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Nube di fumo nero dal cementificio di Sarche, Ambrosi: “Temiamo per la salute dei cittadini e per la tutela del Biotopo”
Subito dopo il riavvio dell’impianto di cottura dal cementificio di Sarche si è levata una nube di fumo nero. Ambrosi: “Da Italcementi servono garanzie e rassicurazioni, la zona va monitorata per evitare pericolose ripercussioni dal punto di vista della salute pubblica e della tutela ambientale e paesaggistica”

MADRUZZO. Dopo circa 7 anni di inattività il forno del cementificio di Italcementi a Sarche è stato riacceso lo scorso 20 aprile, durante le operazioni però, qualcosa è andato storto e una nube di fumo nero si è levata dallo stabilimento.
“Nel corso della fase di riavvio dell’impianto di cottura – spiegava Italcementi – che riprende dopo diversi anni di inattività, si è verificata una anomalia impiantistica che ha causato una piccola nube di colore scuro, durata pochi minuti in un perimetro limitato. L’evento è stato prontamente affrontato e risolto. In generale, la fase di riavvio di un forno industriale è una delle più delicate e può registrare inconvenienti di questo tipo: proprio per questo ci sono tutti i presidi necessari per contenerne gli effetti nel tempo e nell’estensione”.
L’evento però, ha generato non poca preoccupazione tra gli abitanti della zona che contro la riaccensione dell’impianto avevano anche lanciato una petizione. “La coltre nera che si è alzata lo scorso mercoledì fa temere per la salute dei cittadini e per la tutela del Biotopo e del Biodistretto” afferma la consigliera di Fratelli d’Italia Alessia Ambrosi, che ricorda come da tempo l’area sia vocata all’agricoltura biologica e al turismo sostenibile.
“Negli scorsi mesi – sottolinea Ambrosi – avevamo impegnato la Giunta provinciale a sostenere una politica industriale votata alla riconversione degli stabilimenti presenti in Valle dei Laghi, favorendo la transizione a un modello sostenibile a basse emissioni che sia compatibile con la presenza del Biotopo del Lago di Toblino ed il Biodistretto della Valle dei Laghi in un’ottica di tutela ambientale e sviluppo turistico della zona”. In questo senso però, va detto che non sono stati fatti particolari passi in avanti.
“È importante che le strutture provinciali agiscano al più presto al fine di ottenere le dovute garanzie e rassicurazioni da parte del gruppo Italcementi circa la salubrità dell’attività dell’impianto di produzione e che si continui a monitorare la zona per evitare pericolose ripercussioni dal punto di vista della salute pubblica e della tutela ambientale e paesaggistica”, conclude Ambrosi.