Per la presidenza del Mag prevista la “staffetta”, Sgarbi non ci sta: “Non sono disponibile ad accettare metà mandato”
Le Amministrazioni di Riva e Arco si erano accordate per una “staffetta” che prevedeva due anni di presidenza a testa, il critico d’arte però non ci sta e declina: “Non sono disponibile a fare il bambino del re Salomone. I compromessi politici tengono la mia nomina in ostaggio e questo per me è inaccettabile”

ALTO GARDA. Dopo mesi di trattative sembrava fatta per l’accordo raggiunto fra le Amministrazioni di Riva del Garda e Arco che avevano deciso di spartirsi la nomina (2 anni a testa) della presidenza del Museo dell’Alto Garda (Mag) che riunisce la Rocca e la Galleria civica Segantini. Eppure è arrivato un incredibile colpo di scena. Come si dice, sono stati fatti i conti senza l’oste. E in questo caso “l’oste” è il vulcanico Vittorio Sgarbi che di un mandato “monco” non ne vuol sapere e pertanto (salvo nuovi sviluppi) non è intenzionato ad accettare la presidenza del Mag.
In sostanza, nei giorni scorsi durante un incontro al Casinò di Arco, il sindaco di Arco Alessandro Betta con la controparte rivana Cristina Santi, accompagnati rispettivamente dall’assessore alla cultura Guido Trebo e Renato Veronesi (presidente Amsa) e per Riva Marco Torboli (presidente Apm ed ex segretario del Patt), avevano stabilito gli estremi dell’accordo che prevedeva di fatto la spartizione del museo.
Sgarbi, fortemente voluto dall’Amministrazione rivana, sarebbe dovuto essere presidente del Mag per due anni (fino al 31 dicembre 2023), dopodiché sarebbe stato il turno di Arco di scegliere la guida del museo. Peccato che Sgarbi non abbia accettato la presidenza biennale. È lo stesso presidente del Mart a smentire la sua nomina e per farlo cita l’episodio biblico del Re Salomone. Per farla breve due madri, una vera e una falsa, si contendevano un solo figlio così Salomone, dopo averle ascoltate, ordinò di tagliare a metà il bambino. A quel punto la vera madre supplicò il re di consegnare il bimbo all’altra donna pur di salvarlo. Il resto è noto. “Qui però non c’è il bambino”, commenta Sgarbi riferendosi a sé stesso. “Non sono disponibile ad accettare metà mandato – sottolinea a Il Dolomiti il critico d’arte – in soli due anni non si può portare avanti un’attività così importante”.
Dal canto suo Sgarbi fa sapere che avrebbe anche avuto delle mostre significative per estendere l’attività del Mart anche al Mag, ma solo se ci sarà il tempo per lavorarci. “Non sono disponibile a fare il bambino del re Salomone. I compromessi politici tengono la mia nomina in ostaggio e questo per me è inaccettabile. Il mandato deve essere pieno, altrimenti, se vogliono – conclude il presidente del Mart – possono darmi un incarico per una mostra ma anche qui c’è bisogno di tempo per organizzare, queste cose non vanno improvvisate”.