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“Le alternative superate da una decisione centralista della Pat”. Ecco tutte le criticità sul progetto Bus Rapid Transit per Italia Nostra

L'associazione dice la sua sul progetto Bus Rapid Transit, che per le autorità provinciali dovrebbe riscrivere la mobilità nelle Valli di Fiemme e Fassa in vista delle Olimpiadi invernali del 2026: ecco tutte le osservazioni della sezione trentina di Italia Nostra

Foto d'archivio
Di F.S. - 10 October 2022 - 19:04

TRENTO. Dai parcheggi alle infrastrutture fino al consumo di suolo: ecco tutte le osservazioni (e le criticità) sul progetto Bus Rapid Transit evidenziate dalla sezione trentina di Italia Nostra. Dopo il presidente della Comunità della Valle di Fiemme Giovanni Zanon (Qui Articolo) ed il presidente di Transdolomites Massimo Girardi (Qui Articolo) insomma, il progetto della Pat per riscrivere la mobilità nelle Valli di Fiemme e Fassa in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 (Qui Articolo) è stato analizzato nel dettaglio anche dall'Associazione per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione. Come già anticipato, il Brt punta ad una nuova mobilità su gomma nella tratta che da Ora porta a Canazei, passando per Cavalese e Predazzo, con la realizzazione di opere infrastrutturali, di corsie riservate al passaggio dei bus e l'acquisto di nuovi mezzi. In sintesi, secondo Italia Nostra il progetto presenta degli aspetti positivi (dall'investimento nel trasporto pubblico all'acquisto di mezzi a minimo consumo energetico) ma in generale è 'limitato' (“nasce con una visione ristretta centrata sulle due valli dell'Avisio trascurando la valle di Cembrea ed i rapporti di mobilità con l'Alto Adige”) e porta a nuovo consumo di suolo.

 

Le osservazioni dell'associazione, scrive Italia Nostra: “Seguono le due presentazioni pubbliche tenute dalla Provincia ed è doveroso, prima di entrare nel merito del progetto, evidenziare alcune considerazioni”. Innanzitutto, dice Italia Nostra, il progetto “viene presentato come una soluzione infrastrutturale-tecnologica e organizzativa, non si tratta quindi di un progetto di sistema di trasporto. I due temi dovrebbero venire affrontati diversamente, fra loro integrati”. In termini generali “saranno impiegato solo autobus ad alta capacità di trasporto a pianale ribassato e semiribassato, alimentati con vettori energetici da fonti rinnovabili, il territorio subirà una infrastrutturazione (terze corsie, parcheggi, stazioni di rifornimento) e tutta la proposta completata da gestione intelligente del sistema grazie alla priorità semaforica”. Le presentazioni, continua però Italia Nostra: “Sono risultate stringate, inadeguate per la illustrazione e la comprensione di un progetto tanto complesso”.

 

Ai cittadini, alle associazioni e agli enti portatori di interessi diffusi “non andava presentato un progetto singolo preconfezionato sul quale poi aprire il confronto” scrive Italia Nostra, precisando come il Brt non sia l'unica proposta praticabile e finanziariamente sostenibile. “Di fatto – continua l'associazione – è stato impedito un raffronto e la valutazione di diverse soluzioni sulla base di efficacia nel tempo, sostenibilità dei costi, sia di costruzione che della gestione nel lungo periodo, raccordi come la mobilità fra Province e Regioni confinanti e sviluppo della rete ferroviaria in Sudtirol come Oltralpe. Era oltremodo doveroso da parte dell’ente pubblico permettere ai cittadini di valutare a fondo e in modo trasparente più opzioni o soluzioni. In questo caso altre opportunità alternative di trasporto pubblico sono state superate da una decisione centralista della Provincia autonoma di Trento. Ancora una volta, come accaduto nella seconda metà degli anni ’80, sempre in prossimità e su pressione di grandi eventi sportivi, i mondiali di sci nordico 1991 allora con la costruzione della strada di fondovalle, SP 232, si impone un progetto unico. Anche allora le associazioni ambientaliste e i comitati locali avevano avanzato proposte alternative, nemmeno prese in considerazione (Tesero, assemblea 2 agosto 1988)”.

