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In Alto Adige quasi 19mila occupati in meno negli alberghi e oltre 1000 nei servizi. Cna: "Riaprire in sicurezza o si rischia la crisi sociale"
Dopo la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro in Alto Adige, Cna-Shv commenta il quadro con preoccupazione. Rispetto al febbraio dello scorso anno, gli occupati dipendenti sono quasi 22mila in meno. E' il settore alberghiero il più colpito di tutti. "L'unico strumento per non provocare la crisi sociale è la riapertura in sicurezza"

BOLZANO. “Non solo nel turismo, emergono delle prime crepe anche nei servizi, nel commercio e nei trasporti. Gli aiuti di sopravvivenza non bastano. Bisogna ripartire in sicurezza o sarà crisi sociale”. Non le manda a dire, Claudio Corrarati, presidente di Cna-Shv. L'occupazione in Alto Adige ha segnato infatti dei cali particolarmente rilevanti, sferzata dalla pandemia e dalle misure per il suo contenimento.
Secondo i dati comunicati dall'Osservatorio del Mercato del lavoro altoatesino nell'ultimo anno si è perso il 6% degli occupati, mentre sono bastati i primi due mesi del 2021 per segnare un -10,2%. E se ci sono stati settori, come l'agricoltura e le manifatture, che nonostante tutto hanno tenuto, ben diverso è stato quest'ultimo anno per alberghi, bar e ristoranti.
“Gli aiuti provinciali, in discussione in giunta, e quelli statali, tengano conto del fatto che le aziende devono poter avere contribuzioni che permettano non solo di sopravvivere, ma anche di mantenere i posti di lavoro – dichiara Corrarati – la riapertura in sicurezza è l'unico strumento per non provocare ulteriori perdite di posti di lavoro, semmai per creare nuova occupazione ed assorbire i disoccupati in continuo aumento”.
“Al netto del turismo, che sappiamo essere in gravissima difficoltà – ha continuato – destano forte preoccupazione tutti gli altri settori, anche perché oggi registriamo la perdita di posti di lavoro stagionali e a tempo determinato, visto che vige il divieto di licenziamento, con il ricorso a varie forme di sostegno al reddito per lavoratori e imprese. Quanto potrà durare questa rete di sicurezza?”.
Secondo i dati riportati dall'Osservatorio, a febbraio 2021 gli occupati dipendenti sono 192.469, pari a 21.850 in meno rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il calo registrato è pertanto del -10,2%. Il settore più colpito in assoluto è quello alberghiero, con -18.956 posti di lavoro e un calo dell'occupazione del -59,4%. Il mese di febbraio, in condizioni normali, rappresenta infatti un momento di picco dell'attività.
Anche altri settori, però, non se la passano bene. Nei servizi si registrano infatti 1.100 occupati in meno (-4,3%), 956 occupati in meno nel commercio (-3,2%), 880 posti in meno negli ambiti di trasporto e magazzinaggio (-9,8%) e 526 occupati in meno anche nel comparto dell'istruzione (-2,7%). Tengono invece, come detto, artigianato, industria, edilizia, pubblico impiego, e agricoltura, interessata da una flessione lieve.
“Nei servizi in un anno abbiamo perso in media quasi 100 posti di lavoro al mese, nei trasporti 75, nel commercio poco meno di 80 al mese – conclude Corrarati – numeri allarmanti, visto il blocco dei licenziamenti per i contratti a tempo indeterminato. Se non gettiamo adesso i semi della ripartenza, dopo aver messo in sicurezza le imprese e i posti di lavoro esistenti con il Pacchetto della giunta provinciale che verrà illustrato il 5 marzo, tra pochi mesi alla crisi economica si aggiungerà quella sociale”.