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Cantiere al rifugio Santner, Reinhold Messner a ilDolomiti: "Non si dovrebbe costruire in quel luogo. Ormai vedremo quale sarà il risultato finale"
Il Re degli Ottomila a ilDolomiti: "Secondo me non si tratta di una bella costruzione. In quel luogo non la si dovrebbe fare, e in ogni caso c’è modo e modo di ristrutturare. Purtroppo quella zona del Catinaccio sta diventando veramente troppo battuta dai turisti, e queste scelte non fanno che portare in quella direzione"

BOLZANO. “Secondo me non si tratta di una bella costruzione. In quel luogo non la si dovrebbe fare, e in ogni caso c’è modo e modo di ristrutturare”, questa la dichiarazione fatta da Reinhold Messner a ilDolomiti.it sul tema su cui in queste ultime settimane si sta discutendo moltissimo. Stiamo parlando del progetto già approvato e dei lavori già avviati di demolizione e rifacimento totale del rifugio Santner, a 2734 metri di quota, all’apice della parete ovest del Catinaccio nell’omonimo gruppo.
Come abbiamo illustrato in questo articolo, la nuova struttura sarà alta 3 piani, avrà 32 posti letti (circa il triplo rispetto a quelli di adesso) e sarà a forma di 'tenda'. Una forma un po' insolita, abbastanza distante dall'immagine più classica che tutti noi abbiamo del rifugio con il tetto spiovente.
Per Messner, però, questo è un fattore di secondaria importanza. "L'architettura e il suo stile sono cambiati con il tempo", dice. "Magari a quella quota il legno non è adatto proprio perché ci troviamo troppo in alto. Del resto anche io sul Plan de Corones ho fatto costruire il mio museo all'interno di una struttura particolare e molto moderna, che ancora oggi rappresenta un'opera interessante e di successo nel mondo dell'architettura".
“Mi auguro che il nuovo progetto sia accettabile", continua. "Ma è anche vero che si tratta di un rifugio privato, e quindi i proprietari hanno il diritto di fare ciò che vogliono".
"Purtroppo quella zona del Catinaccio sta diventando veramente troppo battuta dai turisti, e queste scelte non fanno che portare in quella direzione”. Un discorso, questo, che facilmente si può ricollegare alla crescente presenza di auto e moto sui passi delle Dolomiti, e non solo. Anche su questo tema, Messner si era espresso in un'intervista (qui articolo).
“In ogni caso non ho visto il progetto e non conosco la situazione nel dettaglio. Aspettiamo di vedere cosa diventerà”, ha poi concluso.
L'opinione condivisa da molti, tra cui Cai Alto Adige e Alpenverein (qui articolo), è che una ristrutturazione, per un rifugio, sia più che lecita. Del resto in questi ultimi anni l'afflusso di turisti nelle Dolomiti è aumentato esponenzialmente, e le strutture si devono adeguare per riuscire a venire incontro a questo trend. Tutto sta, però, nel non superare i limiti dell'eccesso.
Di questo stesso avviso è anche Almo Giambisi, alpinista e per ben 26 anni storico gestore del rifugio Antermoia e proprio per questo profondo conoscitore del gruppo del Catinaccio. "Sono favorevole ai miglioramenti ed evoluzioni negli ambienti di montagna", spiega. "Non credo che i rifugi si debbano presentare come erano 50 anni fa".
"Non bisogna però andare all'estremo opposto e costruire dei veri e propri palazzi a quelle quote lì". E conclude: "Non mi dico contrario, solo che si dovrebbe trovare una via di mezzo. Questo vale per il Santner, così come per molti altri progetti e in molti altri contesti nel nostro territorio".
Qui la gallery che mostra l'attuale situazione sul lato altoatesino del Catinaccio, dal Coronelle al Re Alberto, passando per il Santner.