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Il Paese che accoglie oltre un milione di migranti, anche il Dolomiti con Acav in Uganda
Oggi sono 36 i conflitti in corso e 13 le situazioni altamente conflittuali: Acav-Associazione centro aiuti al volontariato e Associazione culturale 46°Parallelo tornano in campo per una nuova sfida, un dossier per raccontare il mondo

TRENTO. Acav-Associazione centro aiuti al volontariato e Associazione culturale 46°Parallelo tornano in campo per una nuova sfida, un dossier settimanale per raccontare il mondo.
Dopo 'Caravan', il bollettino radiofonico settimanale, l'informazione si arricchisce con 'Informazione e guerra: una strada per la pace', una piattaforma web per approfondire temi globali e le ragioni che portano ai conflitti.
Questo progetto, finanziato della Provincia di Trento, si pone l'obiettivo di sviluppare una posizione critica e consapevole sui temi della guerra e del conflitto attraverso l'informazione.
Il notiziario radio, quello web, insieme all’annuario dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo (Qui info complete) rappresentano dei mezzi per raccontare il mondo, le guerre, le ragioni che portano ai conflitti armati e hanno come obiettivo finale quello di sviluppare per quanto possibile il senso di 'cittadinanza mondiale'.
Oggi sono 36 i conflitti in corso e 13 le situazioni altamente conflittuali: praticamente uno Stato su cinque è protagonista di scontri armati: questa iniziativa targata Acav e Associazione culturale 46°Parallelo vuole tenere accesi i riflettori su queste situazioni, analizzando le cause che portano all'utilizzo della violenza, nell'ottica che ogni guerra deve essere evitabile.
Il primo ciclo di 'Informazione e guerra: una strada per la pace' inizia in Uganda, nazione nella quale Acav è tra le ong più radicate sul territorio, Paese che si ritrova a gestire flussi migratori per 800 mila unità con la previsione di toccare e superare il milione entro la fine di questo mese.
Il progetto prevede inoltre attività di formazione e informazione con interventi nella scuole attraverso seminari, convegni e corsi, mentre il Dolomiti è media partner di 'Informazione e guerra: una strada per la pace' e regolarmente sarà possibile approfondire i temi trattati in Uganda attraverso le nostre pagine.
Quasi 1 milione di donne, uomini e bambini sono fuggiti negli ultimi mesi dal Sud Sudan nuovamente in preda alla guerra civile. Per sfuggire alle razzie, alle aggressioni, alle rappresaglie messe in atto da militari di opposte fazioni non c’è che fuggire e cercare scampo oltre confine, nel nord dell’Uganda.
Il primo rifugio di questo popolo in fuga è il West Nile, la regione più povera dell’Uganda. Qui, nonostante il progresso degli ultimi anni, il 46 % delle famiglie vive ancora con un reddito di 2 dollari al giorno, un’economia di pura sussistenza e in una quotidiana lotta per non morire e la scuola elementare è fatta di classi con più di 100 alunni senza nessuno strumento didattico.
Le organizzazioni internazionali sono mobilitate per prevenire i rischi di fame, epidemie, disordini e conflitti. Hanno portato tende, cibo e medicine tuttavia si può immaginare l’impatto di questa ondata di profughi e i problemi che deve affrontare ogni giorno chi vive lì.
Acav opera in alcuni distretti del West Nile da più di trenta anni. Ha perforato centinaia di pozzi per fornire acqua potabile, ha sostenuto l’agricoltura attraverso la formazione dei contadini e delle contadine e collaborato con le scuole per migliorare l’istruzione.
In questa nuova drammatica emergenza Acav sta collaborando con gli amministratori locali e con gli organismi internazionali nell’organizzazione dei campi di accoglienza, grazie al sostegno di molti soci ed amici che non hanno fatto mancare il loro sostegno, e alla Provincia di Trento che ha finanziato un progetto di emergenza per portare acqua a centinaia di migliaia di persone.
La prossima settimana a Kampala ci sarà un summit internazionale sul problema dei profughi e sulle strategie che i grandi paesi possono mettere in campo per evitare tanti drammi che si ripercuotono in tutto il mondo. Saranno presenti i più importanti capi di stato e di governo, e l’Italia è tra i paesi che più hanno interesse a contrastare il fenomeno, per la sua posizione nel Mediterraneo che ne fa il primo approdo per chi vuole lasciare l’Africa.
Al summit sarà presente anche Acav, la direttrice Elisabetta Bozzarelli si trova in quella terra, per testimoniare insieme al direttore regionale in Africa Pierluigi Floretta, l’impegno della Ong trentina a fianco dei rifugiati e delle comunità ospitanti: l'associazione continua ad impegnarsi perché ciascuno possa vivere con dignità nel proprio paese. Riceveremo un aereo di aiuti da parte del Ministero Affari Esteri italiano e Acav, insieme all’ambasciatore Domenico Fornara, sarà lì nei campi, a distribuire medicinali, viveri e beni di prima necessità.
Sarà documentato il lavoro, i bisogni e le sfide di questo pezzo di mondo insieme alla Rai ed all’associazione culturale 46° parallelo per la quale parteciperà Giorgia Stefani. Incontreremo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, l'Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi ed il capo capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) Stephen O'Brien.