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Coronavirus, Alto Adige e Trentino strategie a confronto: a febbraio 268 mila tamponi contro 80 mila e tasso di positività che viaggia a senso inverso
I dati si stanno invertendo anche sul quadro delle ospedalizzazioni. Grande differenza pure sulla gestione delle varianti. In provincia di Bolzano sono stati trovati 630 casi (31 di mutazione sudafricana e 220 di inglese) mentre in Trentino sono 4 i casi di inglese finora identificati

TRENTO. Gestioni della pandemia a confronto: da un lato 268.039 tamponi eseguiti, una curva del contagio in calo costante, un rapporto positivi/test che nell'ultima settimana ha raggiunto al massimo il 3%, l'Rt sceso sotto l'1 e oltre 630 casi di varianti accertate dopo azioni politiche dure e impopolari, come lockdown e zone rosse auto-istituite; dall'altro 79.880 tamponi eseguiti, una curva del contagio in crescita costante, un rapporto positivi/test nell'ultima settimana sul 9%, un Rt ancora sopra l'1 e 4 casi di variante inglese accertati. Il febbraio di Alto Adige e Trentino per quanto riguarda la gestione della pandemia ha messo in evidenza percorsi diametralmente opposti intrapresi dai due territori.
In Provincia di Bolzano si è scelta la via del rigore (dopo che a gennaio si era tentato di restare zona gialla pur se classificati come rossi dal Governo), sia dal punto di vista delle misure intraprese che dello screening e della trasparenza con i cittadini. Come noto Bolzano ha deciso da sola di mettersi in zona rossa a partire dall'8 febbraio e Kompatscher ha già firmato un'ordinanza che manterrà la provincia in lockdown fino al 14 marzo anche se per Roma sarebbe zona arancione e la prossima settimana potrebbe diventare gialla se confermerà l'Rt sotto l'1 (è allo 0,92 con una forchetta che oscilla tra lo 0,89 e lo 0,96 con ''rischio moderato''). L'Rt del Trentino, invece, è rimasto sopra l'1 anche questa settimana con un dato del 1,07 (che oscilla tra 1 e 1,14) e ''rischio moderato con alta probabilità di progressione''.
Sono tantissimi i tamponi eseguiti nel mese di febbraio in Alto Adige per cercare più positivi possibile: addirittura 268.039 in 28 giorni ed il tasso di positività è passato da un 9,52% del primo di febbraio all'attuale 3,16 fatto registrare ieri 28 febbraio (anche se era dal 21 che non superava il 3%). Un dato che è la metà del livello medio nazionale. Dall'altro lato il Trentino ha deciso di adottare una strategia diversa segnata da pochissimi tamponi: meno di un terzo di quelli fatti a Bolzano, 79.880 per la precisione e un tasso di positività che è passato da essere al 7,4% il primo di febbraio al 12% il 28.
Fugatti lo ha spiegato spesso che questa è la strategia trentina: andare a fare i tamponi antigenici in maniera ''chirurgica'' su chi ha sintomi così da intercettare i positivi in questo modo e sarebbe per questo che a fronte di pochissimi tamponi, rispetto all'Alto Adige, i positivi trovati sono quotidianamente di più dei cugini di Bolzano. Ed era esattamente il motivo per il quale a novembre e dicembre i dati del contagio trentini erano incredibilmente più bassi di praticamente tutti i territori italiani: perché i positivi si trovavano con questa tecnica che fino a gennaio non è stata ricompresa nei conteggi ufficiali nazionali.

Un'altra grande differenza tra il Trentino e l'Alto Adige in questo momento sembra riguardare le varianti. L'Alto Adige le sta cercando in maniera ostinata andando ad isolare i territori dove viene trovata la sudafricana. A fronte di migliaia di tamponi fatti analizzare sono ben 630 i casi di mutazioni comunicate alla comunità: a sabato erano 31 i casi di sudafricana trovati (e una dozzina i Comuni ''blindati'' in entrata e uscita) con tanto di lista, paese per paese, dove sono stati rinvenuti. 220 invece i casi di variante spagnola riscontrati (la più diffusa in Italia sin da giugno scorso), 200 di inglese, 89 altre varianti e 90 della ceca. In Trentino i casi di varianti trovati e comunicati alla cittadinanza sono 4 di inglese dei quali due in Val di Fiemme (non è ben specificato dove) e due ancora non si sa in che zona.
L'Alto Adige, comunque, è stato colpito in maniera durissima da questa terza ondata di febbraio se si pensa che ha fatto registrare 147 morti in 28 giorni mentre il Trentino ne ha avuti 57. Ma nonostante questi dati così drammatici il Trentino della zona gialla di ottobre/novembre aveva visto aumentare tragicamente le proprie vittime anche in confronto con l'Alto Adige della zona rossa e quindi ancora oggi paga una seconda ondata violentissima: da settembre al primo di febbraio Trento ha avuto 742 morti contro i 583 di Bolzano. A livello di ospedalizzazioni l'Alto Adige e il Trentino il 15 febbraio facevano segnare, fonte protezione civile, rispettivamente 258 ricoveri e 174 mentre ieri il dato era 218 e 185. Il 15 febbraio Bolzano a livello di terapie intensive era a 39 (sempre fonte protezione civile) e Trento a 27 mentre ieri l'Alto Adige era a 33 e il Trentino a 39.