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Gestione lupi e orsi, le mangiatoie per gli ungulati sono uno dei problemi da risolvere, Degasperi: ''Modificano l'uso dell'habitat e attirano i predatori in zone antropizzate''
Ispirate a un concetto di pietas umana che vorrebbe garantire del nutrimento ai selvatici anche durante l'inverno, sono in realtà uno strumento utile ad assicurare ''prede'' alla riapertura della caccia. Oggi, però, che alle nostre doppiette si sono aggiunti i predatori naturali che uccidono gli ungulati per sopravvivere e non per gioco le mangiatoie rappresentano un grave problema nel rapporto uomo/selvatici. Ecco perché e cosa si può fare

TRENTO. Sono uno dei problemi che complicano la gestione dei grandi carnivori nei nostri boschi. Uno degli esempi di come l'uomo intromettendosi nella vita degli animali vada a modificare l'equilibrio naturale salvo poi lamentarsi che ci sono troppi ungulati o cinghiali e quindi incidenti stradali e danni alle colture e che casualmente si vedono lupi o orsi avvicinarsi ai paesi lasciando, magari, sul campo, udite-udite, qualche carcassa di animale mangiato. E allora lì scattano le foto sui social, prima che andassero al governo c'erano gli esponenti della Lega di Fugatti che strumentalizzavano ogni immagine di predazione gridando ''al lupo!al lupo!'' e aggiungendo il più classico degli allarmi: ''E se ci fosse stato un bambino?!Perché nessuno pensa ai bambini'' (cit.).
Ora, finalmente, qualcuno sta cercando di porre fine a una delle cause principali (non è ovviamente l'unica ma è certamente una di quelle più controllabili) che spingono i selvatici ad avvicinarsi a zone antropizzate. Il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi ha depositato una mozione per introdurre il divieto di foraggiamento e posizionamento di mangiatoie per ogni specie animale nelle aree di presenza di lupi e orsi. ''Il foraggiamento artificiale degli ungulati - spiega nel suo documento - benché abbia in più di un’occasione ricevuto il parere negativo dell’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è una pratica molto diffusa in Trentino come nel resto d’Europa. Sono numerose le motivazioni che portano l’ Ispra a sostenere come il foraggiamento artificiale dovrebbe essere evitato in linea di principio. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, questa pratica innescherebbe infatti pesanti modifiche dell’uso dell’habitat che si rivelerebbero fatali per gli individui, come ad esempio l’aumento delle interazioni aggressive determinate dalla competizione per l'accesso al foraggio''.
''Sempre secondo Ispra - prosegue Degasperi - l’innaturale concentrazione di animali in questi siti comporterebbe un significativo aumento del rischio di trasmissione di malattie tra gli animali. A scoraggiare la pratica del foraggiamento non può che aggiungersi il significativo aumento dell’areale di lupi e orsi nel territorio Trentino. L’innaturale e massiccia presenza di ungulati in corrispondenza di mangiatoie mette oggi a maggior rischio l’equilibrio di questi selvatici, facile prede dei carnivori. La concentrazione della fauna ungulata nei siti di foraggiamento rappresenta inoltre un concreto pericolo per l’uomo, attirando un consistente numero di predatori in zone spesso molto antropizzate, nonostante il regolamento preveda la loro collocazione in aree a basso disturbo antropico''.
La pratica del foraggiamento se in parte può sembrare incentrata su un qualche tipo di sentimento di pietas umana nei confronti degli animali (per dar loro nutrimento, per esempio quando il bosco si copre di neve e per gli ungulati è più difficile trovare cibo) in realtà ha anche ragioni ben meno nobili. Le mangiatoie, infatti, concentrando i selvatici in quelle specifiche aree facilitano poi le operazioni di caccia, inoltre assicurano la sopravvivenza dell'animale durante le stagioni più difficili per poi avere ''prede'' a sufficienza quando riparte la stagione delle doppiette. Le cose ''funzionavano'' fin quando l'uomo era l'unico predatore ''autorizzato''. Oggi che sono tornati quelli naturali, che predano non per gioco ma per sopravvivenza, questa pratica è diventata soltanto dannosa avvicinando i grandi carnivori alle aree antropizzate e in qualche caso, come per l'orso, abituandolo anche a frequentare le stesse mangiatoie dove spesso trova frutti, mele e altri alimenti di cui va ghiotto.
Qui il video di un orsetto girato ai margini del Brenta (in zona Val Rendena) nell'estate (quindi anche fuori dal periodo invernale) del 2019 che dimostrava come i plantigradi fossero attirati dalle mangiatoie e in quei giorni il consigliere del Pd Manica spiegava che lo stesso M49 (l'orso più ricercato dell'epoca Fugatti) sembrava ''prediligere per i sui spostamenti lungo il fianco della valle da Spiazzo Rendena fino a Roncone'' le aree ''del tutto contigue a quelle in cui vi è una significativa presenza di mangiatoie per gli ungulati, mangiatoie delle quali non casualmente è stata più volte denunciata la distruzione''. Insomma i problemi legati a queste strutture sono molteplici mentre sarebbe molto più corretto lasciare proprio ai grandi carnivori e alla natura il compito di regolare la vita nei nostri boschi.
Ma il fatto che negli ultimi 3 anni non si sia fatto nulla nemmeno su questo argomento dimostra quanto la Giunta Fugatti non abbia affrontato in nulla il tema grandi carnivori. Le comunità sono state lasciate sole, in ogni circostanza utile si è ripetuto il mantra acchiappa voti del ''Roma è cattiva non ci lascia sparare o non ci lascia catturarli'' e le buone pratiche, le soluzione facili ed efficaci che esistono e faciliterebbero la gestione del fenomeno non sono state messe in campo. Ora chissà che, grazie alla spinta di Degasperi, almeno un piccolo passettino in avanti si riesca a farlo.
''Si ricorda - conclude Degasperi nel suo documento - che la delibera n. 2852 del 2013 predispone già chiaramente il divieto di posizionare mangiatoie in caso di rischio di presenza dell’orso, nonostante le iniziative adottate per assicurarne il rispetto non sembrano finora avere avuto successo. Tutto ciò premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale a introdurre il divieto foraggiamento e posizionamento di mangiatoie per ogni specie animale nelle aree di presenza di lupi e orsi; assicurare il rispetto di prescrizioni, criteri e regolamenti vigenti nell’allestimento e gestione dei siti di foraggiamento''.