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Oltre 30mila firme per dire basta ai prelievi idrici dal torrente Noce: “Stop allo sfruttamento di un bene pubblico”
La petizione chiede di fermare “nuovi e insostenibili prelievi idrici a scopo idroelettrico e irriguo nel bacino del Noce in val di Sole” ed evitare “lo sfruttamento di un bene pubblico e comune qual è l’acqua da parte di soggetti privati, in tutto il Trentino”

TRENTO. Sono oltre 30mila, per l’esattezza 30.182, le firme che stamane sono state consegnate a Walter Kaswalder, il presidente dell’assemblea legislativa della Provincia di Trento. La petizione chiede al Consiglio provinciale di adottare un provvedimento normativo per fermare “nuovi e insostenibili prelievi idrici a scopo idroelettrico e irriguo nel bacino del Noce in val di Sole” e per evitare “lo sfruttamento di un bene pubblico e comune qual è l’acqua da parte di soggetti privati, in tutto il Trentino”.
A Palazzo Trentini si sono presentai gli esponenti del Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino, che conta 18 associazioni aderenti. C’erano il primo firmatario della petizione Salvatore Ferrari (di Italia Nostra), il portavoce Tommaso Bonazza e il rappresentante della Sat Alessandro Rossi, che hanno perorato la causa di un necessario cambiamento culturale in Trentino riguardo all’impiego dell’acqua bene comune, in vista di cambiamenti climatici destinati in futuro a renderla meno abbondante e disponibile.
Nel testo della petizione si ricorda che la “battaglia” è cominciata fin dal 28 agosto 2016, con la prima marcia fluviale in difesa del fiume Noce e dei suoi affluenti (Rabbies, Vermigliana, Meledrio, torrente Presena, rio Corda, rio Saleci, rio Poia, rio San Leonardo). Da Caldes partì un appello che ebbe l’effetto, ha ricordato Ferrari, di spingere la Provincia, nel triennio successivo, a respingere molte delle nuove richieste di derivazione d’acqua oltre alla trentina già attiva. Nel 2018, in particolare, non fu concesso il prelievo dal Rabbies richiesto dal consorzio di miglioramento fondiario della valle di Non.
Non è ancora del tutto sventata invece l’ipotesi, avanzata lo scorso maggio, di una derivazione d’acqua in val di Peio, per 600 litri al secondo, sempre finalizzata a irrigare i poderi nonesi. Il comitato (e non solo) è impegnato su questo fronte e andrà presto dai sindaci e dal commissario della Comunità.
Dal Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino hanno fatto sapere che alcune delle firme raccolte provengano da turisti che, soprattutto nei centri rafting della Val di Sole, auspicano il mantenimento dei flussi naturali del fiume. Dal canto suo Kaswalder ha spiegato che la petizione sarà esaminata in sede di Commissione legislativa. La politica si incaricherà poi di fare sintesi.