Primo stop alle chiusure domenicali, Carli: ''Ha perso la cattiva politica della destra e anche la sinistra ultrasindacalizzata'', Pd: ''Bocciata la Giunta Fugatti''
Dal Tar è arrivata la sospensione del provvedimento provinciale. I sindacati chiedono ora un tavolo di confronto e affermano: "Sollecitiamo per l’ennesima volta il presidente Fugatti a portare avanti con determinazione l’impegno in Commissione dei XII per ottenere una delega sul commercio"

TRENTO. La decisione del Tar di sospendere il provvedimento provinciale sulle chiusure festive di negozi e supermercati (QUI L'ARTICOLO) ha fatto inevitabilmente arrivare numerose reazioni sia dal fronte sindacale che da quello politico.
La decisione è arrivata attorno a mezzogiorno e la Provincia ha preso atto precisando, però, che “ha effetto solamente nei confronti dei ricorrenti, che da domenica potranno dunque riaprire i rispettivi esercizi commerciali”. (QUI L'ARTICOLO)
Ad intervenire sulla questione è stato il candidato sindaco Marcello Carli. “Oggi a Trento il Tar ha accolto – ha spiegato in un post su Facebook - il ricorso di un esercente contro l'assurda delibera della Provincia che in tempi di crisi devastante da pandemia, con tanti negozi che non ce la fanno e con i posti di lavoro che vanno in fumo e molte persone alla disperazione, invece di favorire in tutti i modi la ripresa aveva vietato le aperture domenicali dei negozi”.
Carli ha sottolineato di essere stato “in prima linea contro questo assurdo divieto, unico tra i candidati sindaco. Oggi ha perso la cattiva politica della destra di Fugatti e di Merler. Oggi ha perso la sinistra ultrasindacalizzata di Ianeselli. Oggi, a Trento, ha vinto la libertà”.
“L’ennesima bocciatura della norma provinciale sulla chiusura dei negozi nei giorni festivi – grande vanto della Giunta leghista – ribadisce il dubbio di incostituzionalità della legge n. 4 del 3 luglio 2020, voluta, ad ogni costo, dal Presidente Fugatti” ha spiegato invece la capogruppo del Partito Democratico Sara Ferrari.
“Come abbiamo più volte sottolineato – ha continuato Ferrari - la disposizione legislativa approvata dalla maggioranza leghista provinciale travalica i limiti e le competenze della nostra speciale autonomia, entrando di prepotenza in una materia governata da norme nazionali. Se qualcuno intende difendere l’autonomia trentina spingendo l’acceleratore sul conflitto istituzionale fra Provincia e Stato, sta sbagliando e lo fa sulla pelle dell’economia provinciale, cioè di una questione che riguarda tutti, al di là dei singoli schieramenti d’Aula o di propaganda elettorale”.
Il Gruppo consiliare del Partito Democratico del Trentino ritine quindi necessario richiamare la Giunta provinciale ad una maggiore cultura del confronto democratico, nella certezza che il consenso di per sé non attribuisce mai la totalità della ragione delle maggioranze sulle minoranze. “Il governo di una comunità complessa e dinamica – ha concluso - come la nostra impone invece quello strumento della condivisione e del confronto che, talora, pare sfuggire allo sguardo politico dell’attuale maggioranza con effetti, come quelli determinati da questa sentenza, di importante rilievo”.
A chiedere l'apertura di un tavolo di confronto sono invece i sindacati. “La vera partita sulle aperture festive dei negozi si gioca su un duplice fronte, la delega per legiferare in materia e l’avvio di una contrattazione provinciale per migliorare nel concreto le condizioni di lavoro degli addetti” spiegano. Non sono sorpresi i sindacati dalla decisione del Tar che sospende il provvedimento provinciale sulle chiusure festive di negozi e supermercati. “Nel concreto per i lavoratori e le lavoratrici cambia poco perché erano già scattate le aperture festive in deroga – spiegano i segretari provinciali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher -. Vogliamo credere che anche Piazza Dante avesse messo in conto questi stop alla legge ed è per questa ragione che sollecitiamo per l’ennesima volta il presidente Fugatti a portare avanti con determinazione l’impegno in Commissione dei XII per ottenere una delega sul commercio”.
Il vero nodo per i sindacati è l’avvio di una contrattazione provinciale che fissi criteri condivisi su conciliazione anche con il coinvolgimento dei comuni, orari, riconoscimento del lavoro festivo, turnistica. “Per noi l’obiettivo principe resta migliorare le condizioni di lavoro di commessi, cassieri e addetti alle vendite. La contrattazione è lo strumento più idoneo per farlo. La legge Failoni impegna la Provincia ad aprire un tavolo con le parti sociali per facilitare il confronto e arrivare ad un accordo. Il sindacato c’è, le associazioni datoriali hanno dato la loro disponibilità a discutere, ma la Provincia continua a prendere tempo. Dopo questa nuova decisione sul piano giuridico i lavoratori vogliono certezze”, concludono.