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I ragazzi del Liceo Vittoria in "aiuto" all'istituto Russel di Cles. Restaurate opere di Umberto Mastroianni

Umberto Mastroianni le aveva create nel 1990 omaggiando con la sua perizia artistica il lavoro della conceria Dusini

Di Carmine Ragozzino - 18 maggio 2017 - 13:11

CLES. Una scuola. Un liceo, a Cles. Un preside appassionato e lungimirante nel credere nella forza delle sinergie tra scuole diverse. Un’altra scuola, a Trento, distante una quarantina di chilometri. E in quella scuola, il Vittoria, tanto talento: in formazione. La formazione artistica. E ad orientare la creatività verso una professione, al Vittoria operano docenti  a loro volta appassionati. E capaci.

 

Sono convinti che quando l’arte esce dai laboratori dove si impara la lezione, quando alle capacità dei giovani  viene dato modo di misurarsi con il territorio, di integrarsi al territorio,  il valore dell’istruzione cresce. Eccome se cresce.

 

Ma non è tutto qui. C’è anche la presenza di un grande  post futurista scomparso nel 1998 che s’è espresso alla grande nella pittura e nella scultura: Umberto Mastroianni. E c’è il lavoro: la fatica, il sudore,l’ odore acre di pelli da conciare. Un’attività che portò occupazione laddove c’era miseria.

 

C’era una conceria, la “Dusini”, che un tempo stava a Cles un attimo sopra il luogo dove ora sta il polo delle scuole superiori. Da questi intrecci è nata l’opera da qualche giorno regala fascino, prestigio e curiosità a chi entra – da sopra – al liceo Russel di Cles.

 

Gli studenti di una classe del Vittoria – la quarta E della sezione figurativo e design – sono andati in trasferta per alcuni giorni nel centro noneso. Chiamati dal dirigente del Russel a “ resuscitare”due esempi importanti, significativi alquanto, del rapporto tra l’arte e la piccola industria. Una rinascita a colpi di pennello, ma prima ancora a base di un attento e per nulla semplice restauro anti degrado di legno e ferro che il tempo aveva ridotto ad arrugginito, “tarlato” e muschiato degrado.

 

Si tratta delle due opere che Umberto Mastroianni aveva creato nel 1990 omaggiando con la sua perizia artistica il lavoro della conceria Dusini. Mastroianni aveva creato trasformato in  una scultura/dipinto un’enorme tino da concia, così come s’era ingegnato su un altro pezzo di macchinario tra i tanti che servivano alla lavorazione delle pelli e alla loro trasformazione in cuoio ad molteplice uso.

 

Nel 2000 un professore d’arte del Russel,  Franco Lancetti,  s’era impegnato a valorizzare insieme le creazioni di Mastroianni e le testimonianze industriali della conceria. Nacque un piccolo museo di attrezzi e macchinari dentro la scuola. Il museo durò quel che durò. E fu un peccato.

 

Una perdita che si trascinò negli anni fino all’incontro recente tra l’attuale dirigente del Russel, Mario Turri, e Alberto Larcher, docente del Vittoria che da artista del mosaico conosce e ama la meravigliosa tecnica dell’assemblaggio creativo di ogni materiale povero, da discarica delle memorie.

 

Turri e Larcher, insomma, hanno deciso che era tempo di salvare da un assurdo dimenticatoio le due opere di Mastroianni. Il liceo delle arti, il Vittoria, s’è dunque organizzato così come accade ogni anno per decine di progetti “esterni” delle scuola. A Cles hanno lavorato giorni un gruppo motivato di studenti, a maggioranza femminile, lo stesso Larcher ed i professori Pasquali e Marsilli.

L'opera di Umberto Mastroianni al Russel di Cles ristrutturata dagli studenti del Liceo Vittoria

 

E a Pasquali, mister legno al Vittoria, è toccato il delicato compito di tappare, ad arte, buchi e fessure che nel tempo avevano minato non poco tinozza da concia e mega coperchio. E poi – grazie allo studio e all’apporto indispensabile di Ileana Ianes, restauratrice, il via alla rinascita delle due testimonianze d’arte post industriale firmate Mastroianni.

 

Una resurrezione colorata, concentrata verso ogni dettaglio, orientata a riproporre il disegno e le tinte originali di un pittore/sculture centrale nell’arte del Novecento. Il tutto sulla base di una foto scattata ai tempi del primo recupero, in quell’anno 2000 che il degrado e l’abbandono avevano reso un anno molto più lontano dei 17 che lo separano dall’oggi.  

 

La grande opera di Mastroianni che gli studenti del Vittoria hanno fatto tornare viva è un richiamo alla passione dell’artista di Fontana Liri, (Frosinone), per quel Giappone che nel corso della sua prestigiosa carriera lo aveva insignito di una sorta di Nobel dell’arte contemporanea.

 

Cerchi, borchie e colori solari. Un’esplosione di vitalità e di solarità nella trasformazione artistica di un manufatto che di solare doveva avere ben poco se si pensa alla durezza del lavoro in conceria. Ma era, quello della Conceria Dusini, un lavoro che a Cles e alla val di Non ha dato reddito per decenni. E per la qualità della produzione, ha dato anche lustro non solo nazionale a quello storico trattamento delle pelli, a quel tradurre in suole, cinture, cinghie e molto altro la carcassa di un animale.

 

Guardare alla storia con la lente dell’arte è una gran bella operazione. E nella rinascita del monumento industriale di Mastroianni c’è stata anche l’occasione per rinverdire  l’intenso rapporto di amicizia che si era creato tra l’artista di fama internazionale e Oliviero Dusini.

 

Mastroianni, lo scultore/pittore partigiano, zio dell’indimenticabile attore Marcello, nei suoi periodi clesiani,  (mesi estivi di relax e brindisi proprio dai Dusini), lasciò più di un segno d’arte alla Conceria. E no sono solo i quadri di una collazione da invidia. Sono sculture minimal costruite con gli attrezzi, porte dipinte di un capannone ed altro che nello spazio giardino dell’ex conceria sono oggi una galleria a cielo aperto che inorgoglisce il figlio ed il nipote del fondatore. La mega ruota a colori all’ingresso del liceo Russel è tornata ad essere il monumento, la testimonianza, più suggestiva e significativa della presenza di Mastroianni – ma anche della conceria, a Cles.

 

Per il liceo Vittoria di Trento, per i ragazzi e gli insegnanti che si sono impegnati a restaurare e dipingere, è l’ennesimo progetto da inserire in un portfolio davvero ricco. Una sequenza di interventi esterni con i quali il liceo delle arti si fa conoscere e apprezzare da tutti a suon di commesse e premi.

 

Da tutti meno che da una Provincia cronicamente indifferente alle gravi sofferenze logistiche della scuola. Una Provincia che sembra perfino accanirsi sulla formazione artistica – segno di una visione del futuro a somma zero - quando decide di tagliare corsi storici come quello di arredamento e ambiente. Ma proprio quel corso, al Vittoria, reagisce alla mannaia dell’assessorato all’istruzione con una verificabile crescita di iscritti. Una crescita che smentisce i ragionieristici - e sbagliati - calcoli  “ragionieristici” della Provincia.

 

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