprie posizioni

 

Il Comune di Vallelaghi, in tutto questo, non è solamente spettatore della cosa anche se, formalmente, il sindaco Lorenzo Miori non ha strumenti per intervenire.

“Da un punto di vista istituzionale - spiega - la “partita” è tra Comune di Trento e Asuc ma, ovviamente, interessa fortemente anche a noi. Infatti abbiamo sempre partecipato alle riunioni pubbliche e ci siamo detti disponibili a fornire aiuti concreti per la riqualificazione e messa a norma é,dell’area. Ho anche cercato di interloquire personalmente con Asuc perché, alla fine di tutto, chi ci rimette è l’intera comunità e tutti i giovani che non hanno più la possibilità di praticare attività sportiva. Come Amministrazione Comunale auspichiamo che si possa trovare una soluzione in tempi brevi”.

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