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Lorenzo e Alice due giovani che per la loro estate hanno scelto il lavoro in malga (I VIDEO): ''Devi adattarti ai bisogni della natura. Esperienza rigenerante''
Lorenzo viene da Codogno mentre Alice è di Bormio. Entrambi hanno scelto di passare le loro settimane estive in quota al ''servizio'' di 103 mucche. Lui ora spera di poter proseguire questa vita dopo gli studi: ''Magari partendo con un allevamento di oche, che ha costi di avvio produzione più contenuti''. Lei non si separa più dalla pecora ''Nana'': ''I suoi fratellini non le permettevano di nutrirsi a sufficienza. Le ho dato il biberon 5 volte al giorno e ora mi segue dappertutto''

VAL DI PEJO. Hanno deciso di dedicare la loro estate 7 giorni su 7, 24 ore su 24 alle 103 mucche della Malga Pontevecchio a 1.767 metri di altitudine. Lui si chiama Lorenzo Farina ed è uno studente di 17 anni di Codogno, lei si chiama Alice Praolini, viene da Bormio ed ha 23 anni ed entrambi hanno passato le ultime settimane in quota dedicandosi anima e cuore agli animali della malga in Val di Pejo all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Entrambi sono stati accomunati dall’aver fatto una scelta decisamente lontana dalla narrazione che vuole i nostri giovani impegnati a riappropriarsi della propria vita post chiusure da Covid19 solo tra uscite serali, viaggi in comitiva, incontri nuovamente in presenza.
In particolare, poi, Lorenzo viene proprio da quella che un anno e mezzo fa era stata ribattezzata la Wuhan italiana, epicentro della prima ondata di Covid, ed è lui stesso a sottolinearlo nella sua video-intervista. Entrambi, però, a svaghi e divertimenti, hanno preferito il lavoro, la natura, il contatto con gli animali, la pace data da paesaggi straordinari e rigeneranti come quelli delle montagne e vallate trentine. La loro giornata tipo però non si può dire fosse di ''tutto riposo'', anzi: sveglia tra le 5 e le 6 del mattino per sottoporre le vacche alla prima mungitura. Poi via verso il pascolo lontano dalla malga dove trascorreranno tutto il giorno. Nel pomeriggio: seconda mungitura e pulizia degli animali.
“Non c’è possibilità di riposo. Le mucche vanno custodite ogni giorno. Devi adattarti ai loro bisogni e soprattutto impari a tarare la tua giornata ai ritmi della natura” spiega Alice, mentre la sua pecora di nome “Nana” le rimane sempre attaccata al fianco. “Lei l’ho portata con me quando mi sono trasferita in questa malga - prosegue -. La sua mamma aveva partorito tre agnellini e lei non cresceva abbastanza perché i fratelli le ‘rubavano’ il latte. Quindi l’ho sostanzialmente adottata: fino a poche settimane fa beveva latte col biberon 5 volte al giorno. Ormai è diventato un animale domestico e mi segue dappertutto”.
Una vita diversa da quella di molti altri che però ad Alice sta insegnando molto: “Questa esperienza ti insegna la pace interiore, ti trasmette l’importanza di riconnettersi con la natura, con i suoi ritmi, con i rumori naturali. Il mio sogno è continuare a lavorare nelle malghe e magari aprirne una mia”.

Speranza condivisa da Lorenzo. Per lui, che frequenta l’Istituto agrario e da adolescente ha dovuto vivere in prima linea la furia del Covid, la vita in malga è però, oltre che una tappa di formazione, anche una sorta di rinascita: “Stare in qualche modo isolato dalla frenesia del mondo - spiega - è utile a disintossicarsi dallo stress accumulato. Ma l’aspetto più importante che mi fa consigliare ai miei coetanei un’esperienza in malga è il fatto che diventa una straordinaria occasione per trasformarsi in un problem solving. Quando sei in mezzo ai monti da solo con tanti animali, devi imparare a risolvere da solo i problemi quando capitano, impari a fare di tutto e a cavartela da solo”.
A Lorenzo la passione per malghe e allevamento è iniziata già prima dell’emergenza Covid. “Tre anni fa, ho convinto i miei genitori a trascorrere un’intera giornata e una notte in una malga dalle nostre parti. è stata una sensazione unica che mi ha fatto capire che una professione che preveda un rapporto stretto con animali e natura è probabilmente la mia strada. Mi piacerebbe proseguire anche dopo gli studi, magari partendo con un allevamento di oche, che ha costi di avvio produzione più contenuti”.

Per Alice e Lorenzo la conclusione simbolica della loro estate in malga è avvenuta oggi quando sono scesi da Malga Pontevecchio fino a Cogolo di Peio per la tradizionale Desmalgada che riporta gli animali nei rifugi invernali. Un trionfo di musica e colori nel quale le mucche percorrono le vie del paese “agghindate” con campanacci e fiori, accompagnate dalla banda e dai costumi tradizionali. Un appuntamento simbolo per le genti di montagna, che si trasforma in una festa per l’intera comunità ed è capace di far comprendere ai turisti quanto sia profondo il legame tra uomo, animali e natura in alta montagna.

Con la Desmalgada di Pejo si è conclusa la Festa dell’Agricoltura iniziata lo scorso venerdì 17 con molte diverse proposte: escursioni nel Parco Nazionale dello Stelvio, mercati contadini, laboratori wellness fitoterapici alla scoperta delle caratteristiche delle erbe montane, colazioni e aperitivi con prodotti del territorio e degustazioni dei tipici sapori di montagna.