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La 17esima tappa del Giro d'Italia sui "binari" del "treno mai nato" progettato nel 1907 dal noneso Lanzerotti
L'ingegnere affidò a Baudracco il compito di progettare il collegamento ferroviario tra Belluno e St Moritz tra il Regno d'Italia, l'Austria Ungheria la Confederazione Svizzera. Poi la guerra ha fermato tutto. Transdolomites: "La speranza è che la politica con la gente trentina a fianco non dimentichi e magari si riscopra il valore del progetto di Lanzerotti"

TRENTO. Il treno del Giro d'Italia, a 110 anni di distanza, sulle orme del treno "mai nato" che secondo il progetto datato 1907 firmato dall'ingegner Lanzerotti avrebbe dovuto collegare tramite rotaia le città di Belluno e St Moritz. Sarà una tappa ricca di emozioni non solo sportive ma anche dal sapore storico e culturale quella che andrà in scena giovedì 24 sull'asse Tirano-Canazei. A ricordarlo è il presidente dell'associazione Transdolomites Massimo Girardi. La 17esima tappa, infatti, che passerà attraverso il Passo del Tonale, raggiungerà Cles, Giovo (terra di campioni come Francesco Moser e Gilberto Simoni) per poi risalire verso Cavalese e Canazei, a 110 anni di distanza ricalca fedelmente il fantastico percorso progettato dall'ingegnere originario di Romeno, Emanuele Lanzerotti (che agli inizi del ‘900 fonderà, con don Celestino Endrici e Edoardo De Carli, l’Associazione Universitaria Cattolica Trentina e che sempre ebbe nella Svizzera un modello di sviluppo per il Trentino) la cosiddetta Transdolomitica meridionale.

"Correva l'anno 1907 quando l'illustre ingegnere si spese con tutte le sue forze per un ambizioso progetto tramviario - racconta Girardi - e cioè il collegamento tramite rotaia tra la città di Belluno e st. Moritz. Alla figura di questo illustre professionista si affiancò un altro illustre ingegnere, Mauro Baudracco. Nel progetto il punto centrale di tutto questo movimento ferroviario doveva diventare la città di Trento, con le altre linee ferroviarie afferenti in questo nodo. La motivazione di fondo di Lanzerotti era quella di favorire l'incremento del turismo, intercettando in parte il turismo proveniente dalla Svizzera collegando le Dolomiti con le Alpi svizzere. L'incarico di elaborare lo studio di massima fu commissionato a Baudracco che prevedeva di servirsi non solo delle ferrovie esistenti, come la Trento Malè, ma anche di quelle in avanzato stato di progettazione come la Lavis /Moena".
La ferrovia, ovviamente, avrebbe dovuto scavalcare ben tre confini nazionali: quello tra Regno d'italia e Impero d'Austria Ungheria e quello con la Confederazione Svizzera. Poi ci pensò la prima guerra a sconvolgere il mondo di allora e gli amici di prima diventarono nemici con tutte le nefaste conseguenze. Gli assi ferroviari divennero degli snodi cruciali proprio sul piano bellico, per il trasporto truppe e per l'artiglieria e quindi ogni progetto che prevedeva per i treni un uso diverso da quello marziale venne accantonato.

"Dell'abbandono di questa bellissima idea ne paga lo scotto tuttora il Trentino che vede la Trento Malè troncata a Mezzana e le Valli dell'Avisio prive di qualsiasi collegamento ferroviario. A 110 anni dalla formulazione di questa innovativa idea - prosegue Girardi - il Giro d'Italia con la 17esima tappa Tirano Canazei ne ricalca fedelmente questo fantastico percorso tra le Valli più belle dell'arco Alpino e come il treno che doveva percorrerle anche le biciclette dei corridori formeranno un treno variopinto a ricordo di quello che poteva essere e non fu, con una speranza però, che la politica con la gente trentina a fianco non dimentichi e magari possa riscoprire la valenza dell'idea illuminante e concreta del Lanzerotti. Nella visione del Lanzerotti e dei progetti ferroviari dell'epoca c'era un grande messaggio che si rivolgeva all'Europa. Le infrastrutture come strumento di pace e costruzione di pacifiche relazioni tra le popolazioni alpine ed europee attraverso un progetto transnazionale che scavalcava, Imperi, Regni, Confederazioni. Poi l'avvento della Prima Guerra Mondiale cancellò questi sogni".
"Ebbene - conclude il presidente di Transdolomites - a distanza di tanti anni queste condizioni si vengono a riproporre. L'Europa scossa dei venti dei nazionalismi e dei sovranismi, e in parallelo la rinascita dei progetti ferroviari della Transdolomitica con obiettivi vecchi e nuovi come ad esempio l'emergenza ambientale che allora poco o niente si faceva sentire. Le infrastrutture chiamate a costruire ciò che la politica vorrebbe demolire nel nome del proprio egoismo, miopia e la ricerca di piccoli regni da governare ma allo stesso tempo improponibili. Il tunnel del San Gottardo e quello in via di realizzazione al Brennero sono portatori di un messaggio univoco, quello di unire l'Europa. Alle ferrovie di vallata il compito di unire le comunità alpine e dolomitiche".