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Giustizia, in Trentino manca personale nei tribunali: 225 posti vacanti. Situazione difficile nelle carceri: il numero di detenuti supera la capienza massima
C’è anche una carenza del 18% tra gli assistenti giudiziari: ne mancano 30 su 113 dipendenti. Questa mattina il bilancio tracciato dal presidente della Corte di Appello di Trento, Luciano Spina, all’inaugurazione dell’anno giudiziario

TRENTO. Dalla mancanza di funzionari all'affollamento delle carceri. Sono diversi i punti critici che sono stati posti in evidenza all’inaugurazione dell’anno giudiziario alla Corte di Appello di Trento.
Al 31 dicembre 2022, erano 225 (su 623 unità) i posti vacanti all'interno degli uffici giudiziari del nostro territorio e in maggiora in quello Altoatesino.
C'è poi la questione delle carceri. A Trento sono 318 i detenuti rispetto 240 fissati dagli accordi tra Provincia e Ministero della Giustizia. Nel carcere di Bolzano sono 104 i detenuti rispetto a una capienza di 87.
Sul tema della mancanza di personale è intervenuto nelle scorse ore il presidente della Regione, Maurizio Fugatti, che ha voluto ricordare come la carenza è stata ridotta del 3% negli ultimi 12 mesi.
Il personale degli uffici giudiziari del distretto, viene spiegato in una nota da parte della presidenza della Regione, è aumentato di 23 dipendenti passando da 375 unità nel 2022 a 398 al primo gennaio del 2023. In particolare, è stata quasi completata la copertura del personale negli uffici linguistici (18 posti coperti su 20 in organico) ed è stata ridotta al 21,6% la carenza dei posti di funzionario giudiziario dove mancano 29 posti da coprire su 106 in organico. C’è, invece, una carenza del 18% tra gli assistenti giudiziari. Ne mancano 30 su 113 dipendenti.
Calano anche le scoperture del personale ausiliario che passano dal 38,7% al 29,5% grazie all’assunzione di 17 nuovi dipendenti. Vuoti che Fugatti vorrebbe colmare con due nuovi concorsi per assistenti giudiziari che saranno banditi nel 2023 per gli uffici di Bolzano e Trento per i quali sono già in atto altri tre concorsi per assumere nuovi operatori giudiziari, funzionari giudiziari e funzionari Unep.
Come è poi noto dal 1° gennaio 2017 sono state delegate alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, le funzioni riguardanti l’attività amministrativa e organizzativa di supporto agli uffici giudiziari del distretto, con esclusione di quelle relative al personale di magistratura e al personale amministrativo dirigenziale. La normativa ha rinviato la definizione delle modalità operative per l’esercizio delle funzioni delegate ad una serie di successivi accordi: l’accordo per l’istituzione della commissione disciplinare, il protocollo operativo e gli accordi a carattere pluriennale.
“La Commissione disciplinare è operativa a pieno regime, ma non il Protocollo operativo e gli accordi pluriennali – ha ricordato Fugatti – nella sua visita a Trento il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ha però confermato la volontà del Governo di definire i contenuti in tempi ragionevoli”. La questione assume notevole rilevanza, soprattutto con riferimento agli “accordi a carattere pluriennale” in quanto in essi vengono definiti gli standard e i parametri di servizio per l'esercizio delle funzioni delegate, anche ai fini della quantificazione degli oneri finanziari. In particolare, negli accordi a carattere pluriennale vengono definite le dotazioni organiche del personale amministrativo degli uffici giudiziari, gli standard di funzionalità dei servizi, delle attrezzature e degli arredi, gli interventi da realizzare sugli immobili destinati a sedi di uffici giudiziari.
“Sono ormai più di sei anni che la Regione esercita le funzioni delegate, assumendosi la relativa spesa, senza che siano stati ancora stabiliti e concordati i suddetti standard di funzionalità – ha ricordato Fugatti – la Regione riceve dallo Stato 15 milioni di euro all’anno a fronte però di una spesa nel 2021 di 23,5 milioni, mentre nel 2022 è stata di circa euro 24,3 milioni. Il saldo negativo per la Regione, nel solo 2022, ha superato i 9 milioni di Euro. È necessario, quindi, - ha concluso Fugatti – di riprendere con urgenza il confronto per la definizione del protocollo operativo e, soprattutto, degli accordi a carattere pluriennale”.