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A pochi passi dal lago, la difesa strategica dell’Impero: ecco i forti del Monte Brione

Altura posta al centro della piana altogardesana, il monte Brione è stato oggetto di numerose opere militari costruite dal Genio austro-ungarico. Nel corso della Grande Guerra, questa postazione svolgeva un ruolo di importanza strategica, a difesa del territorio imperiale. Ecco la nuova puntata della rubrica “Camminando nella Grande Guerra”

Credits to Museo della Guerra
Di Davide Leveghi - 25 novembre 2022 - 10:27

RIVA DEL GARDA. Costruite già dalla seconda metà del XIX secolo, le fortificazioni dell’Alto Garda dovevano provvedere alla difesa del lago, delle pendici del Monte Baldo, della piana di Riva e Arco nonché degli imbocchi con la Val di Ledro e Loppio. Posto in una posizione strategica, non a caso il sistema fortificato del Brione, ben congegnato e difeso, rimase inespugnato nel corso del primo conflitto mondiale.

 

 

Il Monte Brione (368 metri) sorge a ridosso della riva settentrionale del lago di Garda, dividendo l’abitato di Torbole dalla città di Riva del Garda. Altura piccola ma come detto dal grande valore strategico, si alza dolcemente dalle pendici di porto San Nicolò presentando lungo la salita diverse importanti costruzioni militari. Prima di addentrarci alla sua scoperta, offriamo però le necessarie premesse per tutti coloro che volessero visitare questi luoghi, come suol fare la rubrica del Dolomiti “Camminando della Grande Guerra”, dedicata agli itinerari del primo conflitto mondiale in Trentino con la collaborazione del Museo Storico italiano della Guerra di Rovereto.  

 

 

Itinerario per tutti, percorribile in tutte le stagioni, quella sul Monte Brione è una passeggiata tanto agile (la durata è di non più di 2 ore, il dislivello di poco più di 300 metri) quanto interessante e ricca di magnifici scorci. Oltre che sulle montagne che circondano la “Busa” – nome con cui si indica in Trentino la piana dell’Alto Garda – il panorama regala una splendida vista sul sottostante lago, via via, nelle giornate di cielo terso, fino alle sue rive meridionali.

 

 

Partiti da porto San Nicolò, l’itinerario incontra immediatamente un primo forte, omonimo. L’opera, costruita in pietra calcarea, serviva principalmente da tagliata stradale lungo la via di comunicazione che congiunge Torbole a Riva. Costruito tra il 1860 e il 1862, ampliato e rimodernato nei primi anni ’10 del XX secolo, questo forte chiudeva la strada con un portone in ferro presidiato da un fuciliere, nonché con una postazione per mitragliatrice rivolta verso l’abitato di Torbole. Armata in principio di 4 cannoni in “barbetta” (cioè all’aperto) da 15 centimetri e dotata di una cupola con riflettore a scomparsa, questa fortificazione fu equipaggiata al momento del rimordenamento con altri 4 cannoni da 8 centimetri a tiro rapido.

 

È da qui, dunque, che le indicazioni portano verso la cima del Monte. Salite delle prime scalinate si incontra villa Favancourt, dotata al tempo di una batteria di artiglieria di piccolo calibro con un seminterrato in pietra ospitante 4 mortai da 30 centimetri puntati sulla strada del Ponale (verso Ovest). Il sentiero continua, a questo punto, lungo gradini di legno, con diverse “terrazze”, sempre più scenografiche, sul sottostante specchio d’acqua.

 

In breve tempo, dalle pendici, si raggiunge forte Garda, imponente costruzione che poteva arrivare a ospitare una guarnigione di 150-200 uomini. Costruito fra il 1904 e il 1907, questo forte corazzato rappresentava il nodo centrale del sistema di difesa del Brione, nascosto alle artiglierie nemiche perché mimetizzato con il profilo della montagna. Scavato nella roccia, era protetto da una copertura di cemento armato spesso 3 metri. Ma era nelle sue “viscere” che si nascondeva un complesso sistema sotterraneo, costituito da una lunga e articolata galleria di 300 metri circa, con scalinate e punti d’osservazione sul lago (oggi non visitabile).

 

 

Al tempo modernissima, questa costruzione poteva contare su quattro cupole corazzate girevoli armate con obici da 10 centimetri. Una quinta cupola, la più alta, serviva invece come osservatorio su tutto il terreno circostante, illuminato di notte da un potente riflettore a scomparsa. Uno sforzo di immaginazione deve infine portare l’escursionista a figurarsi il complesso sistema di difesa al forte, fra filo spinato, nidi di mitragliatrice e postazioni di fucileria.  

 

 

Le piazzole dell’artiglieria, nondimeno, erano distribuite lungo tutta la salita al Monte. Salendo verso la Batteria di Mezzo e la cima del Brione, pertanto, se ne incontrano diverse. In pochi minuti, con uno sguardo aperto sulle montagne circostanti, fra lecci e olivi, la salita porta dunque a un’altra imponente fortificazione. Si tratta appunto della Batteria di Mezzo.

 

 

Costruita fra il 1898 e il 1900, quest’opera poteva arrivare a ospitare fino a un centinaio di uomini. Squadrata, con copertura in calcestruzzo, era armata con cannoni su rotaie e il suo principale scopo era di controllare la valle di Loppio, linea del fronte tra le posizioni su cui si erano assestati austro-ungarici e italiani dopo pochi mesi di conflitto.

 

 

Dalla Batteria di Mezzo si prosegue lungo il sentiero che percorre il crinale della montagna. oltrepassate le antenne, si giunge alla mulattiera per forte Sant’Alessandro, detto anche forte Campedel, in cui era posta la Batteria Nord. Opera costruita all’estremità settentrionale dell’altura, di questa rimangono solo ruderi immersi nella vegetazione. Il suo scopo, rispetto agli altri forti del sistema difensivo, era soprattutto di appoggio per le segnalazioni ottiche. Da qui, ripreso il sentiero verso Porto San Nicolò, si torna al punto di partenza.

 

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