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Cambiare la legge sul caporalato, Flai Cgil del Trentino: ''Il ministro non ha capito il senso del provvedimento''
Il Governo pensa di escludere le imprese dalle sanzioni. Il sindacato: ''Sono proprio le imprese, assieme ai caporali, che sfruttano i lavoratori pagandoli pochi euro'

TRENTO. La legge 199/2016 contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo è “un atto di civiltà”, “rappresenta una prima risposta alle troppe morti nei campi italiani”, per questo non deve essere indebolita ma bensì “implementata”. Questo quanto chiede una lettera indirizzata ai parlamentari italiani scritta da un folto gruppo di organizzazioni, associazioni e sindacati preoccupate da alcuni dichiarazioni fatte dall'attuale Governo.
A firmare questa lettera sono Fabio Ciconte, direttore di Terra! Onlus ma anche associazioni come Amnesty Italia, Emercency, e alcune rappresentanze sindacali.
La legge 199 ha esteso il reato di caporalato alle aziende che, attraverso i caporali, affittano le persone fino a due euro l’ora e facendole poi lavorare e vivere in condizioni disumane. Il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio ritiene che queste aziende non debbano essere più punite.
“Intervenire in questo modo a modificare la legge sul caporalato – spiega Maurizio Zabbeni segretario trentino della Flai Cgil – significa non aver capito il senso di questo provvedimento. Se da un lato c'è il caporale dall'altro ci sono le aziende che chiedono manodopera e che poi la sfruttano”.
Il caporalato esiste anche in Trentino e ne abbiamo conferma dalle recenti indagini portate a termine dalla Guardia di Finanza di Trento e di Bolzano che hanno visto decide e decine di lavoratori sfruttati e fatti dormire in condizioni disperate. Allo stesso tempo sono ancora diversi i filoni d'inchiesta che continuano ad essere portati avanti anche in Trentino, nel settore dell'agricoltura. Decide e decine di lavoratori che vengono portati dalle provincie confinanti nella campagne di Riva del Garda per la raccolta dell'uva e pagati poi dalle aziende pochi euro.
“Se si vuole modificare la legge contro il caporalato – spiega Zabbeni – lo si deve fare per rafforzarla ancora di più. Dovremmo invece impegnarci per metterla in pratica. Parti di questo provvedimento sono rimaste ancora solo sulla carta”.
Anche per questo in Trentino si sta lavorando per dare vita ad una cabina di regia per mettere assieme rappresentanti istituzionali, sindacali e delle associazioni di categoria del mondo agricolo. Un ente che permetterebbe di creare sinergia tra i diversi settori, favorendo il collocamento dei lavoratori, l'incontro legale tra domanda e offerta di lavoro oltre ovviamente la funzione di controllo ed eventualmente di repressione dell'illegalità in collaborazione con gli organi preposti.
Riportiamo qui la lettera di associazioni e sindacati al Parlamento