Dalle slackline ai base jumper che si lanciano anche mentre i soccorsi sono in azione, l'appello: "Rischio collisione con l'elicottero e pericolo per le squadre a terra"
Dopo la tragedia degli scorsi giorni interviene il presidente del soccorso alpino, Walter Cainelli, interviene ricordando come in troppi casi anche se intervengono i soccorsi con elicottero e squadre a terra c'è chi si lancia mettendo a rischio la propria incolumità e quella dei soccorritori

TRENTO. Gli operatori intenti a soccorrere il base jumper, purtroppo morto, in val Trementina, una situazione di emergenza che però non ha fermato gli sportivi, i quali hanno proseguito i lanci dalla Paganella. "Episodi che capitano più o meno frequentemente in quelle aree, poche per fortuna, non gestite in modo strutturato", il commento a il Dolomiti di Walter Cainelli, presidente del soccorso alpino del Trentino. "Una situazione che però causa pericoli perché può interferire con l'avvicinamento dell'elicottero e in generale mette a rischio persone e soccorritori".
Da qui l'appello al soccorso alpino che nelle scorse ore è intervenuto per raccomandare "agli appassionati di base jumping di sospendere i lanci quando un'operazione di soccorso è in corso".
Sembra incredibile e basterebbe un po' di buonsenso, eppure accade più spesso di quanto si possa pensare: non si fermano i lanci, nonostante le attività dei soccorritori impegnati e sotto pressione per svolgere nel modo più rapido e professionale possibile l'intervento. Soccorsi che possono richiedere anche l'arrivo dell'elicottero con a bordo l'equipe medica d'urgenza.
"Nella migliore delle ipotesi possono esserci dei rallentamenti - aggiunge Cainelli - ma non si può escludere il grave rischio di un impatto in volo tra un base jumper e l'elicottero con ripercussioni pericolose e tragiche. Si mette in pericolo anche la squadra a terra. Noi continuiamo con la formazione, con la prevenzione e con la sensibilizzazione però serve anche la collaborazione degli sportivi. Se c'è un intervento di soccorso, i lanci devono essere sospesi per l'incolumità di tutti. Ci si deve fermare anche in quelle aree che non sono gestite in maniera strutturata".
Problemi di questo tipo non si riscontrano, per esempio, al Becco dell'Aquila nell'Alto Garda. Area rinomata e gettonata per gli sport più estremi che si avvale di una gestione professionale: se ci sono i soccorritori, tutto si ferma e si chiede un po' di pazienza agli sportivi. Criticità che non ci sono ai bike park oppure d'inverno sulle piste da sci. "I tecnici segnalano la presenza dei soccorritori a monte di un incidente e il tracciato è così messo in sicurezza", spiega Cainelli. "Fortunatamente non registriamo molti casi ma questo potenziale pericolo può e deve essere azzerato".
Un altra criticità è relativa alle slackline. "Non sempre vengono segnalate alle autorità, invece è fondamentale interessare gli enti preposti. La corda non è visibile, se non quando ormai si è a ridosso della stessa. E' un pericolo per l'equipaggio dell'elicottero. Sono nuovi trend che rispettiamo naturalmente, però chiediamo ai fruitori maggiore sensibilità per poter svolgere gli incarichi nel miglior modo possibile e riducendo i rischi per tutti", conclude Cainelli.