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Coronavirus, ospedali sotto pressione. Penzo: ''Stiamo riuscendo a rispondere alle emergenze''
I posti letto potenziali disponibili per le terapie intensive sono circa 90. Oggi sono 47 i pazienti in situazione grave ricoverati in ospedale, il Responsabile di Anestesia e Rianimazione: "Sulla scorta dell'esperienza passata, siamo riusciti a sviluppare una strategia di rimodulazione dei posti letto"

TRENTO. “Abbiamo equipe dedicate che ci consentono anche in questo momento di affrontare le emergenze”. Sono queste le parole che arrivano dal dottor Daniele Penzo, responsabile di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale Santa Chiara di Trento.
Proprio in questi giorni il numero di posti letti occupati in terapia intensiva da pazienti Covid19 (47) è aumentato notevolmente. Un impegno che sta mettendo sotto pressione l'intero apparato ospedaliero che, però, sta resistendo.
“Sulla scorta dell'esperienza avuta durante la prima ondata – ha spiegato il dottor Penzo - siamo riusciti a sviluppare una strategia di rimodulazione dei posti letto. Per fare un esempio – spiega – circa 10 giorni fa avevamo ricoverati 25 pazienti Covid. Attualmente sono 47. Il numero di interventi programmati è rimasto invariato”.
E' bene poi ricordare che la durata della degenza dei pazienti Covid è ben superiore a quelli di un ricovero ordinario.
“Quando un paziente viene ricoverato in terapia intensiva – spiega il responsabile di Anestesia e Rianimazione del Santa Chiara – mediamente ha una degenza che va dai 15 ai 21 giorni. Il turn over dei posti letto è quindi diverso da quello garantito in un reparto di degenza ordinaria”.