 

Oggi il paesaggio di fondovalle di Fiemme, dice Italia Nostra: “E' definitivamente sconvolto, caratterizzato da una urbanizzazione sconcertante (area industriale di Molina di Fiemme, depuratore e Crm in località Bedoina, stazione intermedia della cabinovia del Cermis e relativi parcheggi, la minaccia di costruzione di un campeggio di lusso a Masi, l’area artigianale della Podèra di Masi, la zona industriale di Lago di Tesero, il centro del fondo e relative strutture di supporto, la possibilità della imposizione di un nuovo ospedale, senza che il problema del traffico negli abitati storici di mezza costa sia stato risolto. A dimostrazione di queste affermazioni sta la impellente necessità di trovare soluzioni di mobilità alternative”. Gli obiettivi illustrati, continua Italia Nostra, sono: “Snellire il traffico nelle valli per diminuire l'utilizzo dell'auto privata a vantaggio del servizio su gomma di trasporto pubblico. Si è puntato poi su tre aspetti: rapidità e regolarità del servizio, minori ritardi elevati per fidelizzare l'utenza”.

 

Prima di affrontare nel dettaglio le criticità rilevate, l'associazione ha come messo in rilievo anche gli aspetti positivi dell'iniziativa:

 

1) Si investe nel trasporto pubblico; si passa da un servizio di oggi per complessivi 0,9 milioni di chilometri annui nelle due valli a 1, 8 milioni, il raddoppio netto.

2) Si acquistano mezzi a minimo consumo energetico come i mezzi a biometano, il 53% della nuova flotta, e a zero emissioni come gli autobus elettrici 45%. I costi di acquisto sono notevoli, si aggirano sui 20 milioni di euro. Si tratta di 42 mezzi.

3) Si arredano le stazioni di fermata capaci di offrire un servizio certo e di pieno rispetto ai portatori di handicap motori e anche ai non vedenti, le stazioni saranno di tipo tranviario.

4 La scelta di installare semafori che offrano priorità di transito al trasporto pubblico è positiva. Forse la quantità (72 postazioni) è eccessiva e rischia di portare problemi importanti alla fluidità del traffico privato.

 

Ecco invece tutte le criticità rilevate:

 

1) Intervenire su un tema strategico solo perché spinti dall’evento olimpico è deprimente vista la presenza della criticità affrontata lunga diversi decenni. Da tempo amministrazioni pubbliche e associazioni delle valli dell’Avisio sostengono proposte di mobilità più efficiente e chiedono soluzioni definitive che superino in buona parte l’uso della mobilità privata con auto.

2) Il progetto è limitato. Nasce con una visione ristretta centrata sulle due valli dell’Avisio trascurando la valle di Cembra e i rapporti di mobilità con l’Alto Adige; il tutto non è minimamente inserito nel contesto della mobilità pubblica e privata della Provincia e dell’asse del Brennero. Men che meno con gli aeroporti Catullo di Verona (del quale la Provincia è azionista) e di Bolzano.

3) Non è più pensabile procedere con progettazioni che consumino suolo, nelle maggioranza delle situazioni interessate al potenziamento della rete viaria o di costruzione di nuovi parcheggi vengono coinvolte aree pregiate destinate a verde agricolo primario. Nella conferenza si è detto che il consumo di suolo libero sarà limitato a 5 ettari. Solo i parcheggi destinati ad accogliere 3000 veicoli consumeranno perlomeno 7 ettari, oltre i 5 ettari il consumo di suolo libero destinato per le terze corsie.

3) Alcune ristrutturazioni di stazioni migliorano la situazione, si pensi a Cavalese e Predazzo. Sono invece discutibili le previste altre due stazioni di ricarica di Sèn Jan e a Penia.

