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A sant'Ilario serve un caricabotte per i trattamenti fitosanitari. Il tecnico della cantina Vivallis: "Risparmierebbe dispendiosi viaggi e acqua potabile"

I trattori dei viticoltori di sant'Ilario hanno compiuto innumerevoli viaggi (da maggio a metà agosto) per caricare l'acqua necessaria per "diluire i prodotti utilizzati per i trattamenti fitosanitari". Dispendiosi spostamenti che potrebbero essere evitati se venisse installato un caricabotte in zona

Foto delle vigne della cantina Vivallis
Di Sara De Pascale - 11 ottobre 2022 - 17:08

ROVERETO. "I vigneti della Vallagarina richiedono trattamenti fitosanitari 'ad hoc' per combattere malattie fungine che rischierebbero di distruggere piante e raccolto". Queste, le parole di Andrea Parisi, tecnico agronomico della cantina Vivallis che a Il Dolomiti racconta la realtà della zona di sant'Ilario (frazione di Rovereto), dove fino ad agosto di quest'anno i "trattori hanno dovuto fare innumerevoli viaggi, raggiungendo Volano o Borgo sacco per caricare l'acqua necessaria per creare quella miscela che protegge le colture e mantenere la qualità dell'uva".

 

Una realtà, quella di sant'Ilario, "dove la maggior parte delle campagne (non tutte) vengono ad oggi irrigate senza problemi ma dove manca un caricabotte per rifornirsi dell'acqua da utilizzare per diluire i prodotti fitosanitari da utilizzare sui vigneti - spiega Parisi - non parliamo di una presa idrica ma una vera e propria piazzola dove i mezzi agricoli possono sostare con i propri atomizzatori e approvvigionarsi". 

 

La mancanza di un caricabotte "più agevolmente raggiungibile" ha costretto "i nostri soci della zona a fare avanti e indietro da maggio a metà agosto, viaggiando fino a Volano o Borgo sacco o, ancora, prendendo acqua potabile dalle proprie abitazioni da utilizzare per diluire i trattamenti": viaggi non soltanto dispendiosi a livello economico in tempi di caro benzina, ma "anche fastidiosi, poiché inevitabilmente influiscono sul traffico - dichiara il tecnico Vivallis - a ciò si va a aggiungere anche il fatto che, in un periodo come questo, non ci si possa permettere di sprecare l'acqua o di utilizzare in maniera impropria (o esagerata) quella potabile". 

 

Dalla volontà di cambiare le cose "e dal dialogo con i viticoltori di sant'Ilario che hanno fatto presente la situazione, è nata infine la proposta, da parte di uno dei nostri amministratori della Cantina, di parlare con il Comune per trovare una soluzione, nonché di cercare di individuare un Consorzio di miglioramento fondiario che voglia prendersi in gestione il futuro caricabotte (se mai verrà costruito)". Uno scambio con le istituzioni appena avviato "e che ci si augura possa condurre alla creazione del punto di approvvigionamento anche a sant'Ilario, che servirà per portare a termine i trattamenti fitosanitari risparmiando tempo e soldi". 

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