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Arriva il caldo e torna la stagione delle zecche, la Fondazione Mach avverte: "Più casi di encefalite virale nelle valli del basso Trentino per presenza di caprioli e roditori"
La direttrice del centro ricerca e innovazione della Fondazione Annapaola Rizzoli: "La loro pericolosità è nelle malattie che possono trasmettere, fondamentale la prevenzione"

TRENTO. La Fondazione Edmund Mach anche quest’anno scende in campo con lo stagionale monitoraggio della diffusione delle zecche nel territorio, identificando i principali portatori di malattie causate dai piccoli parassiti e la diffusione delle infezioni sulla Provincia, ed eseguendo screening molecolari per lo sviluppo di modelli matematici e mappe di rischio.
Le zecche, che prediligono il sottobosco, raggiungono il periodo di maggior diffusione proprio in questi mesi, ovvero da marzo a giugno, sono presenti sotto i 1200 metri di altitudine e distribuite equamente in tutto il territorio Trentino e nelle altre regioni del nord-est.
A cambiare risultano però le incidenze della distribuzione delle malattie causate da questi animaletti in Provincia. Per quanto riguarda infatti la diffusione dell’encefalite virale causata dal morso di zecca, mortale nel 2 per cento dei casi, “si sono verificati più casi in Val d’Adige, Val di Non, Val di Cembra e Valle dei Laghi, dove vi è maggior presenza di roditori e caprioli, che sono i principali ospiti di questi parassiti” avverte Annapaola Rizzoli, direttrice del centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach.
I dati raccolti dalla Fondazione evidenziano invece come siano omogeneamente distribuite la presenza di zecche e la contrazione della Borrelia (un’infezione di origine batterica), che causa la malattia di Lyme, la quale “si manifesta con la diffusione di chiazze rossastre sulla pelle e che, se non correttamente curata, può portare a disturbi più gravi del sistema nervoso” avverte Rizzoli.
Come comportarsi quindi se ci si accorge di avere una zecca? “E’ necessario rimuoverla il prima possibile, preferibilmente con una pinzetta: si afferra la zecca in prossimità del rostro e si ruota in senso antiorario – spiega Rizzoli – non la si deve toccare con le mani ed è necessario evitare di schiacciare l’animale quando è ancora attaccato alla pelle, o si rischia che esso rilasci agenti patogeni dannosi per l’uomo”.
“Non ci sono posti da evitare – conclude la direttrice – ma è indispensabile la prevenzione: bisogna eseguire abitualmente i corretti trattamenti ai propri animali domestici e se si frequentano zone di sottobosco è necessario controllarsi e lasciare i vestiti stesi al sole”. I piccoli insetti risultano infatti molto sensibili alle temperature troppo basse o troppo alte ed è quindi preferibile ucciderli schiacciandoli e poi bruciandoli.