4) Si sono proposte delle linee colorate. La linea rossa rimarrebbe attiva tutto l’anno, lunga 70,3 Km, partirebbe dalla stazione ferroviaria di Ora per arrivare a Penia: avrà cadenzamento orario dalle 5 del mattino alle ore 20.00. Tale linea non serve Molina di Fiemme (nemmeno si è previsto un servizio locale), si evitano i centri abitati di Cavalese e quello di Predazzo, a Tesero in piazza Cesare Battisti vi saranno problemi dovuti alla recente ristrutturazione motivata come servizio alla collettività e zona ricreativa, non ci sono fermate nell’area artigianale di Pera oltre ad altre strategiche, quelle di Moena, trascurando l’importanza delle zone produttive di Ziano, Lago, Molina di Fiemme. La linea non dialoga con il presente servizio della Provincia di Bolzano della SAD Ora - Cavalese. Proprio prendendo spunto da questo limite non si comprende la scelta di non servire il centro abitato di Predazzo. Non vengono specificati eventuali e necessari accordi con l’amministrazione comunale di Tesero per il servizio presso loc. Piera.

5) La linea definita verde presuppone una validità annuale, un cadenzamento sull’intera giornata con orari sfalsati di trenta minuti dalla linea rossa. Il percorso va da Castello di Fiemme a Penia. In periodo estivo sarà potenziata fino a servire Molina. Non si comprende perché non debba servire il centro abitato di Cavalese come del resto risulta incomprensibile la soppressione del tragitto nel periodo invernale.

6) La linea blu dovrebbe diventare permanente visto che è l’unica che con alcune corse collega Molina di Fiemme attraverso la SP 232 e si dirige in via diretta a Predazzo attraversando le locali aree produttive. Con validità solo estiva avrà un cadenzamento di dieci minuti, ma solo da Predazzo a Penia. Nel tratto di Fassa avrà 8 passaggi/ora come rinforzo estivo. A nostro avviso la linea blu è strategica perché insiste sulla strada di fondovalle. Non si trova alcun accenno riferito alla necessità di mobilità degli abitanti della val di Cembra e di Capriana. Come del resto viene sottostimato il bisogno di servizio pubblico efficiente per le zone industriali che occupano più di 600 dipendenti e per le stazioni sciistiche del Cermis a Cavalese, del Latemar a Predazzo e dello stadio del fondo a Lago. Totalmente dimenticato un servizio pubblico fondamentale come l’Ospedale di Fiemme o di accesso alle RSA, sia in Fiemme che in Fassa.

 

“Nell’insieme – continua Italia Nostra – si riscontra tanta confusione, probabilmente un’inadeguata conoscenza dei bisogni effettivi di mobilità degli abitanti delle due valli. Lo stanno a dimostrare l’ideazione di tre tipologie di fermate, le Gold, 38 stazioni, le Silver 22 fermate, le Bronze 20 fermate. Nelle Silver e nelle Bronze non ferma la linea rossa. E’ auspicabile che tali scelte trovino migliore spiegazione o vengano riviste in sede delle prossime progettazioni”.

 

Queste le osservazioni dell'associazione in merito ai parcheggi:

 

1) I parcheggi tra nuovi e ampliamenti previsti saranno 10. Alcuni di questi vengono ritenuti utili, anche come interscambio delle auto per il servizio Brt. Altri invece risultano incomprensibili, se non proprio inconcepibili. Saranno costruiti con fondo drenante e accompagnati da adeguata piantumazione. Alcuni vengono definiti rimovibili nel tempo in quanto, è stato spiegato, un parcheggio a livello del suolo si può agevolmente ripristinare. I dubbi a riguardo rimangono forti: una volta strutturata un’area non esiste venga riportata a naturalità. Altra incongruenza. Alcuni parcheggi vengono definiti permanenti, altri temporanei. Difficile comprendere il senso di una simile pianificazione, o una infrastruttura è utile o è superflua.

2) Il nuovo parcheggio presso la Stazione del Cermis viene definito permanente. Per buona parte dell’anno gli spazi già ampi rimangono vuoti, in altre coperti da camper. Tale parcheggio troverebbe una espansione di altri 1,7 ettari. Siamo in una zona delicata, un ambito fluviale già oggi impoverito da interventi sconsiderati del recente passato. Se da previsione vi passa solo la linea blu in periodo olimpico a chi servirebbe un simile potenziamento?

3) Risulta incomprensibile il potenziamento del parcheggio presso l’autostazione di Cavalese. Un’area già degradata da scelte del passato, anche recente, che hanno visto il paese impoverirsi di zone verdi di alta qualità quali il parco delle bocce e il vicino parco della Pieve.

