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Dall'ufficio pari opportunità sparisce il ''contrasto alla violenza sulle donne'', Non una di meno: "Posizionamento misogino della Giunta che disconosce il fenomeno"
Dopo la decisione della Giunta di cambiare la denominazione dell'"Ufficio pari opportunità e contrasto alla violenza sulle donne" in "Umse pari opportunità, prevenzione della violenza e della criminalità" togliendo il riferimento alla "violenza sulle donne", sono intervenute le attiviste di Non una di meno: "Conosciamo tutte e tutti l'importanza del linguaggio. Volontà della Provincia di relegare la violenza sulle donne a mera appendice eccezionale"

TRENTO. "Conosciamo tutte e tutti l'importanza del linguaggio. La parola traduce la realtà, la riconosce. È evidente che con questo cambio di denominazione la Giunta provinciale ha voluto consapevolmente disconoscere la violenza sulle donne". E' questa l'accusa delle attiviste femministe di Non una di meno - Trento rispetto alla decisione della Giunta leghista di sopprimere l'"Ufficio pari opportunità e contrasto alla violenza sulle donne", cambiandogli il nome in "Unità di missione semplice pari opportunità, prevenzione della violenza e della criminalità" e togliendo perciò lo specifico riferimento alla "violenza sulle donne".
"Dire 'violenza sulle donne' significa dichiarare il proprio posizionamento politico - prosegue Nudm - individua chiaramente oppresse e oppressori. L'averlo tolto dall'intestazione dell'ufficio dichiara la volontà della provincia di relegare la violenza sulle donne a mera appendice eccezionale quando sappiamo bene essere strutturale nella nostra società".
Una scelta politica che assume un profondo significato culturale, che non vuole dare un nome a un fenomeno esistente e anche, purtroppo, fin troppo presente nella nostra società. "Decidere volutamente di non usare questa locuzione - aggiungono le attiviste - significa disconoscere il fatto che le donne sono una classe oppressa all'interno di un sistema di sfruttamento che è il patriarcato. Sistema di sfruttamento i cui beneficiari sono gli uomini e che in quanto tali decidono sulla vita (e sulla morte) delle donne".
Nudm condanna quindi questa gesto: "Riteniamo gravissimo quanto attuato dalla Giunta provinciale - concludono le femministe - che per l'ennesima volta dichiara il proprio posizionamento politico misogino nell'intento di mantenere inalterati supremazia, potere e privilegi maschili".
Non è mancato il disappunto anche all'interno del mondo della politica. Lo stesso consigliere del Pd Luca Zeni si era espresso contrariamente alla decisione della Giunta: "Togliere il riferimento esplicito alla violenza sulle donne, - accusa - solo perché esiste anche quella sugli uomini in qualche sporadico caso, significa tornare indietro dal punto di vista culturale. Ogni 3 giorni in Italia una donna viene uccisa. La politica anche quella che ha scelto di tollerare il ‘machismo’, non deve nascondere la testa sotto la sabbia" (Qui l'articolo).