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Chiedono la residenza e l'assegno unico in Trentino ma poi se ne tornano in Veneto. Denunciati due coniugi

Le indagini portate avanti dalla guardia di finanza di Tione e dalla polizia delle Giudicarie. La famiglia formata da 4 componenti dopo aver ottenuto l'assegno unico se ne è tornata in Veneto 

Pubblicato il - 31 maggio 2018 - 13:29

TIONE. Erano arrivati in Trentino ma dopo aver ottenuto la residenza e avuto dalla provincia l'assegno unico, se ne erano tornati in Veneto continuando a percepire gli aiuti provinciali.

 

A finire nei guai sono stati due coniugi marocchini di 45 e 43 anni individuati dagli agenti della Polizia delle Giudicarie durante i controlli finalizzati alla verifica della correttezza della percezione di contributi pubblici. La famiglia, formata da 4 persone, è residente nelle Giudicarie Esteriori.

 

In particolare dalle indagini svolte è stato appurato che la famiglia dopo aver preso casa in affitto, peraltro pagando al proprietario le sole due mensilità iniziali, ed aver acquisito la residenza, se ne è ritornata in Veneto, da dove proveniva, e dove è rimasto solo il capofamiglia, ospitato da parenti, per svolgere saltuariamente la sua attività lavorativa per un’agenzia interinale veneziana.

 

La permanenza in Trentino è stato accertato sia durata pochi mesi, il minimo indispensabile per ottenere la residenza dal comune, ma soprattutto, in seguito a questo, ottenere il reddito di garanzia (divenuto poi assegno unico) erogato dalla Pat, che si sommava ad alcune indennità di disoccupazione erogate dall’Inps.

 

Le indagini sono state portate avanti dalla Guardia di Finanza di Tione, con l'incrocio dei dati fiscali, e si sono anche concentrate su uno dei figli in età scolare della famiglia, scoprendo come lo stesso non frequenti in Italia alcuna scuola.

I contributi, su cui si sono concentrate le indagini, sommando le erogazioni di Pat ed Inps, ammontano a circa 8 mila euro e non appena la Polizia Locale ha comunicato l’esito dell’indagine, la Provincia ha sospeso l’erogazione per la parte di propria competenza (circa 400 euro mensili).

 

I due coniugi marocchini sono stati denunciati per i reati di percezione indebita di contributi pubblici e per non aver osservato l'obbligo scolastico per il figlio.

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