4) Il parcheggio definito temporaneo a Lago di Tesero andrebbe ad invadere un’area agricola di pregio, senza dubbio è più utile rimanga destinato a servizio dell’agricoltura che non essere destinata a deposito temporaneo di auto.

5) Il parcheggio previsto a Ziano è descritto come area permanente di scambio: non si comprendono le ragioni di questo parcheggio, quindi consegue non ve ne sia necessità.

6) I parcheggi di aree A e B dello Ski Center Latemar sono esistenti, vanno riqualificati senza ulteriori estensioni. Nelle pochissime giornate di riempimento di parcheggi (10 all’anno?) è sufficiente un’adeguata azione di polizia stradale per evitare un malcostume diffuso: il diffondersi dei parcheggi abusivi e pericolosi lungo la SS 48.

7) I parcheggi previsti a Mezzavalle, sia da una parte che dall’altra della SS 48, non hanno senso, sono definiti parcheggi di attestamento. Invadono uno un piazzale di deposito legnami appena ristrutturato con costi pubblici importanti, quindi area forestale, di proprietà della Regola feudale di Predazzo, ampio 1,28 ettari. Al di là della attuale emergenza Vaia e bostrico in tempi medi dove depositerà il suo legname il Feudo? In un nuovo piazzale? Per l’altro parcheggio, a sud, è di una evidenza totale la sua inutilità. Ambedue i parcheggi costringono l’ospite e il residente a utilizzare il proprio mezzo privato per accedervi.

 

Osservazioni in merito alle infrastrutture:

 

A nostro avviso è è doveroso sopprimere l’incrocio a raso sul ponte da Masi verso Cavalese: il ponte va demolito esistendo poco a Nord un passaggio sicuro e ben strutturato. Non si reca alcun disturbo e aggravio di mobilità alla popolazione residente ai Masi, anzi, finalmente, dopo tante attese e incidenti anche gravi, è venuto il momento di investire in sicurezza.

 

Ci sono poi una serie di domande alle quali nelle relazioni non si è fornita risposta:

 

1) Per quanti giorni l’anno si occuperanno i parcheggi? Non è stato fornito alcun dettaglio nel merito;

2) Quali sono i flussi di traffico accertati, in stagione e fuori stagione, tali da giustificare un simile appesantimento di infrastrutture?

3) Perché nella progettazione dei servizi di trasporto si sono trascurate le aree industriali e artigianali, come pure il servizio, dovuto, all’Ospedale di Fiemme e alle RSA? Il nuovo ospedale graviterà nella localizzazione attuale oppure verrà decentrato in uno dei posti meno idonei del fondovalle?

4) Come potranno trovare agevolazione ed efficacia di risposta in questo sistema di mobilità pubblica i bisogni dei lavoratori pubblici e privati, il mondo degli artigiani e trasporto merci e materiali, il traffico di transito nelle valli?

4) I parcheggi come saranno regolati, a pagamento, gratuiti, disponibili solo per chi usufruisce del biglietto di trasporto pubblico?

5) Quali saranno i costi dei gestione annuali dell’intero sistema?

6) La velocità media del trasporto pubblico quale risulterà essere? Funzionale o meno allo scorrimento del traffico?

 

Tra le altre criticità riportate da Italia Nostra anche quella del consumo di suolo: “Lo abbiamo già detto. In questi anni consumare suolo libero da infrastrutture è inconcepibile. Specie in alta quota, in valli strette (in Fassa vi sono passaggi che da est a ovest non superano i 100 metri lineari). Nonostante questo impegno più volte ribadito dalla Provincia Autonoma si sarebbe deciso di proporre tratti di nuova viabilità, le terze corsie agevolate, per un totale di 12,5 Km di percorso rivolto ai mezzi pubblici costruite a tratti per poi ritornare sulla sede stradale della statale delle Dolomiti. I sei tratti, a salire e scendere previsti sono: Ziano Predazzo, PredazzoMezzavalle, Forno Moena, SoragaSèn Jan, PeraMazzinCampestrin, CampestrinFontanazzo Campitello: il consumo di suolo supera i 5 ettari”.

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