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Classi meno numerose, i genitori scendono in piazza: ''La Provincia ci ascolti, a rischio continuità didattica ed educativa''
La manifestazione è stata promossa dalla Consulta dei genitori dell’IC di Lavis. La richiesta è quella di evitare un nuovo rimescolamento delle classi. Le sezioni da un anno sono più piccole e quindi più numerose per evitare che il virus circoli ma la Giunta ha adottato una delibera per un ritorno alle composizioni delle classi da epoca pre-Covid

TRENTO. “Stop al rimescolamento delle classi” è un grido comune quello che arriva della tante famiglie che questo pomeriggio si sono incontrate in maniera pacifica in piazza Dante per un sit-in promosso dalla Consulta dei genitori dell’IC di Lavis e che ha visto la partecipazione anche di altre scuole del territorio.
Il tema è quello del numero degli alunni all'interno delle classi. Il 26 febbraio 2021 la Giunta Provinciale ha promosso una delibera che prevede un ritorno alle composizioni delle classi da epoca pre-Covid. Cosa significa? Che le sezioni, da un anno più piccole e quindi più numerose per evitare che il virus circolasse e per contenere la pandemia, torneranno ad accorparsi. L'opposizione da parte dei genitori, del Consiglio d'istituto e del dirigente dell'istituto di Lavis non hanno portato alcun cambio di direzione da parte della Pat. Ecco allora la decisione di scendere in piazza.

“Ci sono ragazzi che sarebbero costretti a cambiare classe e quindi compagni per la terza volta consecutiva in pochi anni scolastici. Senza contare la mancanza di una continuità nel piano educativo e didattico” spiega Antonio Schifano.
Giulio Baldessari della Consulta dei genitori di Lavis ha spiegato che sono state diverse le lettere scritte alla Provincia per cercare un canale di dialogo e solo ieri, giovedì, i rappresentanti dei genitori sono stati ricevuti dall'assessore Mirko Bisesti e dai dirigenti provinciali. “Ci è stato spiegato – ha affermato Baldessari – che verranno valutate le nostre richieste”. La richiesta è sempre la stessa: evitare un rimescolamento delle classi, l'ennesimo cambio di compagni per gli alunni e i disagi che ne conseguono per le famiglie.

Sul tema ad intervenire sono stati anche i sindacati che quest'oggi hanno dato il loro appoggio alla manifestazione promossa dai genitori. “Diventi strutturale la riduzione del numero di bambini e studenti per classe” hanno affermato Cgil e Flc chiedendo alla Giunta provinciale di mettere “al centro la qualità dell’istruzione per le nuove generazioni, dall'infanzia alle scuole superiori e formazione professionale. Le risorse si possono trovare”. Uno dei problemi sollevati, infatti, dalla Pat è quello dell'eccessivo costo che ne deriverebbe il mantenimento delle classi con un così ridotto numero di studenti.
“Mettere al centro la qualità dell’istruzione e l’interesse dei ragazzi e dei bambini trentini vuol dire investire in un futuro migliore per la nostra comunità. In questo senso ogni euro speso a questo scopo non è sprecato. Crediamo allora che ci possano essere margini per ridurre il numero di bambini e studenti nelle classi trentine” ne sono certi Cgil e Flc del Trentino che chiedono di limitare in tutti i modi possibili i rimescolamenti tra le classi per tornare alla situazione pre-covi

L’Assessorato all’Istruzione, spiegano ancora i sindacati, ne fa una questione di soldi ricordando che lo sdoppiamento delle classi è costato a Piazza Dante un esborso sui 40 milioni di euro euro tra supplenti, personale d’appoggio aggiuntivo e adeguamento delle aule. “Se la riduzione diventasse strutturale si potrebbe attingere anche ai soldi del Pnrr. Del resto lo stesso ministro Bianchi ha annunciato di voler superare il problema delle classi pollaio e aumentare gli organici. L’assessore ha annunciato che si potranno prendere in considerazioni situazioni particolari. Per noi, invece, più che rispondere alle eccezioni, vanno create condizioni migliori per tutti”.