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La Cisl Fp rilancia: ''Valorizzare la figura dell'Operatore socio sanitario''. Un convegno per approfondire la discussione

L'incontro, previsto per mercoledì 30 maggio alle 9.30, si intitola 'Oss: confini di responsabilità e di attività', vede anche l'intervento della dottoressa Annalisa Pennini. Giuseppe Pallanch: "Valorizzare le figure nel pubblico impiego"

Di Cisl Fp, spazio autogestito - 29 maggio 2018 - 19:51

TRENTO. La Cisl Fp del Trentino rilancia la necessità di valorizzare la figura professionale dell'Operatore socio sanitario. Un lavoro importante e trasversale che può garantire a tutti gli occupati il riconoscimento di quelle professionalità che si riflettono anche nei lavoratori impegnati tra i ranghi dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e nelle Apsp.

 

Il primo passo di questo percorso, ormai avviato, è l'organizzazione all'Apsp Civica di Trento alla sede di San Bartolomeo un convegno. L'incontro, previsto per mercoledì 30 maggio alle 9.30, si intitola 'Ossconfini di responsabilità e di attività', vede anche l'intervento della dottoressa Annalisa Pennini, la quale ha conseguito un dottorato in Scienze infermieristiche e Sanità pubblica sociologa delle organizzazione e del lavoro.


Un'opportunità per chiedere e sollecitare la sottoscrizione di un accordo di protocollo per valorizzare tutte le professionalità nel pubblico impiego e mantenere l'elevato standard di qualità. 

 

“E' ancora tanto il lavoro sul tavolo - spiega Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp - per valorizzare le figure professionali e riconoscere le giuste indennità. Non si può continuare a derogare e tenere il personale, che già lavora e mette a disposizione competenze e know-how, sul filo del rasoio. E' necessario armonizzare per la parte relativa alla stabilizzazione dei precari la legge Madia alla realtà trentina per ridare slancio alle amministrazioni".

 

Il sindacato evidenzia come gli organici delle pubbliche amministrazioni in Trentino siano ormai ai minimi termini, complice anche il blocco del turn-over imposto per contenere la spesa. A questo si aggiunge anche l’età media molto elevata.

 

"E' ormai evidente - aggiunge il segretario - la necessità di stabilizzare i precari. Tra amministrazioni comunali e quella provinciale, ma anche la situazione delle Apsp la situazione è allarmante: ci sono circa 800 precari".

 

Un quadro che rischia di compromettere la qualità che si può migliorare attraverso le assunzioni e il mentoring.

 

"La parola chiave - prosegue la Cisl - è il capitale umano. Un giovane deve avere l'opportunità di inserirsi nel mondo del lavoro e poter approfittare dell'esperienza di quei dipendenti che si avviano verso la pensione. Quest'ultimo punto delinea un duplice vantaggio: maggiore fiducia ai giovani e preservare il patrimonio di know-how, conoscenze e competenze dei lavoratori più maturi: questo a vantaggio della comunità trentina".

 

E la soluzione individuata è quella di sviluppare un sistema perequativo per garantire qualità nei servizi e ossigeno alle Apsp: "Questa riforma - conclude Pallanch - deve valorizzare i singoli territorio e non può puntare alla visione 'Trentocentrica'. Un fondo di questo tipo permette una graduale riduzione dei carichi di lavoro per quei soggetti che, avendo un'elevata anzianità lavorativa, sono anche portatori di notevoli limitazioni che impediscono lo svolgimento di gran parte delle attività. Questo piano favorisce anche forme di ricollocazione all'interno degli enti e compensazioni economiche per far funzionare al meglio il comparto: in questo modo si riesce a garantire la migliore occupabilità e sostegno ad un personale sempre più provato e anziano, anche  con un numero elevato di operatori  affetti da limitazioni, in numero proporzionalmente maggiore alle medie di sistema. La chiave è il capitale umano e bisogna investire sui professionisti e non sui consigli d'amministrazione. Non possono sempre pagare i lavoratori".

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