Catturato il lupo che ha morso una turista a Otranto, Ispra: “Animale cresciuto in cattività, aveva il collare”
È la prima aggressione documentata in almeno 150 anni ma per l’Ispra si tratterebbe di un animale cresciuto in cattività, inoltre: “I turisti avevano preso l’abitudine di portare da mangiare al lupo”. Ecco perché alla base dell’attacco c’è il comportamento sbagliato dell’uomo

OTRANTO (LECCE). È una vicenda dai contorni ancora da chiarire quella che ha portato alla cattura di un lupo che nelle scorse settimane era salito alla ribalta delle cronache perché particolarmente confidente con gli esseri umani. L’esemplare era stato notato più volte in località Alimini, nel comune di Otranto, in particolare nella spiaggia di Alimini, dove sono presenti diversi resort. Il lupo mostrava un’innaturale confidenza verso le persone tanto che tendeva ad avvicinarsi ai turisti, in questa stagione particolarmente numerosi. A giugno il lupo aveva strappato con un morso il vestito di una bambina e il 10 luglio ferito non gravemente una turista che faceva jogging all’alba.
Eppure, alla base di questi episodi c’è stato un comportamento sbagliato dell’uomo, come spiega l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra): “Nonostante l’ordinanza comunale avesse proibito di avvicinarsi e dare da mangiare, molti turisti avevano preso l’abitudine di cercare il lupo lasciando cibo nelle pinete dell’area, aumentando così il rischio di incidenti”.
In seguito a questi avvenimenti e registrando l’aumento di condizioni di rischio, Regione Puglia, Ispra e Ministero dell’Ambiente avevano concordato sulla necessità di operare la cattura, sia per evitare rischi di incidenti e per tutelare l’animale. Operazioni che si sono puntualmente concluse il 14 luglio scorso alle 22e40. Dalle prime constatazioni è emerso un risvolto inaspettato: il lupo in questione, un maschio di 14 mesi in ottime condizioni fisiche del peso 29,5 chilogrammi, mostra evidenti segni di collare “un particolare – osserva Ispra – che sembra confermare il sospetto che si tratti di un animale cresciuto in cattività”.
La presenza di segni di collare contribuisce a spiegare la confidenza mostrata nei confronti dell’uomo. Forse, ma questa è solo un’ipotesi, qualcuno teneva l’animale in gabbia salvo poi decidere di sbarazzarsene perché troppo aggressivo e difficile da gestire. Secondo gli esperti, quello dello scorso 10 luglio, sarebbe il primo attacco documentato in almeno 150 anni (QUI approfondimento). Attualmente sono in corso le analisi nei laboratori di genetica di Ozzano dell’Emilia per capire se si tratta di un lupo o di un ibrido cane-lupo.
Fra alcuni giorni l’animale verrà trasferito al Centro Tutela Fauna di Monte Adone, vicino Bologna, in un’area interamente dedicata al lupo, isolata dal pubblico, dove potrà avere la possibilità di interagire con i suoi consimili, in condizioni idonee per la permanenza in cattività di un animale selvatico. In attesa dei risultati delle analisi genetiche che potranno chiarire se si tratta di un lupo selvatico o di un ibrido, va ricordato che detenere lupi è proibito dalla legge nazionale e che dare da mangiare ad animali selvatici è sempre sbagliato. “Occorre avere rispetto degli animali selvatici – sottolinea Ispra – tenendo conto del loro comportamento, evitando interazioni che rischiano di mettere in pericolo le persone e gli stessi animali”.