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Mega appalto (da 12 milioni di euro) per la ristorazione. Il Tar dà ragione alla Risto 3 con una sentenza che farà scuola

Il tribunale di Trento si è servito di un ''verificatore'' che è andato a valutare quanto il ribasso (del 14%) fatto dalla ditta che si era aggiudicata la gara per il servizio in Alto Garda e Ledro fosse compatibile con le esigenze degli utenti. Il professore di Economia Andreaus ha accertato che sarebbe stato in perdita 

Di Luca Pianesi - 14 giugno 2018 - 19:55

ALTO GARDA. E' una sentenza che può fare scuola, che può rappresentare un esempio per molte amministrazioni pubbliche. Il Tar di Trento ha dato ragione alla Risto 3, nel ricorso sul mega appalto da quasi 12 milioni di euro per il servizio di ristorazione per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado e gli Istituti di Formazione professionale dell'Alto Garda e Ledro. Un appalto che va a servire ventidue strutture che fornisce circa 454 mila pasti su base annua, di cui 428 mila per le mense scolastiche delle scuole primarie e secondarie di primo grado e 26 mila per le scuole secondarie di secondo grado e per gli istituti di formazione professionale.

 

L'azienda trentina aveva fatto ricorso al Tribunale regionale di giustizia amministrativa perché il ribasso presentato dalla ditta che si era aggiudicata la gara, la Markas di Bolzano, sarebbe stato troppo alto rispetto a quelli canonici in materia di servizi (per intenderci la Markas aveva fatto un ribasso del 14% mentre la Risto 3 del 3,7%).

 

La Comunità Alto Garda, però, attraverso la Provincia e l'agenzia provinciale per gli appalti aveva ritenuto comunque di aggiudicare definitivamente la gara a favore di Markas (era il 27.10.2017) nonostante i rischi che il servizio finisse per allontanarsi troppo dagli standard richiesti essendo così distante l'offerta dell'azienda bolzanina dalla proposta iniziale dell'ente pubblico dell'Alto Garda e Ledro. In buona sostanza la Comunità Alto Garda si è limitata ad accettare le giustificazioni della Markas Srl senza andare a verificarle o approfondirle. 

 

Per Risto 3, però, si legge in sentenza che "sarebbero stati nettamente e ingiustificatamente sottostimati i costi concernenti: le utenze a carico dell’appaltatore (...); le attrezzature (...); la preparazione e somministrazione dei pasti destinati agli alunni dell’istituto tecnico economico e tecnologico G.Floriani; il personale, tenuto conto del mancato computo delle retribuzioni spettanti ai dipendenti durante le festività anche infrasettimanali, dell’illegittimo ricorso al lavoro supplementare oltre il limite annuo di 180 ore per singolo addetto e comunque della sottostima del costo orario dovuto per tale tipologia di lavoro e della non conformità al contratto collettivo nazionale del lavoro dell’inquadramento di 22 lavoratori con mansioni di allestitore catering; la sicurezza interna o aziendale, (...); gli altri costi, relativamente a quelli delle materie prime (lavaggio divise e tende, analisi alimenti), delle spese generali e della campionatura dei pasti"

 

Il Tar di Trento ha quindi disposto che le varie voci venissero ''verificate'' da un esperto (quello che in un processo civile è il consulente tecnico d'ufficio) terzo e tecnico, una procedura non frequente nel processo amministrativo, e si è incaricato, per questo, il Responsabile del Dipartimento Economia e Management dell’Università di Trento di individuare il docente universitario esperto in finanze ed organizzazione cui affidare l’incarico. La scelta è ricaduta sul professor Michele Andreaus che ha accettato l’incarico. Questi ha individuato "una perdita annua - si legge nella sentenza - nella gestione dell’appalto calcolata in Euro 70.156,17 annui (a fronte di una durata quadriennale del servizio appaltato, eventualmente prorogabile), e dunque l’inesistenza di ogni utile aziendale".

 

Alla fine, insomma, il Tar non si è limitato a decidere solo in base agli aspetti formali del rispetto o mancato rispetto delle caratteristiche della gara ma è entrato nel merito servendosi di un verificatore andando a fare quello che, forse, più spesso dovrebbero fare le stazioni appaltanti. L'aggiudicazione dell'appalto, a questo punto, è saltata Risto 3, rappresentata e difesa dagli avvocati Monica Carlin e Andrea Manca, ha vinto e si è vista anche rifondere dalla Comunità Alto Garda e Ledro e dalla società Markas il contributo unificato. Ora tutto torna in mano all'ente pubblico che dovrà decidere come procedere per questo importante servizio. Sono probabili i ricorsi al Consiglio di Stato ma intanto si è creato un precedente che, in futuro, potrebbe dare nuovo coraggio e spirito d'iniziativa agli enti pubblici.  

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