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Due veterinari per monitorare lo stato di salute delle api: grande attenzione alla malattia ''covata''


Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Anche quest’anno, seppure con ritardo dovuto al coronavirus, l’Agenzia per i Servizi sanitari della Provincia di Trento ha provveduto alla scelta per concorso di due medici veterinari liberi professionisti ai quali è stato assegnato per la stagione 2020 il tradizionale monitoraggio sullo stato di salute delle api a livello provinciale. I veterinari incaricati sono Stefano Tamanini e Manlio Doglioni ai quali sono state assegnate rispettivamente 800 e 480 ore di lavoro.
Il finanziamento stanziato dalla Giunta provinciale a sostegno dell’operazione ammonta a 49 mila euro. Il compenso orario comprese le spese di trasferimento è di 35 euro. Stefano Tamanini ha alle spalle 8 anni di incarichi e dovrà eseguire le visite ispettive nei seguenti distretti: Fiemme e Fassa, Val di Non e Val di Sole, Giudicarie e Rendena. Alta Valsugana.
A Manlio Doglioni sono stati assegnati i distretti della Bassa Valsugana, di Primiero e della Vallagarina. Un’attenzione particolare sarà posta dai due ispettori alla malattia denominata covata calcificata che da qualche anno causa danni anche rilevanti in alcuni apiari, ma è presente, anche se con minore consistenza, in tutte le zone del Trentino. La malattia è causata da un fungo denominato Ascosphaera apis e colpisce le larve.