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Lo Stelvio non si arrende, riaprono gli impianti sul ghiacciaio
Gli impianti di risalita a oltre 3 mila metri riprendono a girare questo week-end, dopo la prima sospensione in circa cinquant'anni di attività. Umberto Capitani (direttore della stazione): "Il problema non è l'eccessivo caldo dell'estate, quanto le scarse precipitazioni che hanno caratterizzato gli ultimi tre inverni"

BOLZANO. "Oggi è il primo giorno di scuola e domani siamo pronti a far ripartire gli impianti: non ci arrendiamo", queste le parole di Umberto Capitani, direttore di Sifas, la società che gestisce gli impianti di risalita al ghiacciaio dello Stelvio.
La pratica dello sci estivo agli oltre 3 mila metri dello Stelvio non getta quindi la spugna, anche se la neve fresca anche a quelle quote resta un ricordo: "Non è stata una chiusura - spiega il direttore - ma una sospensione, per la prima volta in cinquant'anni, durata esattamente venti giorni (dal 5 al 25 agosto, ndr). Ci siamo seduti in panchina e abbiamo approfittato di questa pausa per svolgere la manutenzione ordinaria, ma anche quella straordinaria, togliere i teli termici e sistemare altri aspetti della stazione per farci trovare nuovamente pronti".
Insomma, lo Stelvio resiste, ormai solitario, nella sua volontà di proporre lo sci in estate: dalla Marmolada nel 2007 al Presena nel 2008, senza dimenticare la Val Senales nel 2013, negli ultimi dieci anni tante rinomate località hanno dovuto alzare bandiera bianca per preservare i ghiacciai.
"Sicuramente - evidenzia - ci sono diverse criticità, ma ritengo che il problema non sia tanto l'eccessivo caldo dell'estate, quanto le scarse precipitazioni che hanno attanagliato l'intero arco alpino negli ultimi tre inverni. In Trentino avete fatto un lavoro davvero egregio per aprire gli impianti: avete sfruttato in maniera efficiente la neve programmata, ma chiaramente la coperta è corta. E' la neve naturale che influisce davvero sul lungo periodo".
Le squadre agonistiche, ma anche gli sci club sono pronti per invadere il passo e allenarsi sulle piste dello Stelvio, ma intanto per venti giorni l'indotto si è assottigliato.
"I conti - conclude Capitani - si fanno alla fine perché tutto può cambiare nel giro di poche ore. Certo, se devo analizzare questa sospensione il comparto ha subito un forte rallentamento. Venti giorni gravosi non solo per la società impianti e per i nostri dipendenti che vedranno delle buste paghe più sottili tra ferie e recupero ore, ma anche per i maestri di sci, così come i noleggi e gli albergatori. In proporzione ci abbiamo perso tutti, ma non bisogna essere drammatici ora, come troppo entusiasti quando le cose vanno bene. Serve equilibrio".