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Il veleno per topi ha ucciso la cagnolina Milù, la proprietaria: ''Troppe esche avvelenate in giro senza alcun rispetto della legge''
La legge prevede che il veleno sia posizionato in appositi contenitori in modo da minimizzare il rischio di ingestione da parte di altri animali non bersaglio. In pochi però rispettano questi obblighi

CIMONE. L'allarme è stato lanciato anche da parte delle associazioni animaliste: le esche avvelenate usate spesso contro i topi, sparse sul territorio senza alcun accorgimento, stanno diventando sempre più un vero e proprio rischio mortale per cani e gatti.
Parole queste che si sono rivelate verità per una piccola cagnolina di 8 anni di nome Milù che è morta a Cimone proprio per aver ingerito del veleno per topo lasciato in giro da qualcuno.
“Più di una volta – ha spiegato la proprietaria di Milù, Erika Tamanini – abbiamo trovato in prossimità del nostro giardino delle bustine rosa, quelle contenenti il veleno per topi. I vicini di casa dopo aver negato in un primo momento, hanno poi confermato di usarle”.
Il problema, però, sta nel modo in cui queste bustine di veleno quasi sempre vengono usate senza le giuste precauzioni. La normativa, infatti, è molto chiara e basterebbe anche leggere le istruzioni riportate nelle bustine per topi per limitare i pericoli.
La norma prevede che “Nel caso di rodenticidi per uso civile deve essere previsto un contenitore, all'atto dell'utilizzo, con accesso solo all'animale bersaglio” e poi si chiarisce che “ le esche devono essere disposte in modo da minimizzare il rischio di ingestione da parte di altri animali non bersaglio e devono essere fissate in modo che non possono essere trascinate via dai roditori”.
“Il veleno per topi – spiega Tamanini – lo abbiamo trovato sparso sul prato e senza l'utilizzo di alcun genere di contenitore. Anche in prossimità di un asilo mettendo a rischio anche la vita dei bambini che vendendo una bustina rosa la potrebbero prendere in mano”.