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Coronavirus, i commercianti trentini chiedo di aprire: “Qualche migliaio di euro non può compensare oltre un anno di crisi”
Le imprese del terziario chiedono di riaprire il prima possibile, Bort: “Occorre lavorare speditamente per garantire alle imprese una riapertura totale e definitiva. C’è bisogno di un lavoro di squadra tra pubblico e privato perché in gioco non c’è solo il destino di migliaia di imprese ma anche quello di un intero territorio”

TRENTO. Con i dati in miglioramento (l’incidenza in Trentino è scesa sotto i 250 casi ogni 100.000 abitanti) i presidenti, Giovanni Bort (Confcommercio), Renato Villotti (Confesercenti) e Gianni Battaiola (Asat), delle tre associazioni di categoria che rappresentano le imprese del terziario tornano a chiedere un piano per le riaperture. Quest’oggi infatti, a Trento è andata in scena una conferenza stampa in piazza Duomo per esprimere lo stato di crisi in cui versano le imprese: esercizi commerciali, bar, ristoranti, alberghi, attività di servizio, grossisti, agenzie viaggio che vivono da mesi nell’incertezza, oltre a dover fare i conti con il calo di fatturato, mancanza di liquidità e operatività limitata quando non del tutto assente.
“Sostegni adeguati non se ne vedono – sottolinea Villotti – qualche migliaio di euro previsti dal decreto legge Sostegni non può compensare oltre un anno di crisi. Si stanno facendo manovre che dagli operatori vengono recepite come delle beffe e questo crea malumori”. Dal canto suo Bort fa trapelare un cauto ottimismo e parla di una situazione diversa rispetto all’anno scorso: “Cittadini e imprese sono fiaccati da mesi difficili ma, sebbene la situazione sia ancora complessa dal punto di vista sanitario e ancor più economico, iniziamo a vedere la luce. Occorre lavorare speditamente per garantire alle imprese una riapertura totale e definitiva: c’è bisogno di un lavoro di squadra tra pubblico e privato perché in gioco non c’è solo il destino di migliaia di imprese ma anche quello di un intero territorio”. Dal presidente di Confcommercio un plauso alla Provincia “che ha dato dimostrazione di saper affrontare l’emergenza in modo responsabile”.
Le associazioni di categoria fissano anche le richieste in vista della ripresa: la riapertura il prima possibile delle attività, vaccini rapidi e sicuri, maggiore liquidità per le imprese, rilancio del turismo, innovazione e snellimento burocratico. A proposito di turismo, uno dei comparti più danneggiati dai lockdown, prende parola Battaiola: “Il turismo trentino è allo stremo. La stagione invernale è ormai ufficialmente chiusa, senza nemmeno essere partita. Questo, significa, perdite in bilancio certe, che oscillano tra il 50% e il 70% a seconda della località turistica trentina presa in esame. Al momento non abbiamo strumenti per poterci risollevare: il blocco della mobilità non ci permette di lavorare”.
Le tre associazioni di categoria infine, puntano all’introduzione del “digital green pass” che consenta lo spostamento tra Regioni e tra Stati ai vaccinati oppure a chi è in possesso di tampone negativo, autorizzando gli spostamenti per motivazione di vacanza e di turismo, all’interno di protocolli di sicurezza già sperimentati che funzionano. “È importante accelerare con la somministrazione dei vaccini alla popolazione – conclude Battaiola – in particolare, insieme a Federalberghi, abbiamo richiesto che gli operatori del turismo rientrino nelle ’categorie prioritarie’ per ricevere il vaccino, in maniera da incrementare maggiormente il livello di sicurezza delle strutture ricettive”.