
"Con 50 ettari di terreno possibile recuperare 30 milioni [...]

Il lago di Tovel è ridotto a una pozzanghera (IL VIDEO), [...]

Il lupo si avvicina alle case ma è l’uomo ad attirarlo [...]

Masera di Levico, Italia Nostra contro la Pat: "La [...]

Parco della Lessinia, "La delibera che sopprime la figura [...]

"A tree for a treasure", Aquila Basket lancia una [...]

Bonifica del rio Lavisotto, i cattivi odori allarmano i [...]

Il lago di Tovel resta senz’acqua: “Che il livello [...]

Un incontro per sfatare le false credenze sul lupo e [...]

"Il cantiere della villa romana è in condizioni [...]
“Non cadono le foglie, rischio nuove fioriture e pungono ancora le zanzare”, Coldiretti lancia l'allarme sull'autunno ''bollente'' e a rischio siccità
Secondo il Cnr ad oggi il 2022 è l'anno più caldo mai registrato dal 1800 e, dopo i lunghi mesi di siccità registrati tra primavera ed estate, la mancanza di precipitazioni ora torna a farsi sentire. Coldiretti: “Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature”

TRENTO. “Non cadono le foglie delle piante che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo, caratteristico della stagione, ma in giro ci sono ancora mosche e zanzare, ancora particolarmente aggressive, a testimoniare un autunno bollente che ha fatto scattare di nuovo l'allarme siccità”. Sono queste le parole della Coldiretti mentre in Italia non si arresta l'emergenza siccità e le temperature continuano ad essere ben superiori a quelle medie per il periodo. Finora, secondo gli esperti del Cnr, il 2022 è infatti l'anno più caldo mai registrato dal 1800 e, come riportato più volte anche da il Dolomiti, alle temperature record si è accompagnata negli ultimi mesi una mancanza di precipitazioni che, dopo le piogge registrate in agosto e settembre, è tornata ad interessare buona parte del territorio in ottobre.
La colonnina di mercurio quest'anno, precisa Coldiretti, è stata superiore di quasi un grado (+0,96°) rispetto alla media storica “ma si registrano anche precipitazioni ridotte di un terzo, pur se violente, secondo Isac Cnr nei primi 9 mesi dell'anno”. Ora l'allungamento della fase vegetativa delle piante, continua l'associazione di categoria, oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, rischia addirittura di far ripartire le fioriture “con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature”. Una situazione che la botanica della Fondazione Museo Civico di Rovereto Giulia Tomasi ha già riportato a il Dolomiti (Qui Articolo), segnalando rifioriture di ippocastani in settembre sia a Trento che nella Città della quercia.
“Fatto ancora più grave – continua Coldiretti – è che le gemme fioriranno anticipatamente, destinate a gelare, verranno a mancare in primavera, diminuendo il potenziale produttivo delle coltivazioni e quindi il raccolto. Le fioriture anomale, fuori periodo, causano anche problemi alle persone allergiche ai pollini, provocando allergie e raffreddori non previsti”. Ma la problematica è ben più ampia e riguarda anche il rischio per le campagne: nell'ambito dell'agricoltura infatti, precisa l'associazione, gli effetti “si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo. Inoltre, se l'inverno non dovesse essere sufficientemente freddo, aumenterebbe il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere e si ripresenterebbero più numerosi e dannosi in primavera”.
Un caldo record e un'allarme siccità fuori stagione dunque, che hanno spinto gli agricoltori in Veneto, per esempio, a correre ai ripari e “ad aprire i rubinetti per irrigare i campi e salvare la raccolta del kiwi o per proteggere il radicchio” scrive Coldiretti. “Le piogge delle scorse settimane non sono state sufficienti, pertanto gli imprenditori agricoli stanno intervenendo con irrigazioni supplementari fuori stagione per non compromettere i raccolti”. Negli scorsi giorni il Dolomiti aveva approfondito la situazione attuale con l'ingegnere ambientale e membro di Meteo Trentino Alto Adige Giacomo Poletti, che aveva sottolineato come “ormai è da tre settimane e mezzo che non piove con una certa abbondanza, e non si vedono grossi cambiamenti all'orizzonte: a livello di umidità dei suoli siamo tornati vicini alla situazione di quest'estate, con terreni nuovamente asciutti in superficie e portate basse dei corsi d'acqua”.