Svelarono i retroscena sull’uso dei pesticidi in Alto Adige, la provincia querela con possibili richieste milionarie di danni: “Vogliono silenziare il dibattito pubblico”
Nel mirino ci sono due attivisti che hanno affrontato il tema dell’abuso e del pericolo legato all’utilizzo massiccio dei pesticidi in agricoltura. L’avvocato Canestrini: “Sveleremo nel processo l’intensa attività di lobby dell’industria anche a livello politico per dimostrare che ciò che era legale nell’Unione Europea qualche anno fa, oggi è finalmente riconosciuto come estremamente pericoloso”
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BOLZANO. “Chiunque menziona i pesticidi viene querelato e citato per danni milionari” a parlare è l’avvocato Nicola Canestrini impegnato, assieme alla collega Francesca Cancellaro, nei processi che vedono imputati Karl Bär, referente per la politica agricola e commerciale dell’istituto per l’ambiente di Monaco di Baviera, e Alexander Schiebel, autore del libro “Il miracolo di Malles”. I due sono stati citati in giudizio per diffamazione aggravata dall’assessore all’agricoltura bolzanino Arnold Schuler e da oltre mille agricoltori locali, che li accusano di aver recato un danno d’immagine all’Alto Adige.
I due avvocati, già impegnati nella difesa di Carola Rackete e degli altri membri dell'equipaggio della nave di salvataggio e soccorso in mare Juventa, sono convinti che le cause siano state intentate con l’obiettivo di intimorire i loro assistiti e il fine ultimo di tacitare ogni dissenso sul tema pesticidi. Sull’argomento infatti, esiste da sempre un grande dibattito. Nel gennaio 2020 la Commissione europea ha deciso di non rinnovare l’autorizzazione all’uso sul mercato europeo dei pesticidi clorpirifos e clorpirifosmetile in seguito alla conferma da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) circa gli effetti nocivi sulla salute umana di questo tipo di prodotti, in particolare genotossicità ed effetti neurotossici sullo sviluppo anche di feti e neonati.
“Il problema delle querele-bavaglio esiste – osserva Canestrini – si tratta di procedimenti che vengono intentati soprattutto contro giornalisti e attivisti per indurli all’autocensura. È una tendenza che esiste da tempo ma che negli ultimi anni sta crescendo e l’Italia in questo senso è particolarmente esposta, perché pur essendoci una normativa teoricamente efficace per contrastare le cosiddette querele temerarie spesso e volentieri non viene applicata e quasi mai chi intenta cause infondate viene condannato a risarcire i danni”. Il modus operandi è sempre lo stesso, i portatori di interesse, spesso grandi multinazionali, intentano causa contro chi critica il loro operato: chi viene denunciato si trova invischiato in processi che durano anni con la spada di Damocle delle richieste di risarcimento milionarie.
Nel caso in questione i due attivisti si sono schierati contro l’uso intensivo dei pesticidi in agricoltura. Secondo l’Istat nella Provincia Autonoma di Bolzano la vendita di pesticidi in rapporto alla superficie trattabile supera di oltre sei volte la media nazionale. Questi prodotti sono legati soprattutto alla coltivazione delle mele che in Alto Adige raggiunge cifre da capogiro, sia per la produzione che per i dividendi delle aziende. Ogni anno vengono raccolte oltre novecentomila tonnellate di mele, quasi la metà della produzione italiana e a circa il 10 per cento di quella dell’Unione europea.
“Appare evidente – sostiene Bär – che in Alto Adige oltre a un problema ambientale legato all’uso massiccio di pesticidi in agricoltura, ci sia un problema di democrazia. Le denunce e le azioni legali contro l’istituto per l’ambiente di Monaco di Baviera e le tante persone coinvolte in questa vicenda sono prive di fondamento e hanno un solo obiettivo: silenziare il dibattito pubblico sull’uso dei pesticidi, sostanze riconosciute come dannose per la salute e l’ambiente”. Dello stesso avviso anche l’altro imputato, citato in giudizio assieme all’editore Jacob Radloff, autore di un libro che ha raccontato la lotta portata avanti dal Comune di Malles per limitare l’uso dei pesticidi. “Arnold Schuler abusa della sua posizione politica prostrandosi agli interessi della potente lobby della mela altoatesina – denuncia Schiebel – la Giunta provinciale e gli agricoltori tradizionali pensano di poter nascondere sotto il tappeto il massiccio uso di pesticidi nelle monocolture altoatesine, comprese le conseguenze per l’uomo e l’ambiente. Oggi, chi si oppone all’uso di pesticidi chimico-sintetici sul territorio provinciale viene attaccato duramente e prevale un clima di paura, ma non riusciranno a zittirci”.
Il processo contro Bär inizierà il prossimo 15 settembre, in caso di condanna rischia la pena detentiva e la rovina personale a causa delle astronomiche richieste di risarcimento, fermo restando che entrambi gli attivisti stanno già sostenendo delle ingenti spese legali. “Ci aspettiamo che venga detto che l’utilizzo dei pesticidi avviene nel rispetto dei limiti di legge – chiosa l’Avvocato Canestrini – come approvati da organismi di controllo europei e autorità sanitarie. Sveleremo nel processo l’intensa attività di lobby dell’industria anche a livello politico, e porteremo esempi concreti, come gli insetticidi Clorpirifos e al clorpirifosmetile, per dimostrare che ciò che era legale nell’Unione Europea qualche anno fa, nonostante i dubbi degli ambientalisti, oggi è finalmente riconosciuto come estremamente pericoloso, per genotossicità e neurotossicità. Mi chiedo dunque se non ci sia un problema di autorevolezza e affidabilità delle autorità di controllo e di indipendenza delle autorità sanitarie dalla politica. Proprio per questo affronteremo il processo a Bolzano a nome di tutti gli attivisti ambientali, dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani che lavorano con dedizione e coraggio nell’interesse pubblico. Dimostreremo che in Alto Adige esiste un abuso nell’utilizzo di pesticidi in agricoltura e che questi sono pericolosi per l’uomo, gli animali e l’ambiente”.