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Carcere, l'appello di Fugatti: “Struttura sovraffollata, abbiamo pochi agenti. Oggi ci sono 348 detenuti, lontani dai 240 pattuiti nel 2002”

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è tornato a parlare del carcere di Spini di Gardolo in occasione dell'incontro con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari: in ottobre il presidente della Pat aveva riportato la problematica in una lettera al nuovo ministro della Giustizia Carlo Nordio

Di F.S. - 10 November 2022 - 10:31

TRENTO. “Il carcere è sovraffollato e abbiamo pochi agenti: abbiamo chiesto quanto prima un intervento da parte del Ministero”. È questo l'appello lanciato nuovamente dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti in occasione dell'incontro con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, dopo la lettera inviata pochi a fine ottobre al nuovo ministro della Giustizia Carlo Nordio (Qui Articolo) per chiedere un tempestivo adeguamento della dotazione di organico delle struttura, attualmente eccessivamente ridotta.

 

“I numeri attuali – dice Fugatti riferendosi ai detenuti – sono lontani dai 240 pattuiti nel 2002 con l'accordo tra Provincia e ministero sulla realizzazione del nuovo carcere di Spini di Gardolo. Oggi ci sono 380 detenuti a fronte di 174 agenti di polizia, quando ne erano previsti invece 227”. Una situazione nella quale, negli ultimi mesi, si sono verificate diverse aggressioni ai danni del personale di Polizia penitenziaria in servizio alla casa circondariale di Trento (gli ultimi due, citati anche nella missiva inviata al Guardiasigilli, hanno visto protagonista una detenuta che ha appiccato un incendio ed un detenuto che ha aggredito 6 agenti).

 

“Il sottosegretario Ostellari – ha sottolineato Fugatti – si è detto interessato al problema, l'ho invitato a visitare il carcere di Trento e ha assicurato che metterà in agenda quanto prima una visita alla struttura trentina”. Le carceri, ha dichiarato invece il sottosegretario: “Non possono essere un mondo a parte, né per i condannati, né per chi ci lavora. Occorre garantire la piena sicurezza degli agenti della Polizia penitenziaria e non aggiungere un'ulteriore pena a chi ne sta già scontando una. I fondi destinati alla Giustizia non dovrebbero essere considerati un costo, ma un investimento per la sicurezza e lo sviluppo del Paese”.

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