Faver, Grauno, Grumes e Valda, quattro borghi con un passato in comune fatto di emigrazioni. Anche così è nata Altavalle
Le storie delle comunità cembrane si intrecciano con le migrazioni di adesso, per conoscere e comprendere meglio il mondo attuale. Nella quinta tappa de ''Il Mondo in Piazza'' abbiamo incontrato la vicesindaca e assessora di Altavalle Vera Rossi che spiega: “L'emigrazione stessa è il denominatore comune dei quattro paesi fusi nella comunità di Altavalle”

TRENTO. Migrare è condizione naturale dall'uomo, che da sempre lo ha caratterizzato determinandone storie e identità. La quinta tappa de "Il Mondo in Piazza", progetto che coagula diversi soggetti impegnati sui temi di accoglienza e diversità (46o parallelo, Acav, Atas, Uisp) e che vede impegnato Il Dolomiti, si è focalizzata su una comunità, la Val di Cembra, protagonista ieri e oggi di spostamenti di popolazione.
La tappa è cominciata nella piazza del paese con l'apertura della mostra fotografica di Fabio Bucciarelli relativa alla guerra in Libia. Poi è toccato alla UISP intrattenere operatori grandi e piccini con giochi di strada. E alle 17.30 Vera Rossi e gli autori dei documentari “Senza far rumore” e “Senza far rumore II”, Barbara Fruet, Stefania Viola e Gianpiero Mendini, hanno parlato dell'emigrazione in Val di Cembra attraverso i “Racconti di emigrazione e di resistenza da e in Val di Cembra”, con la trasformazione simultanea degli interventi in fumetto da parte dell'artista Flavio Rosati.
“La Val di Cembra è territorio, come il resto del Trentino, di forte emigrazione verso tutto il mondo. Belgio, Stati Uniti, Francia, sono alcune delle destinazioni dei nostri predecessori, che legano il nostro passato al presente degli attuali migranti”, afferma la vicesindaca e assessora di Altavalle Vera Rossi. “L'emigrazione stessa è il denominatore comune dei quattro paesi fusi nella comunità di Altavalle”, aggiunge.
Una comunità che si sta costruendo, al di là dell'aspetto amministrativo, attraverso la tessitura dei fili di memoria che uniscono le vicende personali e comunitarie dei quattro paesi cembrani. Lavoro a cui l'amministrazione si sta dedicando attraverso la promozione di vari progetti artistici (la rivista Altavalle 360 o il festival Contavalle).
Emigrazione, immigrazione e resistenza allo spopolamento sono i temi attorno a cui è ruotato il dibattito tra la vicesindaco e gli autori dei documentari sui migranti cembrani. In una terra protagonista di emigrazioni, alla ricerca di fortuna e dignità al di fuori della sovrappopolata valle, ma anche di immigrazione, con l'arrivo rilevante di lavoratori provenienti dall'Est Europa o dal Nord Africa in particolare negli anni '90, impegnati nelle cave di porfido che divorano le montagne, le migrazioni sono una questione di particolare importanza. E dalle migrazioni di un tempo verso l'estero si è passati a decenni e decenni di distanza allo spopolamento delle comunità periferiche verso i grandi centri.
Un tema caro anch'esso all'amministrazione di Altavalle, come dimostrato dai progetti per la cittadinanza sviluppati a partire da Grumes per la valorizzazione del territorio ed il mantenimento di una comunità coesa e non dispersa, con l'apertura di un ostello della gioventù e la promozione di un turismo sostenibile. “Resistere come comunità permette di sentirsi parte di qualcosa di più grande”, chiarisce Rossi, “in un'epoca in cui la solitudine rappresenta uno dei grossi problemi della contemporaneità”.
La rassegna è quindi proseguita con l'aggiornamento sulla situazione ugandese con “Uganda: un modello di accoglienza”, a cura della direttrice di Acav e poi è toccato al presidente dell'associazione 46o parallelo-L'atlante dei conflitti e delle guerre del mondo Raffaele Crocco intervenire con “Le migrazioni oggi” e alla compagnia teatrale Fabbrica dei Racconti e della Memoria che ha messo in scena lo spettacolo “Eisbolé”. Il prossimo appuntamento della ''carovana'' de ''Il Mondo in Piazza'' è fissato a Lavis per sabato prossimo (il 20 luglio).