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Dai rincari alla carenza di spazi, per il Punto d'Incontro di Trento si annuncia un inverno difficile: ''Si rischia di spingere ancora più ai margini le persone che vivono in strada''

Il Punto d'Incontro che si trova in via Travai è centro fondamentale di rifermento per chi vive in strada, per le 230 persone richiedenti protezione internazionale costrette a vivere sotto i ponti o negli angoli dei marciapiedi. Ma non solo, c'è la questione dei lavoratori poveri: persone con contratti precari e ad intermittenza, che non riescono ad avere la forza economica per uscire dalla difficoltà, da una situazione che li condanna a vivere senza un tetto sulla testa 

Di Giuseppe Fin - 09 ottobre 2022 - 19:57

TRENTO. E' rimasta sempre aperta, anche durante le fasi più critiche dell’emergenza sanitaria, registrando un progressivo inasprimento delle condizioni di vita di chi è in strada.  Stiamo parlando della mensa del Punto d'Incontro, fondamentale per i tanti senzatetto che sono presenti nella città di Trento. Il centro, fondato da don Dante oltre ad un pasto caldo offre un momento di accoglienza, di ascolto, di una doccia calda e di aiuto

 

L'attenzione nei confronti delle persone più fragili e di quanto accade in strada non è mai mancata ma ora per la mensa di via Travai e i suoi laboratori si annuncia un inverno davvero difficile. "L’aumento dei costi energetici, l’aumento dei prezzi delle materie prime, la fatica del lavoro di accoglienza, la carenza di spazi, rischiano di spingere ancora più ai margini le persone che vivono in strada" ha spiegato il presidente della Cooperativa Punto d'Incontro Osvaldo Filosi in occasione del tavolo promosso durante la Settimana dell'Accoglienza che ha visto la partecipazione del vescovo Tisi, il Comune di Trento e tanti esponenti della società civile e del mondo della solidarietà, per ribadire la necessità di un cambio sistemico nei confronti della gestione dell'accoglienza.

 

"Le incertezze – ha ribadito Filosi - si sommano alle difficoltà dei richiedenti asilo in attesa del riconoscimento". Ad oggi, secondo i numeri forniti sono 230 le persone richiedenti protezione internazionale costrette a vivere sotto i ponti (QUI L'ARTICOLO), in strada, mettendo a rischio la propria vita, schiacciate dalla burocrazia sempre più esasperante. C'è poi la questione dei lavoratori poveri: persone con contratti precari e ad intermittenza, che non riescono ad avere la forza economica per uscire dalla difficoltà, da una situazione che li condanna a vivere in strada. La presenza sul territorio cittadino di persone in stato di grave marginalità sociale e precarietà abitativa pone questioni importanti, oltre che in merito alla tutela della dignità delle persone, anche alla loro stessa sopravvivenza.  

 

I numeri mostrano la difficoltà della situazione. Al 30 settembre 2022 si sono rivolte al Punto d’Incontro 712 persone provenienti da 44 paesi del mondo. Di queste 712 persone, 375 sono nuovi arrivi (rispetto al 2021). Numerosi i giovani, soprattutto richiedenti asilo; in aumento la fascia di età sotto i 40 anni. Alla mensa sono circa 31.983 i pasti serviti, con una media di 160 presenze al giorno per il pranzo.

 

Ma non c'è solo la mensa e il laboratorio: il Punto d'Incontro in questo periodo ha garantito ai propri utenti la possibilità di fare 3298 docce e un migliaio di lavatrici oltre alla consulenza burocratica, legale e sanitaria grazie alla collaborazione con i medici del Gr.is.

 

Durante l'incontro il vescovo Tisi ha ribadito l'importanza di uscire una volta per tutte dalla gestione last minute dell'Emergenza Freddo, la necessità di trovare una soluzione sistemica alla presenza dei richiedenti asilo: "senza migranti - ha detto Don Lauro - noi non andiamo avanti". "I numeri che riguardano la povertà sono solo la punta dell'iceberg - ha proseguito Tisi - il fenomeno è molto più vasto, dobbiamo farci carico, anche sotto il profilo economico, di questa situazione”.

 

L'assessora alle politiche sociali del Comune di Trento Chiara Maule ha chiarito che il Comune "non è intenzionato fare un passo indietro rispetto a questi temi né rinunciare alla rete di supporto per chi vive in strada. La città di Trento ha una lunga storia di accoglienza e di attenzione nei confronti di chi vive ai margini".

 

Ad intervenire su questi temi anche Claudio Bassetti, presidente di Cnca Trentino Alto Adige, parlando di un'accoglienza che deve poter continuare a nutrire la Comunità, attraverso l'ascolto, la relazione, a fronte delle incertezze e del progressivo  sgomento della società.

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