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Mancano medici e infermieri, l’Apss lancia una campagna pubblicitaria: “Un team per trovare lavoro ai famigliari e una nuova scuola per i figli dei sanitari”
L’Apss lancia una campagna pubblicitaria per convincere medici e infermieri a lavorare in provincia. La Cgil: “Bene la nuova comunicazione ma senza risorse è impensabile attirare i professionisti in Trentino”

TRENTO. Da tempo in Trentino (come in altre parti d’Italia) c’è una penuria di personale sanitario. Medici e infermieri sono figure molto ricercate ma la Provincia di Trento non riesce ad attirarne un numero sufficiente. Del resto i sindacati (e gli stessi professionisti) reclamano da tempo migliori condizioni di lavoro e c’è addirittura chi parla di una “sanità trentina è sull’orlo del baratro”. Peraltro proprio in questo periodo si sta celebrando il processo sul “caso Sara Pedri” che vede imputati l’ex primario di ginecologia di Trento Saverio Tateo e la dirigente Liliana Mereu.
Per questo l’Azienda sanitaria e la Provincia sono corse ai ripari studiando una campagna di comunicazione per attrarre professionisti sanitari in Trentino. Proprio così, Apss e Pat hanno deciso di tentare di convincere medici e infermieri offrendo una nuova immagine della sanità trentina e aggiungendo una serie di servizi. L’Apss ha già attivato anche un “Team accoglienza”, per accompagnare chi è interessato a conoscere le opportunità lavorative offerte dal sistema sanitario Trentino.
Non solo, perché con il sostegno di Trentino Sviluppo e delle Aziende per il Turismo, è stata creata una rete di collaborazione per facilitare l’inserimento del professionista e della sua famiglia sul territorio che comprende il supporto e l’accompagnamento per la ricerca di alloggio, ma pure per le pratiche burocratiche legate al trasferimento in Trentino e per la vita familiare, dalla ricerca della scuola per i figli alla ricollocazione professionale dei famigliari.
“In Trentino – sottolinea Stefania Segnana, assessora alla Salute, politiche sociali, disabilità e famiglia – abbiamo avviato un progetto pilota di campagna di comunicazione che ha posto l’attenzione sulla nostra identità e sulla capacità di attrarre e trattenere i professionisti più interessati. Desideriamo promuovere e far conoscere il Trentino non solo per le sue bellezze turistiche e per la qualità della vita ma anche come territorio stimolante dove lavorare, che riserva interessanti opportunità di crescita professionale grazie all’eccellenza della nostra organizzazione sanitaria e alla stretta connessione con centri di ricerca di livello internazionale”.
La campagna di comunicazione e promozione, denominata “Trentino for Talent-Health”, si focalizzerà in particolare sui giovani medici specializzandi o specializzati e, spiega l’Apss, “correrà principalmente sui canali digitali, web e social, ma interesserà pure le testate giornalistiche di settore, blog e siti web, le community nazionali di riferimento fino a intercettare alcuni eventi, quali congressi medici e altri eventi specialistici organizzati in Trentino e sul territorio nazionale”. Pure i vari direttori di unità operativa e i direttori di distretto sono stati arruolati per la campagna pubblicitaria.
“È la prima volta che investiamo in un’iniziativa di questo tipo – sottolinea Antonio Ferro, direttore generale di Apss – e nel farlo abbiamo tenuto in considerazione principalmente due elementi”. Secondo il dg dell’Azienda sanitaria le modalità di reclutamento sono completamente cambiate: se prima bastava pubblicare le offerte di lavoro e la gente si presentava (con l’Apss che doveva solo fare la selezione) ora non funziona più così. “Chi decide oggi di venire a lavorare in Trentino avrà la possibilità di sperimentare un sistema innovativo verso cui la stessa sanità italiana si sta orientando”, conclude Ferro.
Ad ogni modo la Fp Cgil ha preso atto della campagna di comunicazione di Apss giudicandola positivamente nel suo complesso anche se, fa notare il sindacato, sarebbe meglio parlare risorse e investimenti. “Il tema dell’attrattività e il problema della fuga dei professionisti – spiega la Cgil in una nota – è un fatto su cui convergono assessorato e Azienda sanitaria e quindi è insussistente la narrazione secondo cui nella sanità trentina va tutto bene”.
Sull’argomento interviene anche il segretario Luigi Diaspro: “Abbiamo premesso che occorrerebbe recuperare questa iniziativa col coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, che non possono essere chiamate solo a cose fatte”. Per la Cgil i temi che possono davvero rendere attrattivo il sistema sono: l’organizzazione del lavoro, la conciliazione vita lavoro, l’ordinamento professionale e le risorse. “Senza risorse – sottolinea Diaspro – è impensabile attirare i professionisti in Trentino”.